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"Dodici respiri - L'ospedale in Fiera Milano": un'esperienza eccezionale

"Dodici respiri - L'ospedale in Fiera Milano": storia di un'esperienza eccezionale

È stato presentato oggi a Palazzo delle Scintille il libro “Dodici respiri – l’Ospedale in Fiera Milano”, di Saschia Masini, 148 pagine che raccontano come sia stato possibile realizzare in soli dieci giorni - all’interno di due padiglioni fieristici - un modernissimo reparto di terapia intensiva con 157 posti letto.

“Dodici respiri” non è una mera cronaca di quanto è avvenuto nei 17 giorni intercorsi tra la prima idea di usare gli spazi di Fondazione e la sua realizzazione.

“Dodici al minuto sono i respiri di una persona che sta bene.Una persona che parla, ride, va al lavoro, cammina.Quanto diamo per scontato respirare, no?Eppure, tutte queste cose, per un segmento della nostra vita,per qualcuno erano diventate quasi impossibili. Te lo ricordi?”

Covid: un nemico invisibile che ha stravolto le nostre vite

Nel marzo 2020, un nemico invisibile e silenzioso ha stravolto le nostre vite. Parchi, sentieri ed intere città erano ferme. Le scuole chiuse e gli esami online. Matrimoni, battesimi e cresime annullati. Nessun contatto diretto se non con i famigliari conviventi. Si tratta della pandemia globale covid-19.

Pazzali (Fondazione Fiera): "Decidemmo di fare qualcosa che pareva impossibile"

“È stato proprio in questo momento, probabilmente uno dei più drammatici degli ultimi anni che insieme alle istituzioni abbiamo deciso di fare qualcosa che all’inizio ci era parso impossibile: si può tirare su un ospedale in dieci giorni? spiega Enrico Pazzali, Presidente di Fondazione Fiera Milano. Sembrava impossibile. Eppure, è successo. Insieme a centinaia di persone e a migliaia di benefattori, è stata creata una vera e propria terapia intensiva nei padiglioni della Fiera, al Portello. Una struttura di 25.000 metri quadri di superfice, modernissima, con 157 letti che hanno accolto, e in larga parte curato, oltre 530 pazienti, la maggioranza dei quali in gravi condizioni. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza la proverbiale generosità dei lombardi, che anche in questa occasione hanno dimostrato di voler esserci in caso di necessità. Voglio ringraziarli tutti dal più profondo del cuore partendo da Pietro, un 13enne milanese che ha deciso di devolvere la propria paghetta, fino a Leonardo Del Vecchio, che ha destinato al nostro ospedale 10.000.000 di Euro.”

 Le storie e le testimonianze di chi ha partecipato all'avventura dell'ospedale in Fiera

Dalle storie, dai racconti, dalle testimonianze di tutti quelli che hanno avuto un ruolo, grande o piccolo che fosse, nell'avventura dell'ospedale in fiera traspare, oltre all'orgoglio di esserci stati, lo stupore e l'incredulità nell'affrontare una sfida che sembrava impossibile, spiega Guido Bertolaso. Questo è il fascino ed il miracolo dell'emergenza: affrontare ostacoli e tempistiche mostruose magari quasi a mani nude e riuscire a farcela. Ti rimane nel DNA; ed ogni altro gesto o momento della tua vita poi ti appare banale, quasi noioso!

Eppure è proprio questo il messaggio più importante e segreto di questa avventura: agisci ogni giorno, nel tuo quotidiano con la stessa passione e tenacia con la quale hai lavorato per quel piccolo grande miracolo, porta sempre con te quegli occhi febbrili, quel sudore pieno di stanchezza, quelle notti dai silenzi rotti solo dal martellare delle macchine, quelle strade deserte piene di angoscia e dolore che aspettavano parole e azioni piene di speranza. Conserva nel tuo cuore e imita quegli operai, quei tecnici, quegli ingegneri, quei medici e infermieri, quegli amministrativi, quei volontari del CISOM, dell’ANA e delle altre associazioni e fai quindi in modo che ogni giorno sia un piccolo passo avanti, un tassello ulteriore nella costruzione di una vita piena di significati e cose utili per tutti. Allora l'ospedale in fiera potrà davvero rimanere un esempio di un metodo vero, serio, efficace, una piccola pagina di storia quotidiana della nostra grande Patria.

Covid, un'esperienza unica nel ricordo del direttore del Policlinico

È stata una esperienza professionale unica per tutti noi, spiega Ezio Belleri, Direttore Generale del Policlinico di Milano.  Una vera e propria rivoluzione nella gestione dell'organizzazione sanitaria: dietro un singolo posto letto, dietro ogni singolo paziente hanno lavorato decine di collaboratori, che non smetterò mai di ringraziare, di funzioni e di protocolli. All'ospedale In Fiera di letti ne abbiamo avuti 157, e nel frattempo abbiamo continuato a gestire i 900 letti nel nostro ospedale.  Anche in Fiera riuscivamo a fare tac e radiografie esami del sangue, consulti specialisti, senza la necessità di spostare i pazienti. Per noi era a tutti gli effetti un padiglione del nostro stesso Policlinico. Bisogna pensare che, prima di Covid -19, a un grande ospedale come il nostro bastavano 17 letti di Terapia Intensiva; invece, durante le 2 ondate siamo arrivati a ricoverare contemporaneamente 110 pazienti in Terapia Intensiva e altri 220 in terapia sub -intensiva: un terzo dell'intero ospedale era occupato da persone in condizioni gravissime. Sono stati momenti difficili ma non ci siamo mai sentiti soli: sanitari, professionisti, istituzioni e società civile ci hanno messo in condizioni di lavorare al nostro meglio.

È stata una esperienza da cui abbiamo imparato moltissimo, principalmente a migliorare ancora di più le nostre capacità di reazione all'emergenza, e proprio sulla scorta di questo stiamo modellando il nuovo Policlinico, struttura già in realizzazione che eredita tutti i concetti sulla separazione dei flussi e sulle capacità di adattamento che abbiamo elaborato in questi 2 anni di pandemia. E poi, è stato un ulteriore stimolo per produrre scienza ai massimi livelli diffondendo le nuove scoperte agli altri colleghi, sia in Italia sia a livello internazionale.

Questo libro descrive la vicenda da tanti punti di vista, storie, ricordi, dettagli, per raccontare a chiunque abbia voglia di ricordare. Perché spesso, il ricordo è l’unico modo per far luce sul nostro ieri, vivere meglio il nostro oggi e costruire un domani ancora più bello.

Ospedale in Fiera: dalla paghetta del 13enne alle cifre a 7 zeri dei grandi imprenditori

Si racconta la vicenda con differenti occhi, quelli di chi, lavorando 17 e più ore al giorno senza pensare alla possibilità di ammalarsi, ha profuso ogni goccia delle proprie energie per arrivare in fondo all’opera nei tempi fissati. Quelli di chi ha preso in carico la gestione dell’ospedale assicurando le migliori cure e attenzioni che si potessero avere in quei momenti. Quelli di chi non ci ha pensato un secondo e ha deciso di destinare piccole o grandi somme a questa causa. Dal ragazzino di 13 anni che “investe” l’intera paghetta ai grandi imprenditori lombardi che devolvono cifre a 7 zeri. E, infine, quelli di chi ce l’ha fatta ed è tornato a casa dopo una degenza più o meno lunga e complicata. Ma anche quelli dei parenti di chi, purtroppo, a casa non ha fatto ritorno.

Alla presentazione sono intervenuti gli autori delle prefazioni, Guido Bertolaso, Assessore al Welfare di Regione Lombardia, Enrico Pazzali, Presidente di Fondazione Fiera Milano e delle postfazioni, Nino Stocchetti, Direttore della Neurorianimazione del Policlinico di Milano ed Ezio Belleri, Direttore Generale del Policlinico di Milano.

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