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Milano
Artigiani: Milano traina la Lombardia, male i giovani. I dati

IMPRESE-LAVORO.COM - Milano - Milano si conferma nel ruolo trainante di capitale dell’artigianato lombardo, segnando una crescita del +0,4% di micro, piccole e medie imprese tra il 2016 e il 2017: 248 in più in un anno. Il capoluogo è in controtendenza rispetto al resto della Lombardia, che nel complesso accusa un calo del  -0,8% in dodici mesi, pari a 2028 aziende in meno. Erano 248.873 nel 2016, oggi sono 246.845. A dirlo sono i dati forniti dalla Camera di Commercio di Milano ed elaborati dall’Unione Artigiani di Milano. “Di fronte ancora a consuntivi negativi per tutte le provincie lombarde - commenta il segretario generale dell’Unione Artigiani, Marco Accornero -, Milano dimostra di aver innescato la marcia della ripresa ed auspichiamo che funga da volano, come storicamente sempre accaduto, per il resto della Regione. A crescere in modo esponenziale è il settore dei servizi, mentre languono produzione in genere, metalmeccanica in particolare, ed edilizia.” Sono le donne artigiane di Milano a stimolare l’andamento positivo dell’artigianato, con un emblematico +1.4% in un anno, che equivale a ben 149 imprese in rosa in più rispetto al 2016. Meno marcato, ma pur sempre positivo, il risultato degli uomini: +0.2% (94 ditte nuove). In totale, delle 68.291 aziende artigiane attive a Milano a oggi, 10.582 hanno per titolare una donna (15,5%).

Tra le altre provincie lombarde, da segnalare il dato particolarmente negativo di Lodi (-4%) e Cremona (-2,3%), mentre Monza e Brianza, più contigua a Milano, attenua il segno negativo, con un modesto -0,5%: al -0,9% degli artigiani uomini, le imprenditrici brianzole rispondono con un +2%, facendo ancor meglio delle colleghe milanesi. In Lombardia gli addetti subiscono un calo netto dell’1% (5.300 posti di lavoro in meno) tra il 2016 e il 2017, anche in questo caso con Milano in controtendenza: +0,6%, pari a 723 assunti in più in un anno. Male Cremona (-2,8%), Lodi  e Sondrio (-2,3%), mentre è Varese (-0,7%) ad avvicinarsi maggiormente a Milano rispetto a Monza e Brianza (-0,9%). Gli stranieri conseguono quasi ovunque risultati positivi. La media lombarda dice +2,5% in un anno, con 43.531 ditte attive rispetto alle 42.459 del 2016. Preoccupante quanto emerge invece riguardo i giovani artigiani, che in Lombardia calano del -5,9%: erano 26.634 nel 2016, oggi sommano 25.057 ditte con titolare under30: 1.577 aziende giovani scomparse nel volgere di dodici mesi. “Questo ultimo dato riguardante i giovani – conclude Accornero -, rappresenta un grave turbamento per chi si occupa di artigianato. Al di là dei dati altalenanti circa l’andamento del settore, che comunque induce a un cauto ottimismo considerato il traino di Milano, il risultato pesantemente negativo delle imprese artigiane under30, la maggior parte start up, obbliga ad aprire una seria riflessione, soprattutto per le prospettive future di medio e lungo termine. Non possiamo non rimarcare nuovamente come le aziende da sole, in particolare quelle nuove e quindi più deboli dovendosi consolidare e sviluppare, non possono riuscire a superare la crisi. I nodi strutturali legati alle mancate semplificazioni e ai costi fiscali esorbitanti penalizzano le nostre imprese e scoraggiano non solo gli investimenti, ma anche lo stesso avvio di una attività imprenditoriale, minando la sua sopravvivenza a breve termine. Urge intervenire, consapevoli di questi allarmanti dati.”

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