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Viale o Piazza delle Rimembranze? Il mistero della più strana via di Milano
Viale della Rimembranza

Di Paola Perfetti
Viale delle Rimembranze a Lambrate è il viale più piazza del mondo. Un piazza perfettamente circolare che ha il nome di viale. Come mai, si chiede il viandante che capiti da quelle parti? A Lambrate molti rispondono a spallucce, senza sapere la risposta. Ma noi la risposta l’abbiamo trovata.

Le Rimembranze si riferiscono al “rimembrare”, ovvero al ricordo. Ma di cosa? Oggi la piazza-“viale” delle Rimembranze unisce le due parti in cui si trovava divisa fino all’inizio del XX secolo Lambrate: Lambrate di sotto, che includeva via Conte Rosso (ex corso Vittorio Emanuele, quella dove si trova La Cappelletta di età romana e sulla quale cadde una bomba della Seconda Guerra Mondiale che forò il tetto, non deflagrò e diede origine al “miracolo locale”), e Lambrate di sopra.

Quindi il “Rimembranze” non fa riferimento a quando Lambrate era ancora un comune autonomo da Milano – correva l’anno 1923 – bensì all’ingente numero di abitanti di Lambrate, 114, che persero la vita sul fronte nella Grande Guerra.

La piazza di Viale delle Rimembranze, definita da molti “la porta d’ingresso di Lambrate”, è allora da considerare come un giardino della memoria, “al quartiere che ha pagato un forte tributo di vite, rappresentate dai platani che, con tre cerchi concentrici, orlano il centro della piazza. È ampia circa 5mila metri quadrati e ha diametro di circa 80 metri”, spiega il sito www.z3xmi.it.

Oggi questo non-luogo occupato solo dal traffico delle auto e dal transito della linea tranviaria 33 viene sporadicamente usato, ma “Occorre premettere che la vera e propria strage prodotta dalla prima guerra (oltre 600mila soldati italiani vi persero la vita), portò alla realizzazione, in ogni paese, di un monumento a ricordo dei caduti. Spesso, secondo tradizione, al posto del monumento, si realizzava un viale alberato dove, ogni pianta, era dedicata ad un caduto. Sempre per restare in ambito milanese, un viale simile è presente a Greco Milanese, anch’esso, in quell’epoca, comune autonomo.

Nel caso di Lambrate, forse per dare maggior enfasi all’evento, si optò per la realizzazione di un rondò, dove furono messi a dimora 114 platani, ognuno di essi dedicato ad un caduto lambratese. Passati molti anni e scomparse le generazioni che avevano vissuto quei momenti si rischiava che il “Viale” delle Rimembranze fosse vissuto come un normale rondò cittadino. Per evitare ciò, qualche anno fa, il consiglio di zona decise di ripristinare le targhette con il nome dei caduti (anche in carattere Braille) sui tronchi dei platani. Una giusta iniziativa per perpetuare nelle nuove generazioni il ricordo di quel terribile conflitto e ripristinare il significato di un luogo”.

Supporta la tesi twbiblio.wordpress.com:
“I caduti del Comune di Lambrate, annesso nel 1923 a Milano, morti nella Grande guerra furono 114. Per ricordarli fu creato il Viale delle Rimembranze di Lambrate. Ma, contrariamente a quanto avvenuto in altri luoghi, dove al posto di un monumento a ricordo dei caduti è stato realizzato un viale alberato e ogni pianta era a memoria di un caduto, a Lambrate il viale non fu alberato: lungo il suo asse venne sfruttato un rondò realizzato quale capolinea dei tram e su di esso furono piantati 114 platani. Sulla facciata della ex scuola elementare Maroncelli lungo il Viale, non sul rondò, vi sono due lapidi che riportano i nomi dei caduti, non tutti leggibili perché al solito, le corone messe annualmente ne impediscono la vista.

Passati gli anni i platani sono cresciuti ma alcuni sono inevitabilmente morti. E poiché quel luogo della memoria a chi lo attraversava, passati gli anni, non evocava il significato di quei platani il Consiglio di zona 3, nel 2005, decise di ripristinare, sui tronchi dei platani, le targhette con il nome dei caduti, indicandoli anche in carattere Braille. Peccato che delle 114 targhe ne siano rimaste 16"

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viale delle rimembranze





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