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“BURRI CICLI SCELTI dell’opera grafica" a Vistamarestudio

“BURRI CICLI SCELTI dell’opera grafica" a Vistamarestudio

di Carolina Lombardini

La Galleria Vistamarestudio ha inaugurato la mostra "BURRI CICLI SCELTI dell’opera grafica" dedicata al famoso artista umbro Alberto Burri.

La mostra che era stata presentata, con grande successo, lo scorso dicembre da Vistamare a Pescara con opere grafiche appartenenti a ben sette cicli della sua creazione. In questi giorni è arrivata a Milano dove è possibile osservare dei lavori selezionati tra più significativi della produzione grafica dell’artista.          
Alberto Burri inizia a dedicarsi all’incisione nel 1959. Il suo intento era quello di ottenere effetti simili alla pittura anche con strumenti "indiretti"come sono, appunto, quelli dell'incisione. Le prime opere sono una Combustione e una Muffa.

Le straordinarie potenzialità dell'incisione risaltano negli otto Cretti del 1971 presenti in mostra. Spingendo al massimo la possibilità di creare il rilievo sulla carta, l'artista ottiene l'effetto della terra spaccata, frantumata, tipica delle grandi composizioni su tela. Le tecniche utilizzate sono l’acquaforte e l’acquatinta. Queste opere sembrano anticipare il Grande Cretto del 1981 : la più grande opera di Land Art al mondo. Gibellina, in provincia di Trapani, fu rasa al suolo nel 1968 e Burri ricoprì il centro storico con una colata di cemento ricavato dalle macerie della tragedia.

Nella serie di dieci stampe, chiamata Multiplex (1981), composte da acrilico e vinavil, Burri ha sperimentato il montaggio a mano dei cartoni dando ad ogni dipinto un tono di colore diverso dal rosso al nero fino al marrone e apportando in essi delle incisioni o pieghe, per creare giochi di spazio.

Nella serie Mixoblack del 1988 l’artista ha utilizzato la tecnica della mixografia che gli consente di ottenere, tramite l’utilizzo di una carta artigianale molto particolare, un effetto tridimensionale.

È invece datata 1994 la serie  di serigrafie e fogli d’oro, Trittico del 1994, in cui combina nero, bianco e oro usando forme arrotondate. Nelle tre serigrafie è presente la forma dell’arco a tutto sesto nelle proporzioni auree. La battuta nera serigrafica guida l’andamento ritmico delle tre immagini mentre l’oro, applicato manualmente, cambia la sua capacità di riflessione di riquadro in riquadro: questo è ciò che rende unico ogni esemplare.

Lavorare sui cicli grafici ha permesso al maestro Burri di collaborare con i migliori maestri incisori e calcografi come Rossi, Ascani (Nuvolo), Remba, Castelli, Baldessarini, che gli hanno fornito livelli qualitativi di estremo valore tecnico e artistico. Tale sperimentazione porta le opere a esiti straordinari che gli consentirono di ricevere nel 1973 il Premio Feltrinelli per la Grafica, conferitogli per l'attività di grafica artistica dall'Accademia Nazionale dei Lincei .

Alberto Burri nasce a Città di Castello (Perugia) nel 1915. Dopo essersi laureato nel 1940 in medicina, viene fatto prigioniero dagli alleati in Tunisia. Rientra in Italia nel 1946 dopo aver iniziato a dipingere. Da qui la scelta di lasciare la medicina per la pittura. Nel 1978, mentre è in pieno vigore creativo, viene istituita per sua volontà la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri a Città di Castello, nel desiderio manifestato dall’artista di donare un consistente numero di opere alla propria città natale. Partecipa numerose volte alla Biennale di Venezia e a Documenta di Kassel. Le sue opere sono esposte in alcuni fra i più importanti musei del mondo, tra i quali il Centro Georges Pompidou a Parigi, il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, la Tate Gallery di Londra, la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma, Il Castello di Rivoli (TO), il Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti, ricordiamo il premio AICA alla Biennale di Venezia del 1960, il premio Marzotto 1964, il Gran Premio della Biennale di San Paolo nel 1965.  Alberto Burri muore a Nizza il 13 febbraio 1995.

 

Vistamarestudio
5 giugno – 26 luglio 2019  
Martedì– sabato, ore 10.00 – 19.00
Viale Vittorio Veneto 30

 

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