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Milano
Covid: prima sera di coprifuoco per Milano, locali quasi vuoti
Covid 19, Milano in emergenza sanitaria (fonte Lapresse)

Covid: prima sera di coprifuoco per Milano, locali quasi vuoti

Milano riavvolge il nastro ai primi di marzo, quando con un'ordinanza comunale erano stati messi i primi freni alla 'vita sociale' per arginare la prima ondata di coronavirus, senza riuscirci. Oggi l'auspicio di evitare un lockdown e' lo stesso di quei giorni, ma la differenza sta nel livello di coscienza: "Ora sappiamo a cosa andiamo incontro, ma siamo anche piu' disillusi": a dirlo e' una coppia che passeggia sul Naviglio Pavese, l'unica nel raggio di centinaia di metri. La prima sera del 'coprifuoco' la citta' si presenta cosi': semideserta. Pochi i coraggiosi, o forse impavidi, che sfidano persino le goccioline insistenti di pioggia per bere una birra in via Vigevano, dove i locali si alternano senza soluzione di continuita', ma sono quasi vuoti: "Sono le 10, ancora mezz'ora e poi torniamo a casa", garantiscono due ragazze, giovanissime, sedute ad un tavolo all'esterno.

La media e' di uno o due tavoli occupati per ogni ristorante, le luci sono ancora accese, ma ci si prepara ad abbassare le serrande. A ricordare che siamo in emergenza ci sono le due pattuglie di polizia locale che sbarrano l'imbocco dei due canali milanesi, nel punto in cui si immettono nella Darsena: da stasera gli agenti dovranno tornare a controllare gli spostamenti delle persone per evitare gli assembramenti. Lo ha deciso l'ordinanza regionale, a doppia firma del presidente Attilio Fontana e del ministro della Salute, Roberto Speranza, che prevede il coprifuoco dalle 23 alle 5, come misura estrema per fermare il dilagare del virus. E il divieto di bevande da asporto, esattamente come a marzo: "Servira'? Mah" si chiede il titolare di un bar da aperitivo a due passi dal ponte Alda Merini. La situazione non e' molto diversa in zona Corso Como, altra area densa di locali, soprattutto discoteche. "Nei periodi normali trovare un taxi qui, anche di notte, era impossibile. Ora siamo tutti fermi", si lamenta un tassista, l'ultimo della fila costretto ad occupare la carreggiata perche' gli stalli sono tutti pieni. Per finire, e' svuotato anche corso Sempione, di solito assediato dai giovanissimi: i locali tirano dentro le sedie, spengono i funghi che riscaldano i clienti, di solito numerosi anche nelle sere d'inverno, e chiudono i tendoni. Restano a percorrere le vie della citta' solo i rider: "Mi sa che siamo gli unici che continueranno a lavorare", scherzano tra loro due fattorini, appoggiati davanti all'Arco della Pace in attesa della prossima consegna.

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