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Blue Whale, paura anche a Milano. La procura apre un'inchiesta

Blue whale: procura Milano apre inchiesta

La Procura di Milano sta indagando su alcuni episodi di autolesionismo legati al rituale Blue Whale. A occuparsene e' il dipartimento fasce deboli guidato dal pm Cristiana Roveda. Il procuratore Ciro Cascone ha spiegato che ci sono "4 - 5 casi" di cui si sta occupando il Tribunale dei Minorenni "sotto il profilo civilistico", mentre il profilo penale e' demandato alla Procura.

Nell'intervista al 'Corriere della Sera', il procuratore Cascone spiega che "solo nell'ultima settimana abbiamo avuto una decina di segnalazioni tra Milano e le province lombarde" e altre ne stanno arrivando. Di queste, "la meta' paiono falsi allarmi, gli altri sono casi delicati da approfondire" perche' "c'e' il sospetto concreto che siano legati a Blue Whale". Sull'inchiesta avviata dalla Procura di Milano c'e' massimo riserbo anche se si sa che le attenzioni degli inquirenti sono concentrate sui cosiddetti "curatori" che sono maggiorenni. Tra i reati ipotizzabili, sempre secondo Cascone, ci sono "istigazione al suicidio, atti persecutori, stalking". Diverse procure, tra cui quelle di Udine e Como, sono al lavoro in tutte Italia su episodi di autolesionismo che potrebbero essere legati a 'Blue Whale', un rituale che porta gli adolescenti, in particolare quelli nella fascia di eta' tra i 12 e i 15 anni, a procurarsi anche tagli sulle labbra e sul polso. A istruire le regole sono i curatori che, spiega Cascone, attraverso il web impartiscono 'ordini', puntando ad alterare il ritmo sonno / veglia dei ragazzini e ad abituarli al dolore, in un'escalation che puo' portare anche a gesti estremi.

Procura minori indaga su 'curatori' minorenni

La Procura dei Minori di Milano sta indagando anche sui casi alcuni presunti 'curatori' minorenni nell'ambito delle indagini su presunti epidosi di autoleisionismo legati a 'Blue Whale'. E' quanto si apprende da fonti giudiziarie le quali precisano che i presunti 'curatori', interrogati, hanno tuttavia negato le accuse e sono in corso accertamenti. Sui presunti 'curatori' maggiorenni indaga invece il pool fasce deboli della Procura guidato da Cristiana Roveda che ipotizza il reato di istigazione al suicidio. I 'curatori' sono coloro i quali conducono il rituale in 50 tappe che puo' avere come epilogo anche il suicidio dei giovanissimi che lo praticano.

Compito del Tribunale e della Procura dei Minori nei casi di presunti episodi legati al Blue Whale e' quello, spiega una fonte giudiziaria, di inviare i servizi sociali a verificare se le famiglie dei ragazzini coinvolti siano in grado di sostenerli o se abbiano bisogno di aiuto. I casi di cui si occupa la Procura dei Minori sono diversi e disseminati nelle 8 province comprese nel distretto giudiziario milanese e lo scambio di informazioni con la Procura che si occupa dei 'curatori' maggiorenni e' costante. Il numero delle denunce a Milano e' aumentato nelle ultime due settimane, per effetto probabilmente dell'attenzione mediatica, anche se gia' da diverso tempo la Polizia Postale segnalava nei suoi esposti su suicidi e autolesionismo il possibile collegamento con il rituale diffuso attraverso la rete e WhatsApp. Dalla Procura dei Minori fanno sapere che il rischio emulazione c'e' ma che, d'altra parte, occorre parlarne per allertare le famiglie di fronte a comportamenti sospetti dei ragazzi.

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