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Milano
Bossi: "Sto con Bernardelli". Parla l'anti-Salvini. Intervista
di Fabio Massa
 
Tipo verace, Roberto Bernardelli. Ex consigliere regionale lombardo. Ex leghista. Imprenditore di successo, con due hotel di alta fascia al centro di Milano e a Caserta. E' finito nei guai per la vicenda del "tanko" e l'indipendenza del Veneto. Umberto Bossi, dopo la vittoria di Matteo Salvini al congresso della Lega Nord, ha detto che andrà nel partito di Bernardelli: "Se viene ci fa piacere - racconta Bernardelli ad Affaritaliani.it - Sabato prossimo presentiamo il nostro contenitore. Ma se anche dovesse rimanere in Lega come minoranza interna, rimarrebbe l'uomo che ci ha dato un sogno..." L'INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT MILANO
 
Roberto Bernardelli, Umberto Bossi dice che viene con lei.
Bossi è un uomo libero, quindi se vuole venire con noi, nel nostro movimento, sarà molto bene accetto. Anzi, sarà un onore incredibile. Lui è l'uomo che ci ha dato un sogno.
 
E se decide di non venire?
Non fa niente. Rimane uno dei nostri amici. Rispetteremmo la sua scelta in ogni caso. E in ogni caso rimane un punto di riferimento per noi.
 
Come si chiamerà il nuovo movimento?
Ah, no. Il nome non lo dico. Lo presentiamo il 27 maggio prossimo, all'Hotel dei Cavalieri di Milano. Tra l'altro vuole saperla una cosa curiosa?
 
Prego.
Oggi potrebbe essere che io venga rinviato a giudizio per la vicenda del tanko. Mi sa che questo endorsement di Bossi, che mi fa molto piacere, mi accelera il percorso verso le patrie galere. Strana la vita, eh! (ride di gusto, ndr).
 
Torniamo al movimento politico.
Come dicevo, lo presentiamo il 27. E non sarà il solito comizio, ma ci saranno i cittadini a parlare. Saliranno sul palco un pensionato, un cassintegrato, un giovane che non trova lavoro, un imprenditore, un commerciante e un portatore di handicap. Si va dal basso verso l'alto, capito?
 
Capito.
E poi abbiamo invitato Umberto Bossi, Marco Reguzzoni, Fabrizio Comencini. Posso anche dire che Reguzzoni lancerà la proposta di una raccolta firme che romperà proprio i coglioni ai partiti. 
 
Bernardelli scusi, pare che con l'Umberto sia scoppiato l'amore. Ma lei non se ne andò mica dalla Lega quando c'era lui al comando?
Uè, intendiamoci. Io mica sono attaccato alla cadrega, alla sedia. Mi faccio il culo dalla mattina alla sera come imprenditore e poi sono anche appassionato di politica. E sono un uomo libero, liberissimo. Se Bossi fa scelte che non condivido, e a quel tempo non le condivisi, io esco. Poi lungo la strada, come in questo caso, ci si può ritrovare.
 
Parliamo di politica. Pare che l'innovazione politica della proposta di Fava fosse che la Lega Nord non è di destra.
Non è una innovazione. La genesi della Lega Nord non è a destra o a sinistra. La Lega Nord è un movimento territoriale. Nasce come partito del territorio. Bossi le idee le aveva molto chiare. Il problema non è destra-sinistra, ma nord-sud. La trasformazione della Lega Nord nella Lega Tricolore è una forzatura, è una follia che Salvini non comprende. Che poi io mi chiedo...
 
Che cosa?
Ma che senso ha fare tre partiti nazionali che si mangiano i voti gli uni con gli altri? Se la Lega diventa nazionale allora entra in concorrenza con Forza Italia e Fratelli d'Italia, quindi i voti non è che aumentano. La verità è che a Salvini la lezione di Lepen non gli è servita a niente. 
 
E Gianni Fava?
Gianni è bravo. Ha preso molti voti a Milano. Lui è proprio bravo. Il problema della Lega Nord è che ci sono troppi cadreghinari. Escono i militanti, ma i dirigenti la sedia non la mollano mai. Comunque volevo dirle che oggi vedo Bossi.
 
E poi?
Poi vado a Verona dalla signora Gina. E' un avvocato, che organizza una manifestazione che si chiama "popolo in movimento". La gente parla, gli altri ascoltano, che è un po' il nostro motto. C'è molta sintonia con lei. 
 
Azzardiamo: il nuovo partito si chiamerà "Nord in movimento"?
No no, acqua. Non sarà questo il nome...
 
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