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Milano
Ema, Gozi risponde a Romani: “E' stata solo sfiga”

di Ma.TS.

“È inutile che adesso facciano i fenomeni per trovare un colpevole, a Maroni e Romani rispondo ‘non è vero, il colpevole è stata solo la sfiga’”. Parola di Sandro Gozi alla Leopolda, qualche giorno dopo la delusione dell’assegnazione di Ema ad Amsterdam con la disfatta di Milano. Il sottosegretario con delega all’Europa risponde abbastanza piccato, conversando con Affaritaliani.it Milano, a chi come Paolo Romani e Roberto Maroni si è lamentato del disimpegno del governo Gentiloni nei confronti dell’Europa per vincere questa battaglia, declassando il suo ruolo con un “Hanno mandato Gozi...”. 

“Paolo Gentiloni si è speso” assicura il sottosegretario “non è per la monetina che Milano sconta la debolezza dell’Italia, e non è per la monetina che Parigi dimostra la grandeur francese”. Se Parigi si è quindi aggiudicata l’Eba (agenzia europea per le banche) è perché “il mio amico Emmanuel Macron ha una sfortuna sfacciata”, afferma sorridendo. Milano, insomma, ha sempre vinto alle votazioni e anzi, insieme all’Italia si era ribellata già a giugno al sistema della lotteria: “In Consiglio Affari Generali - spiega Gozi - avevano bloccato questa procedura: e indovinate chi era d’accordo con noi? Proprio Amsterdam”. A cui alla fine però ha giovato il fattore "C...".

C’è poi la questione Spagna: anche se il ministro degli affari Esteri aveva promesso che avrebbe sostenuto l’Italia, e forse “una telefonata” c’è stata, ma con Gentiloni, “davanti a me questo sostegno non è mai stato espresso”, ammette Gozi. Che però contrattacca: “Se avessimo fatto un accordo precedente con la Spagna, avremmo guadagnato il loro voto, ma ne avremmo perso altri”. Perché? “Perché non abbiamo portato una trattativa che non guardava solo al Mediterraneo, ma anche a nord e ad est e, grazie ad un accordo con un altro Paese, ci siamo assicurati almeno quattro o cinque preferenze”. Quale sia questo Stato europeo non è dato sapere.
Rimane l’ultima domanda: come mai Matteo Renzi non si sia esposto con un commento rispetto alla sconfitta di Milano: “Ci siamo sentiti e anche lui si è detto dispiaciuto, e ha constatato che è stata una questione di sfortuna”.

LEOPOLDA 8? EXPO 2015/  Alla Leopolda 8, edizione dal titolo “Incontro”, Milano è ancora Expo. “Se ci fosse stato il Movimento 5 Stelle ci avremmo rinunciato come abbiamo fatto con le Olimpiadi di Roma”, tuona Matteo Renzi dal palco, aggiungendo: ”Expo che ha rilanciato questa città”, mentre insieme a Dario Franceschini ricorda i momenti più significativi degli incontri con i Capi di stato.

Fra i tavoli tematici invece - il secondo giorno della Leopolda di solito è dedicato al confronto fra eletti e militanti/simpatizzanti - l’unico espressamente dedicato alla città e quello dedicato al post Expo, guidato da Vinicio Peluffo. Non molto partecipato a dire il vero, se confrontato con altri, come quello con Poletti. Si parla di “Città delle Scienze” e di Hub di Milano, che si insedierà negli spazi dell’esposizione universale 2015: “Una strada più che tracciata”. Con il parlamentare della commissione di vigilanza Rai, che indica questa come un’opportunità non solo per Milano, ma come “un grande volano per il Paese per far crescere la cultura della scienza”.

Ma sono anche altri i tavoli guidati dai deputati milanesi. Partecipato ma molto controverso quello a cui è seduto il senatore Roberto Cociancich: si parla di politiche migratorie e gli animi si scaldano. Con una militante che sul punto degli accordi con la Libia si infervora e arriva a minacciare: “Se permettete le torture in Libia non vi voto più e non vi faccio votare”. Poi per fortuna la discussione si placa. Fra le soluzioni proposte dal senatore, quella di riprendere il decreto flussi e una gestione complessiva del tema perché “la paura deriva dal fatto che il fenomeno non è sufficientemente governato”.

Avrebbe dovuto essere il tavolo numero uno visto l’importanza del tema, quello su mobilità sociale, lavoro ed economia dedicato ai giovani e guidato da Lia Quartapelle. L’onorevole si porta dietro una rappresentanza di studenti bocconiani che parlano soprattutto di quanto siano penalizzati i millennials - che quest’anno per scelta di Renzi presentano sul palco - rispetto ai pensionati. Se ne conclude che c’è urgenza di politiche per la natalità, per far sentire il paese realizzato e per migliorare la formazione e la ricerca attiva del lavoro. Ricetta molto milanese. C’è poi Emanuele Fiano, che affronta il problema della sicurezza come “Diritto di libertà”: si finisce anche qui per parlare di migrazioni e per difendere l’operato del ministro degli interni Marco Minniti: “Ha saputo affrontare il problema dividendolo in 3 tempi: provenienza, salvataggio e accoglienza”.

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