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Milano
Aperture domenicali, Fontana con Sala: "Territori diversi, serve autonomia"

Aperture domenicali, Fontana sta con Sala: "Per questo serve autonomia"

Sulle aperture domenicali dei negozi "credo che in tutte le cose si debba guardare molto ai problemi locali: ogni territorio deve affrontare in modo diverso alle questioni perche' sono diversi i problemi e le situazioni". Cosi' il governatore lombardo, Attilio Fontana, rispondendo alle domande dei cronisti a margine della giornata della Trasparenza a Palazzo Lombardia. Sul problema, sollevato dal ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, si era espresso il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che aveva inviato un duro messaggio al vicepremier, rimarcando le caratteristiche diverse dalla citta' e l'impossibilita' di applicazione di questa norma, vista la sua spinta turistica. Affine, dunque, il pensiero del presidente della Regione, che ha sottolineato la natura strettamente locale del problema: "Ecco perche' auspichiamo l'autonomia per cercare di poter stare delle risposte territoriali ai problemi" ha concluso Fontana.

Sala: "Mi scuso con Avellino. Chiusure domenicali? Pronti a referendum"

E alla fine arrivano le scuse di Beppe Sala agli avellinesi. "Offesi per la mia battuta? Mi scuso con loro. Ovviamente era solo un po' di ironia su Di Maio". La polemica che ha infiammato il fine settimana innescata dalla questione delle chiusure domenicali ha un nuovo capitolo, forse quello finale, con le parole concilianti del sindaco di Milano Beppe Sala, che aveva provocatoriamente suggerito al vicepremier di Maio di far tenere chiusi negozi e centri commerciali la domenica nella sua Avellino ma che non "rompesse le palle" a Milano. Parole forti che avevano suscitato reazioni altrettanto forti. Sala ora, oltre alla mano tesa agli avellinesi, riprende il filo del ragionamento anche sulle chiusure domenicali: "Se dovesse essere fatta una legge nazionale troveremmo delle formule tipo promuovere un referendum o qualche forma del genere, perché è qualcosa che qua non funziona". Per il sindaco "l’Italia è una ma è fatta anche di bisogni diversi e situazioni differenti. Le grandi città metropolitane fanno un po’ vita a sé, hanno bisogni diversi, devono rispondere a tanti turisti e cittadini con altri stili di vita". L'obiettivo nel capoluogo lombardo è insomma quello di "coniugare solidarietà e sviluppo". E sarebbe "una follia" cercare di trasformarlo in "una città dove i diritti di tutti non siano perseguiti da chi la amministra. Noi tuteliamo tutti i diritti, anche dei lavoratori. Io devo pensare a quello che va bene per Milano e che può non andare bene al mio Paese, ma Milano è una città che ha deciso di funzionare in un certo modo".

Scintille anche sull'asse Salvini-Majorino

Nel fine settimana il duello Sala-Di Maio si è arricchito poi di altri contributi. Come quello del leader della Lega Matteo Salvini, a Milano in visita all'Eicma, che ha invitato Sala a "insultare meno e occuparsi più di Milano". Il sindaco ha quindi invitato il vicepremier a "stare attento a non allontanarsi troppo dalla mentalità del Nord". "Di Sala non me ne puòfregar di meno. I cittadini di Milano non insultano il prossimo", ha replicato Salvini. Al quale ha quindi risposto, via facebook, l'assessore milanese Pierfrancesco Majorino: "Viene da rispondergli una cosa semplice. Si dedica a Milano in un modo molto particolare. Non muovendo un dito da ministro contro le grandi centrali dello spaccio di eroina e cocaina, Rogoredo e non solo, e trasformando per via del suo osceno decreto (in)sicurezza 800 migranti della nostra città, inseriti in percorsi di accoglienza, in senzatetto. Che pena"

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