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Chi è Massimo Adriatici, assessore leghista a Voghera indagato
Massimo Adriatici

Chi è Massimo Adriatici, assessore leghista a Voghera indagato per la morte di un uomo

Massimo Adriatici è l'assessore alla sicurezza del Comune di Voghera, nel Pavese, al centro di un controverso caso di cronaca: il 47enne nella notte del 20 luglio 2021 ha sparato al 39enne di origine marocchina Youns El Bossettaoui, al termine di una lite degenerata in rissa sui cui dettagli le indagini sono ancora in corso. Il pm di Pavia ha recentemente chiesto sei mesi supplettivi per fare luce su ogni dettaglio dell'episodio. L'accusa nei confronti dell'esponente leghista è al momento di eccesso doloso di legittima difesa.

Massimo Adriatici: docente, avvocato ed ex poliziotto

Chi è Massimo Adriatici? Su facebook si definisce "docente di diritto penale e procedura penale presso Scuola allievi agenti Polizia di Stato Alessandria" ed ex docente in servizio sino al 2017 "a contratto di diritto processuale penale presso Università del Piemonte Orientale". Dal suo curriculum emerge che è stato anche poliziotto, indossando la divisa tra il 1995 e il 2011, esercitando nel commissariato di Alessandria e ottenendo poi la qualifica di sovrintendente, addetto al settore anticrimine, misure di prevenzione e servizi di Polizia giudiziaria. Nel 2006 si è laureato in giurisprudenza proprio presso Università del Piemonte Orientale

Massimo Adriatici e l'elezione con la Lega a Voghera

Massimo Adriatici è titolare di uno studio legale attivo a Voghera, nel 2016 aveva difeso  il proprietario di un ristorante che, nel corso di una colluttazione, aveva sparato a un cliente, uccidendolo, come riferisce Repubblica. Nel 2020 è stato eletto tra le fila della Lega ed è entrato a far parte della Giunta comunale della sindaca Paola Garlaschelli. Appena in carica, ha introdotto il Daspo urbano a Voghera ed avviato una battaglia contro il consumo di alcolici in centro.

Adriatici e il porto d'armi: l'intervista del 2018

Massimo Adriatici è in possesso di porto d'armi, intervistato nel 2018 dalla Provincia Pavese aveva dichiarato: “L’uso di un’arma deve essere giustificato da un pericolo reale, per la persona che la usa, per le sue proprietà o quelle altrui. Ma questo non significa farsi giustizia da soli (...) La legittima difesa si configura se sparo per evitare che qualcuno spari a me, o non ci sono altro mezzi per metterlo in fuga ed evitare che rubi. Sparare deve essere l’extrema ratio, l’ultima possibilità da mettere in atto se non ne esistono altre”.

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