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Milano
Assolombarda, la pressione fiscale sulle imprese cresce ancora. I numeri

La pressione fiscale sulle imprese è aumentata ancora dall’1%. E’ quanto emerge dal 4° Rapporto sulla fiscalità locale nei territori di Milano, Lodi e Monza e Brianza, presentato oggi a Milano.  L’indagine di Assolombarda, che ha preso in considerazione 100 comuni della Città Metropolitana di Milano e delle province di Lodi, Monza e Brianza, analizza la pressione fiscale, esercitata su base locale, mettendo a confronto i valori delle imposte gravanti sugli immobili di impresa (uffici e capannoni industriali) quali IMU, TASI, TARI, gli oneri di urbanizzazione e l’addizionale IRPEF.

"Nel 2015 la pressione fiscale locale sulle nostre imprese è aumentata ancora e se consideriamo gli ultimi quattro anni gli incrementi medi sono stati del 9,6%- afferma Carlo Bonomi, vicepresidente Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza con delega al Credito, Finanza, Fisco - Le imprese non dovrebbero essere utilizzate come un bancomat per coprire la spesa pubblica ma andrebbero sostenute per valorizzare e potenziare i territori.”

Il Rapporto in sintesi

Il 4° Rapporto sulla Fiscalità locale evidenzia che, nel 2015, gli uffici hanno subito in media incrementi dello 0,9%mentre per i capannoni industriali l’aumento è stato dell’1%. E se è vero che queste variazioni risultano più deboli rispetto a quelle rilevate nel 2014 (pari rispettivamente a + 3,5% e + 2,9% sull’anno precedente), è altrettanto vero che, se consideriamo il quadriennio di rilevazione dal 2012 al 2015, risulta, ad esempio, che gli uffici hanno visto aumentare la pressione fiscale complessivamente del 9,1%. Un rialzo medio di circa 650 euro, per un ammontare complessivo che è passato da 7.138 a 7.785 euro. Più consistente l’incremento della pressione fiscale sul capannone ‘tipo’. In questo caso, infatti, le imposte sono passate da 36.616 a 40.176 euro con un incremento medio di oltre 3.550 euro, pari al 9,7%.

Il livello della pressione fiscale per gli uffici e per i capannoni è aumentato in 45 comuni e diminuito in 38 comuni. Il Rapporto mette in luce che, tra i comuni con il livello di pressione fiscale più alto (escludendo gli oneri di urbanizzazione),Milano è al primo posto seguito da Sesto San Giovanni, Rozzano, Bollate e Cologno Monzese; Monza si colloca al 6° posto della classifica generale ma al primo in quella dei comuni della Brianza. Le amministrazioni più piccole si confermano invece le più virtuose: Cornate d’Adda, Liscate, Bellusco (comune più virtuoso della Brianza), Tribiano e Trezzo sull’Adda.

L’IMU è sostanzialmente stabile per gli uffici e si riduce leggermente per i capannoni industriali

L’aliquota media IMU applicata ai capannoni e agli uffici è rimasta invariata, allo 0,97% come nel 2014. La maggior parte dei comuni nel 2015 non ha apportato modifiche alle aliquote. In particolare, per gli uffici l’importo pagato è risultato mediamente uguale a quello del 2014. Per i capannoni, invece, l’importo IMU dello scorso anno è risultato dello 0,9% più basso rispetto al 2014.

La TASI è stata deliberata da oltre il 40% delle amministrazioni

Sono 45, rispetto alle 100 analizzate, le amministrazioni che hanno deliberato un’aliquota TASI che in media è risultata pari allo 0,07%.

L’impatto IMU/TASI continua a crescere

Per il 2015 la somma delle due imposte (calcolate sulla stessa base imponibile) è cresciuta in media dell’1,6% per gli uffici e del 2,1% per i capannoni industriali, ma considerando il quadriennio 2012-2015, l’effetto è significativo con una crescita degli importi dell’11,2% per gli uffici e del 21,9% per i capannoni.

Gli oneri di urbanizzazione sono lievemente aumentati

Rispetto al 2014, gli oneri di urbanizzazione sono aumentati dell’1,3% per gli uffici e dello 0,6% per i capannoni industriali. Si deve, però, tener presente che questi oneri non sono oggetto di frequenti revisioni da parte delle amministrazioni comunali (ogni tre anni, per legge). L’anno scorso sono stati rivisti in rialzo da 9 amministrazioni.

Addizionale comunale IRPEF

È stata rilevata per l’impatto diretto sui dipendenti delle imprese che operano sul territorio. Nello specifico, l’imposta è aumentata in 20 comuni, mentre nessuno l’ha ridotta (+4,6% la variazione media complessiva rispetto al 2014). Solo due i comuni “virtuosi”, Assago e Liscate che hanno scelto di non applicare l’addizionale ai propri cittadini.

“Anche a livello nazionale la situazione non è confortante: secondo i dati della World Bank il carico fiscale nel nostro Paeseè fra i più alti del mondo, e le tasse pagate dalle imprese sono di gran lunga più alte rispetto alla media mondiale.Inoltre, a un’impresa italiana servono 269 ore per completare gli adempimenti fiscali contro una media europea di 173” –conclude Bonomi.

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