Bpm-Popolare: Lanzoni (First-Cosl), "Fusione necessaria, ora serve cogestione"
Fusione Bpm-Banco popolare, Eros Lanzoni (First-Cisl): "Il credito aveva bisogno di una riforma, chiederemo ai nostri iscritti di votare a favore"
IMPRESE-LAVORO.COM - “Il settore del credito, per garantire la propria solidità anche in Europa, aveva bisogno di una riforma – spiega Eros Lanzoni, segretario generale First-Cisl di Milano, alle soglie della fusione tra Bpm e Banco Popolare – il decreto del Governo è forse discutibile ma è stato utile cambiare. E’ per questo che chiederemo ai nostri iscritti di votare a favore della fusione Bpm-Popolare. Perché solo unendo le forze sarà possibile creare un gruppo forte sul territorio. Per quanto riguarda la gestione, ormai il sistema duale appartiene al passato ma occorre una forma nuova di partecipazione dei lavoratori per garantire la cogestione e una governance attiva, non dimentichiamo che l’85% dei dipendenti è iscritto alle organizzazioni sindacali”. Sul destino dei lavoratori, dopo le prese di posizione di Bankitalia, qualche preoccupazione c’è. “Verifichiamo ancora assieme il piano industriale relativo alla fusione Bpm-Popolare ma se le cose restano così, 1800 esuberi su oltre 25 mila dipendenti sono gestibili, anche tenuto conto della necessaria copertura territoriale. Ma se da parte del sindacato c’è stata disponibilità a discutere e valutare, va detto che il sistema del credito non ha fatto niente per formare nuove professionalità, riqualificare il personale, costruire una nuova sensibilità verso i clienti. Basti ricordare che, ad oggi, non si è verificata nessuna separazione tra le attività delle banche d’affari dalle strutture che trattano il risparmio. Questa è una lingua che l’Abi non conosce”, conclude Lanzoni.