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Milano
Covid: effetti più gravi in chi ha il gene dei Neanderthal

"Quando abbiamo visto che in tutta quest'area vicino a Bergamo, Alzano Nembro, l'area da cui parte la val Brembana, e poi la situazione si e' estesa anche a Bergamo, c'era una frequenza di malattie gravi e di morti che erano 850 volte superiori a quello che uno si poteva aspettare perlomeno nei primi tempi, ci siamo chiesti: perche' qualcuno si ammala in modo grave e qualcun altro in modo lieve?", si e' domandato il professor Giuseppe Remuzzi. "Abbiamo raccolto 10mila persone di cui conosciamo tutti i dati personali, la storia familiare, e ci siamo convinti che potesse esserci qualcosa di genetico".

Chi è stato esposto al virus ed era portatore dell'aplotipo di Neanderthal aveva piu' del doppio del rischio di sviluppare Covid grave

I risultati dello studio Origin - spiega Marina Noris, Responsabile del Centro di genetica umana dell'istituto Mario Negri - dimostrano che chi e' stato esposto al virus ed e' portatore dell'aplotipo di Neanderthal aveva piu' del doppio del rischio di sviluppare Covid grave (polmonite), quasi tre volte in piu' il rischio di aver bisogno di terapia intensiva e un rischio ancora maggiore di aver bisogno di ventilazione meccanica rispetto ai soggetti che non hanno questo aplotipo". Questa suscettibilita' e' collegata in particolare alla presenza di tre dei sei geni di questa regione che si trovano sul cromosoma 3: si tratta dei geni CCR9 e CXCR6, responsabili di richiamare i globuli bianchi e causare infiammazione durante le infezioni, e del gene LZTFL1, che regola lo sviluppo e la funzione delle cellule epiteliali nelle vie respiratorie, condizionando le diverse manifestazioni della malattia. Non e' chiaro quale gene giochi il ruolo piu' importante.

La ricerca sul Covid e il contributo della comunità bergamasca

Inoltre, lo studio ha identificato altre 17 nuove regioni genomiche (loci) di cui 10 potenzialmente associate a malattia severa e 7 potenzialmente associate a rischio di contrarre l'infezione. "E' stata fondamentale la collaborazione di tutta la comunita' - conclude Ariela Benigni, Segretario scientifico del Mario Negri. Un particolare ringraziamento va ai sindaci di Bergamo, Alzano Lombardo, Nembro, Albino, Ranica e di molti altri Comuni. Ma e' stato indispensabile anche il contributo dei medici di base, delle farmacie, delle biblioteche, delle associazioni e di tutti i cittadini che si sono impegnati nella promozione dello studio. E' grazie alla dedizione di ognuno di loro se oggi abbiamo raggiunto questo importante risultato".

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