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Milano
Corona in Tribunale mano nella mano con Silvia Provvedi
Fabrizio Corona e Silvia Provvedi

Corona in Tribunale mano nella mano con Silvia Provvedi

Fabrizio Corona si presenta al processo d'appello in cui e' imputato per il 'tesoretto' nascosto nel controsoffitto di una sua collaboratrice mano nella mano con Silvia Provvedi, la giovane cantante del duo 'Le Donatella' a cui era legato durante il suo ultimo periodo in carcere. Una relazione al centro del gossip da quando e' stato scarcerato, che sembrerebbe aver ripreso slancio dopo un iniziale allontanamento seguito alla ritrovata liberta' dell'ex 'fotografo dei vip'. "E' tornato il sereno tra voi?", chiede un cronista alla Provvedi e lei, sorridendo: "E' una storia turbolenta ma che ci lega tanto. Anche quando litighiamo, siamo mano nella mano. Quello che dovevo dirgli gliel'ho detto - ha aggiunto e, rivolta a Fabrizio impegnato a spiegare la sua versione ai giornalisti con toni accalorati: "Parla troppo, spero che non parli troppo".

"Sono super convinto di avere ragione"

Dal 15 maggio scorso, Corona ha potuto tornare a svolgere la propria attivita' lavorativa nell'ambito dell'affidamento terapeutico a cui e' sottoposto e, dato che "l'elemento pubblicitario e mediatico e' una componente essenziale della" sua "peculiare attivita'", come ha scritto il giudice della Sorveglianza, anche ad "utilizzare i social network" e a rilasciare interviste. "Sono super convinto di avere ragione - ha detto Corona prima di entrare in aula - vinceremo anche questa battaglia, la Procura ha presentato un appello vergognoso, assurdo, con bugie anche querelabili. Il mio percorso fuori dal carcere e' stato perfetto".

Quei 2,6 milioni trovati nel controsoffitto

Nel giugno dell'anno scorso, l'ex 're dei paparazzi' era stato condannato a un anno per illecito fiscale contro i 5 richiesti dalla Procura che aveva fatto ricorso chiedendo che venissero riconosciute anche le accuse 'cancellate' dalla sentenza di prima grado, tra cui l'intestazione fittizia di beni per avere celato 2,6 milioni di euro trovati in parte nel controsoffitto, in parte in alcune cassette di sicurezze in Austria.

Il pg chiede 2 anni e 9 mesi

Il pg di Milano Maria Pia Gualtieri ha chiesto ai giudici della seconda sezione d'appello di condannare Fabrizio Corona a 2 anni e nove mesi di carcere e 15mila euro di multa piu' la confisca di tutti i contanti. Subito dopo la richiesta, Corona ha commentato in aula: "La legge la conosco bene io, ci vuole onesta' intellettuale" e il pg ha ribattuto: "Corona non butti al vento il suo percorso di recupero con queste dichiarazioni". Il processo e' stato aggiornato al 21 settembre per le dichiarazioni spontanee dell'imputato. Fuori dall'aula, Corona e' tornato ad attaccare il magistrato: "Non ha capito nulla, anzi ringrazio il pg perche' non ha capito nulla, io non solo so il diritto, io glielo insegno, l'impugnazione della Procura e' inammissibile, nel processo abbiamo sentito gia' 60 testimoni, chiedere 2 anni e 9 mesi ora e' vergognoso, non ha capito un c....". In prima istanza, il pg ha chiesto di riaprire il dibattimento con l'ascolto di due testimoni: Geraldine Daru', che accuso' l'ex agente fotografico sui circa 2,6 milioni trovati in un controsoffitto e in Austria e Francesca Persi, coimputata e per la quale ha chiesto 1 anno e 7 mesi. Le deposizioni in aula servirebbero "per una diversa valutazione dei fatti". In ogni caso, per l'accusa Corona deve essere condannato anche per l'intestazione fittizia dei beni e per la violazione delle normative sulle misure di prevenzione, le due ipotesi di reato non riconosciute in primo grado

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