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Davide Boni e il sostegno a Moratti: "Con lei garanzie sull'autonomia"
Davide Boni

Davide Boni e il sostegno a Moratti: "Con lei garanzie sull'autonomia"

"Sono entrato nella Lega Nord a 28 anni con la spinta della riforma totale di questo Paese declinata nel federalismo e nell'autonomia. Ma io sono rimasto quello, tanto che nel 2017 sono uscito dal Carroccio perché è diventato un partito tradizionale, molto personale e solo di destra". Davide Boni è stato presidente della provincia di Mantova, assessore nella terza giunta Formigoni e presidente del Consiglio regionale della Lombardia. Nel 2019 ha aderito alla compagine federalista Grande Nord. In un'intervista ad Affaritaliani.it Milano Boni spiega perché, alle prossime regionali, ha deciso di candidarsi nella lista di Letizia Moratti: "Mi ha cercato e ci siamo incontrati a ottobre. Ho ricevuto tante offerte, ma non posso entrare in una formazione politica che ha magari il tricolore o che ha un senso dello Stato fortemente centralista".

Boni, Moratti è la persona giusta per portare avanti certe istanze autonomiste?

Sì e ci sono a garanzia tutta una serie di persone, me compreso. La lista civica ti dà la possibilità di parlare di problemi veri e dei sogni che hai. E non posso dimenticare che Moratti è quella che ha portato Expo a Milano, un appuntamento che ha avuto ricadute in tutta la Regione. Lei incarna il pragmatismo meneghino e lombardo.

Moratti è sostenuta però anche dal Terzo polo.

Ho apprezzato molto la sua proposta per una ragione semplice: al di là dell'appoggio esterno del Terzo polo la base centrale è quella di una lista civica dove non interessa né la destra né la sinistra. E io non mi sono posto il problema del compagno di viaggio. Poi se non sono partiti è ancora meglio: ormai sono sorpassati.

Sull'autonomia la Lega, che conta cinque ministri lombardi, sta accelerando. Una risposta a chi dice che è stato abbandonato il Nord?

Il problema vero è che sono passati altri due governi prima, in cui la Lega Salvini c'era, e l'autonomia non è arrivata. I ministri lombardi, in altri esecutivi, ce ne sono stati anche di più. Possiamo raccontarcela in tutte le maniere, ma quello che manca è la volontà politica. Ci diranno che non c’erano solo loro al governo ma questa roba è la litania che esce fuori tutte le volte. La Lega Salvini parla di autonomia solo sotto elezioni.

Quattro consiglieri regionali sono stati espulsi dopo aver formato un nuovo gruppo al Pirellone. Moratti ha fatto bene ad aprire al dialogo anche con loro?

Io sono sempre per le aperture. Se uno può venire ben venga, ma non può permettersi di vendere la propria posizione per ottenere una poltrona. Se hai in testa il bene della Lombardia lo fai senza porre condizioni. Sono capitanati dall'ex segretario della Lega lombarda, Paolo Grimoldi. Abbiamo fatto tante battaglie insieme, ma ha messo in piedi quest'operazione il giorno dopo non essere stato ricandidato.

La Lega è diventato un partito troppo personale?

Umberto Bossi era la Lega Nord ma non ne era il padrone. Adesso si chiama Lega Salvini e ogni tanto mi domando: se fanno il congresso e cambia il segretario tocca trovare un cugino di Salvini? Io a Bossi riconoscevo la capacità di aver tirato fuori un'idea e un sogno: volevamo fare qualcosa di rivoluzionario. Ma oggi non posso portare l'acqua al mulino di chi vuole fare il premier.

Cosa ne pensa del Comitato Nord fondato da Bossi?

È un po' come se all'interno di un'azienda, che ha il core business di vendere macchine, si formasse un Comitato ristretto che ricorda all'amministratore delegato quello che devono fare. Ossia vendere macchine. La Lega era un movimento politico nato per riformare il Paese in senso federalista e ora devono ricordarlo al segretario? Per di più 'usando' Bossi, a cui voglio bene come un padre. Cosa vuol dire stare all'interno di un Comitato per evitare che qualcuno non voti più la Lega pur non condividendo la linea del segretario? Penso che qualche psicologo studierà questa cosa.

Quindi è una Lega spaccata?

In Lombardia la Lega è divisa. Hanno fatto i conti su quanta gente può tornare in Regione e quanta può vincere le elezioni. Ma il punto vero è che se dovesse rivincere Attilio Fontana chi tratterà le posizioni sarà Giorgia Meloni. Siamo davanti alla fine di un'era: qualche calcolo lo hanno fatto.

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