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Città Metropolitana Milano, Vassallo: "Riforma? Ridare dignità all'ente"
Francesco Vassallo

Città Metropolitana, Milano Vassallo: "Riforma? Ridare dignità all'ente"

Il sindaco di Bollate Francesco Vassallo è stato recentemente nominato vicesindaco della Città Metropolitana di Milano. Eredita dalla sua collega Michela Palestra, prima cittadina di Arese, una situazione che lui stesso definisce "complessa". Ma proprio in questi giorni è dominante nel dibattito politico il tema del superamento della legge Delrio, con un riordinamento degli enti locali che prevederebbe tra le altre cose l'elezione diretta dei suoi presidenti. "Qualsiasi tentativo di riforma della situazione attuale va accolto con favore. Ma il vero tema non deve essere l'elezione diretta, quanto piuttosto ridare la giusta dignità istituzionale agli enti di area vasta, mettendo loro a disposizione entrate finanziarie certe, funzioni chiare e il personale che possa svolgere al meglio tali compiti". L'INTERVISTA di Affaritaliani.it Milano.

Vassallo, che situazione eredita da chi l'ha preceduta e quali progetti ha per la Città metropolitana di Milano?

“La situazione che eredito è complessa per via della riforma incompiuta che riguarda le Città metropolitane. L’impegno e l’ottimo lavoro svolto dalla vicesindaca uscente Michela Palestra – e prima ancora da Arianna Censi e Eugenio Comincini - hanno incontrato le stesse difficoltà che mi trovo davanti oggi: poca certezza sulle entrate e criticità finanziarie legate a questa situazione; una serie di debiti contratti negli anni precedenti e che rappresentano a tutt’oggi un fardello, creando serie difficoltà nell’effettuare una programmazione amministrativa.

Non mi scoraggio, perché credo nelle potenzialità della Città metropolitana di Milano quale ente di area vasta e, quindi, come riferimento per il territorio. Continueremo nel processo di una progressiva riduzione del debito con apposite manovre e accordi stragiudiziali ad hoc; rinnoveremo il personale dell’ente per incentivarne l’attività e per metterlo davvero a servizio dei 132 Comuni. Penso soprattutto al tema della digitalizzazione e delle infrastrutture digitali, in cui la Città metropolitana di Milano è all’avanguardia ma anche al tema ambientale e della pianificazione territoriale, senza dimenticare le infrastrutture”.

Delrio riforma incompiuta: il governo pare intenzionato a "restaurare" le Province, con tanto di elezione “diretta del presidente. Cosa ne pensa?

“Come accennavo prima il tema della riforma istituzionale, ad oggi, è un edificio incompiuto. L’attuale situazione rende difficile qualsiasi manovra per cui sono convinto che qualsiasi tentativo di riforma vada accolto con favore ma anche con una certa prudenza, perché se da un lato  è comunque meglio del poco o nulla fatto dall’entrata in vigore della Delrio, dall’altra parte le riforme istituzionali devono essere di sistema e non di dettaglio.

Seguo con attenzione il dibattito in corso, rispettoso di tutte le posizioni: credo che sia fondamentale non focalizzarsi solo sul tema dell’elezione diretta (al momento, infatti, le elezioni delle città metropolitane sono di secondo livello riservate, cioè, ai consiglieri comunali e ai sindaci eletti nei 132 comuni dell’area metropolitana, ndr), bensì fare lo sforzo di attuare una riforma complessiva, che dia la giusta dignità istituzionale agli enti di area vasta, mettendo loro a disposizione entrate finanziarie certe, funzioni chiare e il personale che possa svolgere al meglio tali compiti. Ad oggi il grosso delle entrate è costituito dall’Imposta provinciale di trascrizione (IPT), dalle sanzioni al codice della strada e dai trasferimenti erariali da parte dello stato centrale (Città metropolitana di Milano riceve indietro 1/3 di quanto versa allo Stato). Questa situazione crea incertezza e impossibilità di procedere con una programmazione finanziaria lineare in quanto tali entrate sono soggette al variare del mercato dell’auto, al numero di sanzioni elevate e alla concorrenza ai saldi di bilancio statali.

Per cui più che al dibattito sulle modalità di elezione del consiglio e del sindaco metropolitano, sono interessato alle modalità di finanziamento di questi enti, alla certezza annuale delle entrate e al personale che potrà essere impiegato nelle funzioni assegnate agli enti di area vasta. Da ultimo, ma non meno importante, il riordino degli enti di area vasta è opportuno che si inserisca in una più organica riforma degli enti locali, oggi regolati dal testo unico antecedente alla riforma del Titolo V della Costituzione: è necessaria una visione di più ampio respiro che tenga conto anche del tema dei rapporti tra autonomie locali e regionalismo”.

Recentemente Sala ha dichiarato che fare il sindaco metropolitano e' molto spesso frustrante "perche' ho leve e risorse molto limitate": condivide il sentimento?

“Credo che il sentimento del sindaco Sala sia assolutamente condiviso da tutti gli attori politici che, a vario titolo, sono al servizio delle istituzioni intermedie: il tema della scarsità di risorse impedisce, di fatto, di mettere a frutto buoni progetti e di attivare valide strategie. Per questo, come dicevo, una riforma istituzionale a 360° è fondamentale. Mi sento di aggiungere, d’altro canto, che quando si tocca con mano l’attività interna all’ente si viene a contatto con la passione e il fermento di una istituzione che desidera riacquisire un ruolo da protagonista: questo è il vero carburante che ci spinge a non demordere davanti alle difficoltà”.

Mancato utilizzo dei fondi Pnrr: si sta rischiando di perdere una occasione storica e a che punto è la CMM coi i progetti PNRR?

“Il tema dei fondi del PNRR è centrale nel dibattito politico attuale e strategico per il futuro del Paese. Credo che, da questo punto di vista, la Città metropolitana di Milano abbia lavorato con impegno e tempestività, seguendo i differenti step burocratici previsti e giocando un ruolo chiave di raccordo delle progettualità dei Comuni, su più partite. Molti fondi, soprattutto sul fronte dell’edilizia scolastica, sono già andati a buon fine a dimostrazione del buon lavoro svolto. Stiamo affrontando la grande complessità burocratica relativa all’assegnazione dei progetti e alla rendicontazione e sono ottimista sulla positiva conclusione di tutte le progettualità avviate”.

Milano è purtroppo stabilmente ai primi posti nelle classifiche sulle città più inquinate al mondo... anche grazie al contributo dei Comuni dell'hinterland: come si inverte il trend?

Risiedere nell’area metropolitana di Milano, cuore pulsante dell’economia lombarda e dell’intero Paese, ci porta innumerevoli benefici ma ci espone, inevitabilmente, a diverse criticità, come l’inquinamento e il traffico. Oggi, più che mai, il tema ambientale è centrale e impone azioni concrete che devono essere concertate a livello di area metropolitana.

E’ necessario individuare strategie ed azioni comuni che portino, in prima battuta, a soluzioni sinergiche ed efficaci e, nel medio periodo, ad un cambio di mentalità. Viviamo in un territorio molto urbanizzato, con un’alta densità di popolazione che, ogni giorno, ha esigenze concrete di spostarsi da e verso il capoluogo. E’ compito delle istituzioni ragionare, coralmente, su soluzioni che coniughino questa esigenza con la tutela dell’ambiente, sfruttando le tecnologie, investendo sulla mobilità sostenibile e sul trasporto pubblico. Qualche mese fa la Città metropolitana di Milano ha approvato l’Agenda per lo sviluppo sostenibile in cui delinea diverse azioni di crescita che siano rispettose dell’ambiente.

L’auspicio è che possa diventare il faro della nostra azione, a livello di territorio metropolitano, e che possa guidare un cambio di mentalità indispensabile per il futuro dell’area in cui viviamo”. In assenza di queste condizioni è inevitabile che le amministrazioni più esposte decidano di intraprendere un percorso autonomo di lotta all’inquinamento, perché l’attesa di azioni che non arrivano non ha mai portato a risolvere i problemi ma, anzi, li ha aggravati.

Il capoluogo spinge per ridurre sempre di più l'utilizzo delle automobili: è un modello sostenibile su scala metropolitana?

“Come dicevo prima, siamo davanti ad una scelta epocale: sostenibilità ambientale significa adottare comportamenti nuovi, che incidano concretamente sull’ambiente e sull’inquinamento. Da questo punto di vista ridurre l’uso dell’automobile a favore di mezzi di trasporto più green è la strada da seguire. Sicuramente stiamo affrontando un problema complesso che richiede tempo e interventi su diversi fronti. In primis una spinta culturale, fondamentale per accogliere i cambiamenti.

Quindi investimenti sul trasporto pubblico locale, soprattutto nelle cerchie metropolitane più esterne che oggi devono fare i conti con un servizio carente a fronte di necessità concrete di movimentazione. A questo proposito fondamentale e strategico sarà il nuovo Programma dei Servizi del Bacino di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia, che sarà operativo entro il 2025 e che prevede nuove linee di trasporto pubblico locale in risposta alle richieste dei territori. Come Città metropolitana, abbiamo intrapreso la grande sfida del Biciplan cambio: piste ciclabili che collegheranno i Comuni tra loro e con il capoluogo, per favorire l’uso della bicicletta in sicurezza.

Con la nostra consigliera delegata a Mobilità e infrastrutture, Beatrice Uguccioni, inoltre, stiamo lavorando per far sì che le società di car e bike sharing/pooling operino non solo a Milano, ma in tutta l’area metropolitana. Affinché queste opportunità si concretizzino è indispensabile fare massa critica e lavorare in sinergia coi territori. Un impegno notevole e una sfida alla quale non ci sottraiamo, nel pieno spirito di servizio di ente di area vasta”.

In passato ha avuto tra le deleghe di consigliere metropolitano anche quella all'Idroscalo: cosa manca ancora perché diventi davvero quel "gioiello" che i milanesi sognerebbero? Quale futuro si prospetta dopo lo scioglimento dell’istituzione?

“Sì, l’Idroscalo è un vero gioiello e, in questi anni, ha vissuto un certo rilancio grazie ad importanti intuizioni politiche e a scelte strategiche vincenti. Non mancano le criticità che impongono una rivisitazione della gestione dell’Idroscalo che deve, necessariamente, poter intercettare risorse ed essere oggetto di investimenti specifici. In parte si riesce a far ciò attingendo a fondi europei, nazionali e regionali, ma sono indispensabili anche investimenti diretti.

Dai ragionamenti in corso si prospetta l’idea di creare una fondazione che possa far leva anche sul coinvolgimento di altri soggetti pubblici, privati e su partenariati pubblico-privati. Ma soprattutto serve un lavoro sinergico degli enti e dei territori su cui insiste l’area de parco per delineare una vision strategica su cosa può essere l’idroscalo e restituirgli quella centralità che merita nell’area metropolitana”.

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