Brexit, il Governo spinge per Milano "capitale finanziaria europea"
La commissione Finanze della Camera con voto bipartisan impegna il Governo a sostenere Milano nella nascita di un distretto d'affari europeo
Brexit, Milano fa sul serio. E sembra contare su solide sponde a Roma. Il governo si sta infatti impegnando per consentire al capoluogo lombardo di raccogliere l'eredità di Londra per quanto riguarda tutta una serie di funzioni che lasceranno la capitale inglese a seguito della Brexit. E non si sta parlando questa volta dell'Ema, l'Agenzia Europea del Farmaco, ma di servizi ed enti che coinvolgono la piazza finanziaria. Oggi la commissione Finanze della Camera ha approvato una risoluzione che impegna il Governo a sostenere Milano nella costituzione di un distretto d'affari "capace di svolgere la funzione di cittadella finanziaria europea".
A fare gola sono in particolare i servizi che garantiscono il funzionamento del mercato dei derivati in euro. Operazioni di Eurocleaning svolte dalle "Casse di compensazione e garanzia" come LCH Clearnet, controllata dal London Stock Exchange, gruppo della Borsa londinese del quale fa parte anche Piazza Affari. Una fetta di mondo finanziario che, come riporta Repubblica, muove 570 miliardi al giorno e genera 9 miliardi annui di gettito fiscale.
Nelle intenzioni, Milano punta a trovarsi al centro di un gruppo economico di interesse europeo (Geie), triangolando con la City of London Corporation, che ha bisogno di una base nell'Unione per continuare a operare, e con l'International Financial Services Centre di Dublino.
La risoluzione è stata approvata con voti bibartisan e la sola eccezione del Movimento Cinque Stelle. "Le possibilità ci sono, considerato il legame industriale tra le borse valori di Londra e Milano e alla luce della capacità attrattiva della città, che ha tutte le carte in regola per essere capitale della finanza europea", ha commentato il primo firmatario Maurizio Bernardo, presidente della commissione di Montecitorio di Ap. "Ora che il Parlamento si è espresso in maniera così trasversale - ha aggiunto Gregorio Gitti (Pd), come riporta Repubblica -, e che l'approvazione della risoluzione ha cristallizzato la volontà espressa dalla stragrande maggioranza delle forze politiche, l'impegno sul dossier da parte del governo e in particolare del ministero dello Sviluppo economico deve essere massimo".