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Milano
Elezioni Regionali, Armelloni vs Rossi. La sfida delle liste Gori-Fontana

di Maria Teresa Santaguida

Lista Gori e Lista Fontana Presidente. I due candidati governatori (Gori per il centrosinistra e Fontana per il centrodestra) hanno schierato "i fedelissimi" all'interno delle loro compagini. Ad Affaritaliani.it si presentano i due capilista Antonio Rossi, canoista d'oro ed ex assessore della giunta Maroni, e Giambattista Armelloni, presidente delle Acli Milanesi. L'INTERVISTA DOPPIA DI AFFARITALIANI.IT MILANO

Siete due candidati capilista delle liste civiche a sostegno dei presidenti Fontana e Gori. Perché avete deciso di associare il vostro nome a quello del candidato governatore?

ARMELLONI: Perché lo ritengo un candidato preparato e competente. Giorgio Gori ha tutte le capacità amministrative, progettuali e politiche per diventare un soggetto importante per la Lombardia ma anche per l’Italia stessa.

ROSSI: Ho conosciuto Attilio Fontana in questi cinque anni da assessore in Lombardia allo Sport: l’ho conosciuto come sindaco e credo che sia la persona giusta per amministrare la nostra regione, considerando anche il suo periodo da presidente del consiglio regionale. Fontana è un avvocato ed è stato “sindaco dei sindaci” durante il periodo di impegno in Anci. Sarà lui a portare avanti il discorso dell’autonomia, che da ieri è sempre più concreto. Inoltre, personalmente lo stimo moltissimo.

Se la vostra maggioranza dovesse prevalere potreste essere in una shortlist di assessori. Di che cosa vi piacerebbe occuparvi?

ARMELLONI: La mia vocazione è nell’ambito del tema “lavoro lavoro lavoro”, ed in questo mi ritengo in forte sintonia con il nostro candidato presidente. Poi mi occupo di tutti i temi legati alla dimensione sociale e sociosanitaria, che sono stati disattesi in questi anni, perché è mancato un progetto capace di unificare gli enti locali con la Regione.
Un assessorato al Welfare, quindi?
Vedremo, non ci ho pensato. Anche perché ci sono competenze e qualità nella nostra Lombardia per cui va sempre fatto un gioco di squadra. La mia vocazione rimane comunque legata al terzo settore, agli enti locali e alle politiche sociali per realizzare un governo di bene comune.

ROSSI: Vengo dallo sport ed è quella la mia competenza, ma parlare di sport vuol dire investire in settori della vita di tutti giorni che riguardano tutti: il sociale, la salute, l’ambiente, la scuola e la formazione. Ma anche l’integrazione perché un pallone a volte fa molto di più di tante parole. Sono convinto che gli italiani e i lombardi siano persone ospitali. La prima cosa da capire però è quante sono le persone che arrivano e a quante è possibile dare dignità di vita. Ma l’integrazione non riguarda solo le persone di cultura diversa, ma anche ad esempio quelle in difficoltà economica. Ci sono ragazzi che provengono da famiglie con poca possibilità, eppure quando si gioca con un pallone non c’è differenza di cultura, bilancio familiare, lingua. Giocare in una squadra vuol dire in ogni caso rendere più forte il senso di comunità.

Abbassiamo le aspettative: un seggio in consiglio regionale e una responsabilità che sentite di prendere a partire dal giorno dopo le elezioni, per portarla a termine nei 5 anni di consiliatura.


ARMELLONI: Penso che la minoranza debba essere pungolo e incalzare la maggioranza sulle disattenzioni che ha, ad esempio accorciando la lontananza della Regione rispetto ai temi nuovi della società. Parlo dei grandi anziani e dei giovani, che qui in Lombardia, nonostante tutto, per il 18 per cento non studiano e non lavorano. Poi parlo della condizione viabilistica e ambientale. Anche la minoranza deve essere in grado trascinare e ascoltare il grido delle persone e porle in evidenza in Regione. Mi sembra che il palazzo si sia distaccato dai temi concreti. Dovendo sceglierne solo una, è quella delle politiche attive per il lavoro con nuovo impianto della formazione professionale, perché questo dà ai giovani la speranza di partecipare nel cambiamento.

ROSSI: Mi occuperei comunque di sport e metterei a disposizione esperienza per fare il bene dello sport in Lombardia.

Una cosa che è mancata a questa campagna elettorale.

ARMELLONI: Il tema della sicurezza ha nascosto problemi importantissimi, ad esempio che il 75 per cento delle risorse per la cura dei cosiddetti “grandi anziani” è ancora sulle spalle delle famiglie. Latitano gli impegni sugli inserimenti lavorativi e c’è una sorta di incuria dal profilo culturale: si è parlato poco di investimenti in cultura, ma sono proprio quelli che poi qualificano il senso civico delle persone.

ROSSI: Il tempo. Perché Attilio Fontana è partito tardi. Avrebbe potuto aver più tempo per organizzarsi se la campagna fosse cominciata prima. Comunque ha fatto un miracolo perché è riuscito ad incontrare tantissime persone.

Una cosa che avreste evitato di questa campagna elettorale.

ARMELLONI:
La critica più forte che io faccio, è stata quella di nascondere i problemi veri delle persone giocando su pseudo-problemi e parlando alle paure della gente.

ROSSI: La prima frase di Fontana (quella sulla “razza bianca” che ha fatto molto discutere, ndr.), ma perché so che non è nelle sue corde. Sono sicuro che è derivata dalla stanchezza.

Si vota a politiche e regionali insieme. Chi sarà il prossimo presidente del Consiglio?

ARMELLONI: Paolo Gentiloni è una figura che unisce. L’ultima legge elettorale, purtroppo, ha provocato un distacco tra il protagonismo dal basso e le scelte istituzionali. Lui però è considerato una persona responsabile e in grado di tenere insieme, non in forme populistiche ma riformistiche. E’ una figura che sa dare prospettive al nostro Paese. C’è urgenza e bisogno di persone come lui, che sappiano “mettere insieme” le parti della società, altrimenti risuscitiamo, come sta accadendo, il fascismo. A partire dalla Costituzione invece è necessario riavviare progetti che stimolino la partecipazione dei cittadini.

ROSSI: Difficile dirlo adesso, prima bisognerà vedere il risultato delle elezioni. Spero comunque che il prossimo presidente del Consiglio sia espresso dal centrodestra. Mi auguro che si possa arrivare ad una maggioranza per governare e che non si debba andare a un nuovo governo tecnico o a nuove elezioni.

Chi sarà comunque una figura chiave della politica nazionale nei prossimi 5 anni?

ARMELLONI:
Ribadisco la necessità di una rigenerazione profonda della politica: dalla società civile invochiamo dei partiti che siano espressione delle esigenze della gente, che abbiano coerenza e capacità di dirsi al servizio delle persone. In questa direzione sono molto convinto che se Giorgio Gori vincesse, e quindi riuscissimo a far insediare il nostro progetto di realtà ambrosiana in Regione, sarebbe proprio lui figura capace di essere centrale, vista l’importanza della Lombardia in Italia. In questa fase, che sarà di emergenza a livello nazionale, ci vuole qualcuno capace di costruire nuovi paradigmi e che testimoni che un modo diverso di fare politica…si può fare.

ROSSI: Anche in questo caso dipende molto dal risultato elettorale. Sicuramente è necessario che chi governerà sappia essere una figura importante nel rapporto con l’Europa.

Come si concretizzerà l’autonomia a partire dal giorno di insediamento del vostro candidato presidente?

ARMELLONI:
Il nostro candidato presidente ha insistito molto sul tavolo Regioni-Stato, che possa tracciare un orizzonte per l’intero Paese. Centrale sarà il tema del lavoro e di come mettere insieme la domanda con l’offerta. Dovremo sorreggere le nostre imprese nella ricerca delle persone e qualificare i lavoratori perché siano adatti alle nostre aziende. Lì serve una marcia in più.

ROSSI: Si parte dal documento firmato ieri per valutare quante risorse e competenze sono a disposizione. Poi si cercherà di parlare con il nuovo governo per attuarle. Naturalmente saranno centrali sicurezza, formazione, lavoro e sanità. Ma penso anche all’impiantistica sportiva su cui la Regione potrà fare di più, perché le risorse che arrivano dallo Stato centrale sono poche.

A chi dedichereste la vittoria e l’elezione?

ARMELLONI:
La dedico ai volontari e ai cooperatori e uomini dell’associazionismo, che attuano. Uomini e donne che nel silenzio costruiscono la coesione sociale per il bene comune. E che hanno bisogno di essere ascoltate nelle istituzioni. Diversamente c’è un uso strumentale del mondo del terzo settore che rimane ancillare rispetto ad un mondo istituzionale sordo.

ROSSI: Ai lombardi: ringrazierò tutti coloro che mi hanno aiutato in questa campagna elettorale impegnandosi tantissimo a informare le persone della mia candidatura.

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