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Milano
Brescia, città verso il voto. Vilardi (Fi): "Parliamo con M5S"

Paola Vilardi, candidata sindaco di Brescia per il centrodestra, si racconta ad Affaritaliani.it: la Lega, Mariastella Gelmini, Silvio Berlusconi, lo sfidante Del Bono, A2A. E un toast. L'INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT

di Fabio Massa

Paola Vilardi è una signora tranquilla. Addenta il toast, in ufficio, e racconta ad Affaritaliani.it come si è candidata sindaco di Brescia contro l'uscente Emilio Del Bono. "Un giorno viene da me Stella (Mariastella Gelmini, ndr) e mi chiede: che cosa facciamo su Brescia? E io gli rispondo come ho sempre risposto: se c'è bisogno io ci sono".

C'era da sistemare la questione con la Lega.
Lei ha fatto un capolavoro, in questo senso.

Ma pensa di potercela fare, contro Del Bono?
Certo che sì. Anche se non abbiamo sondaggi, ve lo dico subito.

Non ci credo.
Beh, non li abbiamo adesso. Ma li faremo. Tuttavia sono certa che ce la posso fare.

Pensa che l'onda del successo del centrodestra a livello nazionale può aiutare?
Da un certo punto di vista di sicuro. Anche perché il sindaco Del Bono è un "basista" del Pd, anche se sta cercando di smarcarsi. Ma la verità è che è del Pd. Io rivendico con orgoglio che sono di Forza Italia, lui prova a nasconderlo. E rivendico con orgoglio che ho messo insieme tutti, nella mia coalizione.

Come ha fatto?
Io sono in amministrazione da tanti anni, ho fatto per 8 anni il presidente del consiglio in Provincia. Ho cercato di fare bene, incarnando il ruolo istituzionale in modo collegiale ma con identità. Ho dato spazio a consigli e consiglieri. Ho rapporti solidissimi da parecchio tempo quindi diciamo che il tenere tutti insieme è una conseguenza della mia storia.

Si vociferava che Viviana Beccalossi avrebbe potuto fare una lista contro di lei, o comunque alternativa.
Ho rapporti ottimi con Viviana. Che è anche testimone di nozze di mio marito Stefano (Stefano Saglia, ex sottosegretario, ndr). Io e lei abbiamo un rapporto di amicizia forte. Sono convinta che se non fossi stata io candidata, lei magari avrebbe deciso di fare una lista sua. Invece mi da una mano. Quando ho presentato il programma, lei c'era. Questo mi ha fatto enormemente piacere.

Chi è favorito a Brescia? Del Bono?
Se mi avesse fatto questa domanda un mese fa avrei detto Del Bono. Perché è il sindaco uscente. E' un sindaco che non ha scontentato, ha governicchiato. Ha fatto il commissario prefettizio.

Quindi Del Bono non ha fatto male, a livello amministrativo.
Non ha fatto male. Il problema è che non ha fatto bene. Ha perso molti treni politici importanti. Faccio un esempio. Vi ricordate quando Delrio spazzò via le province? Un errore politico clamoroso.

Nacquero le città metropolitane, in alcuni luoghi d'Italia come Milano.
C'è stato un momento nel quale il deputato del Pd Bazoli voleva che anche Brescia fosse una città metropolitana, proprio come Milano. Presentò un emendamento che la Gelmini sostenne, tra l'altro. Del Bono non ha mosso un dito, e anzi ha sempre detto che non era il caso di andare su quella via perché non voleva occuparsi delle strade del Lago di Garda. Peccato che se avessimo avuto la Città Metropolitana avremmo avuto un respiro ampio, e la possibilità di fare più rapidamente investimenti e infrastrutture che il nostro territorio richiede. Capito quando parlo di mancanza di visione politica?

Qual è il suo rapporto con l'aristocrazia di questa città? Bazoli (non l'onorevole che ha citato prima) forse è l'esponente bresciano più pesante politicamente ed economicamente in Italia negli ultimi 40 anni. Qual è il suo rapporto con Bazoli?
Di persona, non ho conoscenza. Ma conosco la famiglia. Politicamente penso che visto che incarna l'idea di centro-sinistra, e mettiamo l'accento sul centro, non so se nell'attuale scenario politico le cose sono rimaste le stesse.

Lei ci parlerà, con Bazoli?
Io parlerò con tutti. Questo è certo. Il voto del fruttivendolo vale come quello del banchiere, e un bravo sindaco deve saper dialogare con tutti, e stare in tutti i posti, dai salotti ai mercati e viceversa. Quindi non mi pongo il problema.

Lei è una berluscones o una moderata di centrodestra?
Non sono una groupie, se è questo che intende. Sono una moderata di centrodestra fieramente di Forza Italia che ammira Silvio Berlusconi. E ovviamente vorrei che Silvio Berlusconi venisse a sostenermi. E' già venuta Giorgia Meloni, verrà Matteo Salvini, recentemente è venuto Giovanni Toti.

Parliamo di Lega.
Il fatto di averla così schierata con me è figlio del fatto che mi conoscono bene. Con gli esponenti leghisti locali e non abbiamo sempre lavorato in armonia.

La situazione governativa è complicata. Che rapporto ha con il movimento 5 stelle?
Si può ragionare su alcuni temi. Era molto brava la capogruppo in Loggia, che però non si ripresenta più. Il mio sfidante è Guido Ghidini. Non penso che nessuno potrà vincere al primo turno, quindi vorrei proprio parlare con loro.

Ecco, parliamo di ballottaggio.
Ritengo che non ci sarà il Movimento 5 Stelle, ma noi e Del Bono. Del Bono ha fuori dalla sua coalizione tutta l'estrema sinistra. Quindi in caso di ballottaggio potrebbero allargare in quella direzione. Noi abbiamo alcune forze di destra con le quali colloquiare. Comunque, noi siamo pronti a ragionare con il Movimento 5 Stelle.

Parliamo del suo hashtag #cambiamogenere. Molto stressato sulla differenza di genere. Un tipico cavallo di battaglia della sinistra.
Mica certi slogan li possono usare solo a sinistra, eh. Cambiare genere vuol dire cambiare genere di governo. Vuol dire cambiare modo di far politica.

Se domani fosse sindaco, uno degli asset più importanti è sicuramente A2A, per Brescia.
Diciamo che l'andamento del titolo, ai massimi da molto tempo a questa parte, non è certo merito di Del Bono. Ma è merito del management, sicuramente. Detto questo ci sono alcune partite che mi piacerebbe ridefinire, come la raccolta differenziata. La raccolta differenziata ibrida è da rivedere. La sinistra non ha avuto neppure il coraggio di fare il porta a porta spinto. Anche sulle politiche di A2A questo sindaco semplicemente non si è sentito: i dividendi mica sono arrivati perché lui è bravo. Sulla questione del termovalorizzatore non amo chi fa del populismo dicendo che bisogna chiudere la terza linea e stop. Del resto lo ricordo sempre al Movimento 5 Stelle: anche a Parma parlavano di chiudere qui e là, poi però Pizzarotti quando è diventato sindaco non l'ha toccato l'inceneritore.

Parliamo di rapporti istituzionali: che rapporti vorrebbe avere con la Regione Lombardia?
Forti, vogliamo sederci a un tavolo con tutti perché vogliamo far crescere Brescia. Invece in questi anni è prevalsa la voglia di stare un po' per gli affari propri. Anni fa si chiamavano Stati Generali. Chiamiamoli in un altro modo, visto che furono un fallimento. Chiamiamolo Tavolo di Crescita della città, e mettiamoci attorno le eccellenze. Bisogna levarsi il personalismo ed uscire dal cortile. Faccio un esempio: un paio d'anni fa Supernova ha fatto un festival. Era una bellissima vetrina. Non gliel'hanno fatto più fare. Ma perché? Abbiamo perso Supernova. Invece no, dobbiamo riportarlo qui, in città.

Chiudiamo su Sana. Un tremendo caso di cronaca.
Ne ha parlato tutta la città. Le uniche che non hanno parlato sono state le donne della sinistra cittadina. Quella ragazza era di Brescia. Voleva essere bresciana. I musulmani sono bravissimi quando ti devono dire quello a cui hanno diritto, casa sanità eccetera. Però quando si parla di diritti bisognerebbe metterci di fianco anche i doveri. Ecco, il silenzio della sinistra su questo caso mi ha davvero sconvolto.

fabio.massa@affaritaliani.it

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