Anziana trovata morta con segni violenza in agriturismo a Milano - Affaritaliani.it

Milano

Anziana trovata morta con segni violenza in agriturismo a Milano

La donna di 90 anni è stata brutalmente uccisa con dei colpi alla testa. I polsi erano legati e la testa avvolta in un pezzo di stoffa

Anziana trovata morta con segni violenza in agriturismo a Milano

Una donna anziana è stata trovata morta in un agriturismo alle porte di Milano. Si tratta del ‘Podere Ronchetto’, una struttura dotata anche di area sosta per i camper situata in via Pescara, non lontano dal quartiere Gratosoglio. Stando a quando appreso fino ad ora, a trovare il corpo che mostrava evidenti segni di violenza, è stata una donna che lavora nell’agriturismo. Sul posto sono arrivate le Volanti della polizia, insieme alla Mobile e alla Scientifica che ha eseguito i rilievi.

Stanno ascoltando diverse persone gli investigatori della squadra Mobile di Milano, per risolvere il caso dell’anziana trovata morta in una cascina di via Pescara 37, periferia della città (zona Gratosoglio). Fra questi gli operai del cantiere per la ristrutturazione e i familiari. Qualcuno è stato portato in questura per fornire i particolari sugli ultimi giorni di vita della donna. È quanto apprende l’Agi da fonti investigative. Carla Quattro Bossi, 90 anni, ha avuto gli ultimi contatti con la sua famiglia il 4 gennaio, quando si è recata alla Messa. Poi più nulla. E proprio nella tarda serata del 4 gennaio è stata uccisa brutalmente al piano terra della cascina Podere Ronchetto, dove abitava da sola. Colpi alla testa, molti: così è stata finita, tanto che sulla scena del delitto erano parecchie le tracce di sangue, anche su barattoli e bottiglie di vetro che sono state trovate sparse a terra. La casa, al momento dell’allarme lanciato stamattina intorno alle 10 da una dipendente della struttura, era completamente a soqquadro. Il corpo della 90enne riverso a terra, con la testa coperta da un pezzo di stoffa, forse una federa o un vecchio asciugamano, completamente intriso di sangue, per coprire i segni di violenza. I polsi invece erano legati con altri pezzi di stoffa strappati forse da un lenzuolo. Dai rilievi è emerso chiaramente che il cadavere è stato trascinato. Gli uomini della Scientifica di Milano sono ancora a lavoro da stamattina per isolare la scena del crimine e repertare tutti gli oggetti presenti in casa e nel cantiere. Da qualche tempo, infatti, i figli della donna (ne ha quattro) stavano ristrutturando il cascinale per renderlo un agriturismo con anche area sosta per i camper. Al lavoro anche ieri c’erano tre uomini, un bulgaro e tre centroafricani. Le indagini stanno provando a fare luce sul passato della donna, per capire se ci fossero stati attriti con qualcuno dei familiari, mentre nessuna arma che possa essere individuata come l’effettiva arma del delitto è ancora stata individuata.

Fermato uno dei dipendenti, ha confessato

E' stato fermato uno dei dipendenti che lavorava nella cascina, il cittadino bulgaro, per l'omicidio di Carla Quattri Bossi. L'uomo ha confessato l'omicidio e gli uomini della squadra mobile e della polizia scientifica hanno trovato nell'abitazione dell'uomo, gioielli che appartenevano alla vittima, tracce di sangue, un'impronta di una scarpa compatibile con quelle presenti sulla scena del crimine e i vestiti che avrebbe indossato al momento del delitto, già in lavatrice. 

L'anziana è stata colpita testa con barattolo marmellata

Dobrev Damian Borisov, il 22enne che ha confessato di avere ucciso Carla Quattri Bossi, avrebbe ucciso l'anziana colpendola alla testa con un barattolo di marmellata fatta in casa. E' questa una delle ipotesi investigative della Squadra Mobile di Milano e del pm Gianluca Prisco che indagano sull'omicidio avvenuto ieri nella cascina 'Podere Ronchetto', a sud di Milano. Nella stanza del giovane, che viveva nella struttura da due anni e mezzo, sono stati trovati alcuni degli oggetti sottratti alla donna, secondo sua stessa ammissione. Tra questi, la fede nuziale con incisi il nome della vittima e del marito e altri preziosi rinvenuti dai poliziotti in uno zaino e in un armadietto. Dalle testimonianze dei familiari dell'anziana, è emerso che nell'ultimo anno erano state sottratte alla contabilità dell'agriturismo delle modeste somme. Episodi a cui non si era data molta importanza pensando che si trattasse di denaro smarrito per distrazione o di errori di conto. Il giovane bulgaro risiedeva nella cascina nell'ambito di un progetto di integrazione, sovvenzionato dal Comune di Milano, riservato a ragazzi in difficoltà, rimasti senza famiglia. Gli venivano garantiti vitto e alloggio oltre a piccole quantità di soldi per i lavori che svolgeva. Da una richiesta di 150 euro all'anziana sarebbe scaturita, stando a quanto detto dal giovane, la furia omicida. "Quei soldi li ho spesi poi per comprarmi degli alcolici", ha riferito Borisov. 

Comune Milano, da 2018 no rapporti con fermato

Fonti del Comune di Milano precisano che Damian Borisov Dobrev, il 21 enne ragazzo bulgaro fermato con l'accusa di avere ucciso Carla Quattri Bossi, "era stato affidato da minore alla famiglia" della vittima. L'assessorato alle Politiche Sociali lo aveva avviato, attraverso i servizi sociali, a un "percorso di avviamento all'autonomia lavorativa dandogli la possibilita' di accedere a delle borse di studio per svolgere dei tirocini, l'ultimo dei quali si e' concluso nel maggio del 2018". Dopo quella data non ci sono stati altri rapporti tra l'amministrazione comunale e il fermato. 








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