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Città metropolitana, consuntivo ok grazie ai voti di Fi. Lega all'attacco
Ettore Fusco

Città metropolitana, consuntivo ok grazie ai voti di Fi. Lega all'attacco

Passa anche in Conferenza metropolitana, l’Assemblea dei sindaci di Milano e provincia, il Conto Consuntivo di Palazzo Isimbardi, immediatamente eseguibile solo grazie al voto favorevole dei sindaci del centrodestra di Forza Italia e Noi con l’Italia mentre la Lega diserta l’aula per scelta del Coordinamento milanese dei sindaci leghisti.

“Le stampelle del PD – le definisce il Consigliere metropolitano della Lega Ettore Fusco – che sono accorse in aula per sostenere il partito del Sindaco Beppe Sala garantendogli i numeri necessari a licenziare immediatamente questo scarno bilancio di un anno in cui non sono stati fatti investimenti e manutenzioni ma esclusivamente multe e sanzioni, per mantenere un Ente inutile che regala la metà delle sue entrate correnti allo Stato.”

"In effetti i sindaci del centrodestra - spiega la nota -, ad eccezione di quelli della Lega, erano presenti in numero maggiore, rispetto alle abitudini, proprio per mantenere il numero legale necessario a Città metropolitana, governata dal PD, per approvare il documento che attesta ciò che è stato fatto nell’anno passato. E proprio perché nel 2017, come negli anni precedenti, la ex Provincia non avrebbe fatto nulla i sindaci leghisti hanno disertato la Conferenza dei primi cittadini dopo avere espresso in Consiglio, attraverso i consiglieri metropolitani Raffaele Cucchi di Parabiago ed Ettore Fusco di Opera, la propria contrarietà e delusione per come l’Ente, figlio della sciagurata riforma Derlrio, non abbia saputo ritagliare per se i giusti spazi, relegando Città metropolitana a ricoprire un ruolo secondario in un Paese di cui Milano è da sempre la Città trainante".

“Il Pd con i suoi sindaci non riesce più a garantire l’approvazione delle delibere ed è ricorso all’ausilio di stampelle, targate Forza Italia e Noi con l’Italia, che adesso però devono spiegare ai propri cittadini che cosa hanno voluto approvare di quanto sino ad oggi fatto dalla ex Provincia – commenta provocatorio Fusco – manutenzioni nelle scuole? Strade? Ponti? Che cosa hanno avuto le loro Città? Pulizia dei cigli delle provinciali? Sfalcio dell’erba? Illuminazione? Trasporti? Mi piacerebbe sapere che cosa, di tutto ciò, funzioni nelle comunità di chi ha sostenuto questo anacronistico carrozzone che ha peraltro deciso di sciogliere il Corpo della Polizia Metropolitana poiché la sicurezza non è una funzione cara alla sinistra e gli agenti possono notificare le sanzioni degli autovelox senza un Comandante ma comodamente seduti, davanti al computer, visto che di questo oramai sono incaricati dai dirigenti di un Ente che con le multe resta in piedi contribuendo persino a mantenere lo Stato versando la metà delle entrate correnti per rimpinguarne le casse.”

"Proprio gli autovelox sulle strade provinciali - prosegue la nota di Fusco - sono diventati l’incubo di molti automobilisti a cui non rimane neppure la consolazione di sapere che i propri soldi possano essere spesi per investire sulla sicurezza e le infrastrutture, poiché Città metropolitana non ha ancora pianificato niente ed in attesa di chiudere definitivamente, per mano della sinistra parlamentare che ha licenziato la Legge Delrio con cui si è finto di sopprimere le province e della sinistra milanese che da quattro anni governa Palazzo Isimbardi, sopravvive per mantenere una elefantiaca struttura svendendosi persino i palazzi di proprietà".

“E quando non avranno neppure più uffici e scrivanie a disposizione – commenta laconico il leghista Fusco – allora non resterà che chiudere la storica Provincia di Milano la cui storia è più antica di quella dell’Italia unita. Ma alla sinistra renziana serviva governare ovunque e nel periodo del suo massimo splendore ha eliminato, con la Delrio, le elezioni dirette dei presidenti di Provincia garantendosi così la conquista di tutti gli enti intermedi che oggi, senza che siano stati resi utili a qualcosa, finiscono con i conti in rosso e senza più una ragione per esistere”, conclude il consigliere metropolitano e vice Sindaco di Opera.

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