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Congressi Pd Milano, Bussolati: "Cappato lo dimostra: territorio inascoltato"
Pietro Bussolati

Congressi Pd Milano, Bussolati: "La vicenda Cappato dimostra che non si ascoltano i territori"

Pietro Bussolati, già segretario dem a Milano, consigliere regionale da due legislature è chiaro: "La vicenda Cappato dimostra che questo partito per le primarie, quando non le vuole fare, non trova mai tempo, così non si ascoltano iscritti ed elettori". Poi sui congressi: "Sul regionale abbiamo trovato una sintesi sul nome di Silvia Roggiani, della quale nutro stima. Sul provinciale invece abbiamo garantito che gli iscritti potessero avere voce e dire la loro". L'INTERVISTA AD AFFARITALIANI.IT MILANO

Pietro Bussolati, iniziamo dal caso di Marco Cappato. Il Pd ha deciso di convergere su di lui, e i sindaci sono in rivolta.
Il mio partito, che esprime lo strumento più democratico di tutti per coinvolgere gli iscritti e i militanti, ha deciso di scegliere Cappato senza ascolto del territorio. Nulla contro l’esponente radicale, ha dimostrato di saper rappresentare battaglie importanti, ma per il PD non è un bel segnale rinunciare ancora una volta ad uno strumento che a parole tutti difendono ma poi…

Però il tempo era poco, questo è indubbio.
La verità è che quando non si vogliono fare le primarie c'è sempre poco tempo. O ci sono insormontabili problemi logistici. Io la dico chiara: penso ci fosse tutto il tempo del mondo. Le primarie non sono un optional. Sono uno strumento fondativo del Pd, capace di mobilitare fuori dal perimetro degli addetti ai lavori. Ma ci ricordiamo l’enorme festa di partecipazione e dibattito che hanno creato le primarie prima di Pisapia e poi di Sala? Da allora non c’è mai più stata una partecipazione così piena di interesse ed energia.Per dirla tutta: sono anche disponibile a essere in minoranza in un Partito che discute, ma faccio fatica a riconoscermi in un Partito che ha paura di sfruttare la potenzialità democratica del suo statuto. Il PD è sempre stato diverso dagli altri per questo, continuerò a battermi perché non si uniformi agli altri. Leggo che la Segretaria Schlein sta pensando a forme di partecipazione aperta e se questa è la strada che intende intraprendere non può che essere sostenuta ma fino ad oggi non si è vista.

Intanto a Milano sono partiti i congressi per scegliere il segretario regionale, che avrà una candidatura unica, e quello metropolitano, dove si sfidano Santo Minniti e Alessandro Capelli. Ma interessa ancora a qualcuno?
Milano, Varese e Mantova sono le uniche province lombarde in cui c’è un confronto tra due candidati. Alla Festa dell'Unità c'erano circa 300 persone ad assistere al confronto. L'impressione è che entrambi i candidati siano riusciti a far emergere le differenze di fondo tra le due mozioni. Conosco diverse persone indecise che si sono fatte un'idea.

Lei che idea ha?
Non è un segreto. Sono entrambe persone di grande qualità. Santo Minniti ha dato generosamente la sua disponibilità per evitare un congresso unitario scelto sulla base di un accordo tra le correnti nazionali, senza la possibilità per gli iscritti di partecipare alla decisione. Senza Santo Minniti non ci sarebbero stati dibattiti ed approfondimenti dei programmi.  E in più ha fin da subito messo alla base della sua piattaforma la necessità per il Pd di essere più protagonista rispetto all'amministrazione comunale, in Provincia e a Milano.

E' una critica implicita a Beppe Sala?
Come ha spiegato bene Minniti, Sala svolge il difficile lavoro di sindaco. Il compito di un partito è raccogliere le istanze, elaborare e fare sintesi, dando una direzione di lavoro. Non ci si può appiattire solo sull'amministrazione. Non credo sia nell'interesse né di Beppe Sala né di Milano marginalizzare il dibattito politico perché si finisce con il rischio che le istanze e la discussione politica si trasferisca altrove e trovi altre forme per emergere. Dico questo anche in prospettiva, per le future elezioni. Sui temi ambientali e dell'urbanistica (si pensi allo Stadio) serve un partito sul campo della politica protagonista, non al traino delle scelte dell'amministrazione.

Silvia Roggiani, che ha preso il suo posto alla guida del partito milanese, sostiene Capelli.
Io ho sempre scelto di sostenere persone differenti da me nelle modalità e nel modo di fare politica. Silvia Roggiani ha dimostrato grandissime capacità di tenere insieme la comunità democratica e ha ottenuto risultati importanti, insieme abbiamo costruito l’esperienza di antifascismo attivo di Bella Ciao, Milano, la grande marcia della città per reagire alle violenze dei black block de primo maggio, le primarie Sala, Balzani e Majorino, coniugando innovazione e tradizione. Io non condivido l’unitarismo perché non ha mai promosso percorsi virtuosi, non sprigiona energie e non permette l’emergere di leadership che sono fondamentali per guidare i processi. Non ho sentito sufficientemente forte la voce del Pd nel chiedere rappresentanza del territorio nella costruzione delle liste nazionali e la successiva decisione con il Partito regionale di non fare le primarie per scegliere il candidato Presidente alle regionali. Questo però non scalfisce la stima personale verso Silvia.

La narrazione di questo congresso è che Minniti rappresenta la base e Capelli le elite, ma è sicuramente semplicistica.
In tutta la mia vita politica io ho combattuto perché ci fosse più autonomia dei territori. Come ha detto Sala Milano è stata troppo bistrattata politicamente dal partito nazionale.  Torniamo a Cappato per un attimo: le sembra una cosa normale quella che è successa?

In che senso?
Non si rispetta ancora una volta il criterio di territorialità. I sindaci hanno espresso preoccupazioni e non c’è stato ascolto, l'abbandono progressivo e costante dello strumento delle primarie per selezionare i nostri eletti è un problema enorme. Su questo vorrei un Pd più presente. Non è un problema di correnti. E' la storia di chi crede e si è impegnato perché il Pd potesse essere fedele alle sue origini, alla sua ambizione di cambiare la politica per cambiare il Paese.  Io penso che il Pd sia un mezzo per attuare politiche di libertà e progresso. Altri mi pare pensino che il Pd sia un fine. Ora a me sembra questa la portata della sfida tra le due mozioni e il risultato che la mozione Minniti prenderà sarà, qualsiasi sia la sua entità, una piccola sfida per un Partito che vuole mantenere accesa la sua sfida originaria, la partecipazione di iscritti ed elettori e l’autonomia dei territori.

Anche se Roggiani sta con Capelli, lei sostiene Roggiani al regionale... O no?
C'è stato un grande lavoro da parte di Del Bono per riaprire i termini della costruzione dell'accordo sulla segreteria regionale. E ha avuto successo. La stessa analoga volontà di costruire una proposta condivisa sul metropolitano non c'è stata. Questa è la differenza sostanziale tra i due congressi.

Parliamo ancora di successione: primarie dopo Beppe Sala?
Risposta scontata. Ovvio che sì. E' una battaglia che indipendente dall'esito del congresso. Milano sarà l’appuntamento più importante prima delle elezioni politiche.Ci batteremo perché Milano continui nel solco di una partecipazione che ha generato 3 vittorie di fila.

fabio.massa@affaritaliani.it

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