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Eutanasia, chi aiuta non è punibile. Cappato: "da oggi siamo tutti più liberi"

Eutanasia, chi aiuta non è punibile. Cappato: "da oggi siamo tutti più liberi"

"La Consulta ha deciso: chi e' nella condizioni di Fabo ha diritto a essere aiutato. Da oggi siamo tutti piu' liberi, anche chi non e' d'accordo. E' una vittoria della disobbedienza civile, mentre i partiti giravano la testa dall'altra parte. Vi aspetto al Congresso". Lo ha scritto ieri su Twitter Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni in riferimento alla sentenza della Consulta sulla non punibilita' di chi aiuta il malato in caso di suicidio assistito.

Eutanasia e suicidio assistito: chi aiuta è punibile solo in "determinate condizioni"

Una decisione 'storica' quella della Corte Costituzionale che dopo ore e ore di camera di consiglio ha sancito che l'aiuto al suicidio - contemplato dall'articolo 580 del codice penale che prevede pene tra i 5 e i 12 anni di carcere - puo' non essere punibile a "determinate condizioni", quali quelle in cui si trovava Fabiano Antoniani, noto come Dj Fabo, che, irreversibilmente cieco e tetraplegico dopo un incidente stradale, aveva deciso di andare a morire in Svizzera, come poi e' accaduto il 27 febbraio 2017, in una clinica nei pressi di Zurigo dove l'esponente radicale Marco Cappato aveva acconsentito ad accompagnarlo.

Eutanasia e suicidio assistito: i dettagli della sentenza della Corte Costituzionale

La Corte Costituzionale - che depositera' la sua sentenza nelle prossime settimane - con la sua decisione, presa in attesa di un "indispensabile intervento del legislatore", ha ritenuto "non punibile" chi "agevola l'esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli". 

E per "evitare rischi di abuso" nei confronti delle "persone specialmente vulnerabili", i 'giudici delle leggi' fissano 'paletti', ossia "condizioni e modalita' procedimentali" desunte da leggi gia' in vigore: la "non punibilita'" dell'aiuto al suicidio, dunque, viene "subordinata" al "rispetto delle modalita' previste dalla normativa sul consenso informato, sulle cure palliative e sulla sedazione profonda continua", di cui parlano gli articoli 1 e 2 della legge 219/2017 in materia di consenso informato e Dat, nonche' alla "verifica sia delle condizioni richieste che delle modalita' di esecuzione da parte di una struttura pubblica del Ssn, sentito il parere del comitato etico territorialmente competente".

Eutanasia e suicidio assistito, Cappato: "Siamo tutti più liberi"

"Da oggi siamo tutti piu' liberi, anche chi non e' d'accordo. Aiutare Dj Fabo per me era un dovere. La Consulta finalmente ha stabilito fosse un suo diritto. E' una vittoria della disobbedienza civile, mentre i partiti giravano la testa dall'altra parte", ha commentato Cappato: dopo il deposito delle motivazioni della sentenza, gli atti del processo che lo vede imputato per il suicidio assistito di Dj Fabo saranno trasmessi di nuovo alla Corte d'assise di Milano, che, nel febbraio 2018, aveva sospeso il procedimento sollevando la questione di legittimita' davanti alla Consulta.

"Sono molto felice, la ritengo una vera vittoria", afferma Valeria Imbrogno, la compagna di Dj Fabo, "e' per me una soddisfazione che da' significato a tutta la sofferenza di Fabiano". "Contenta" per la decisione della Corte e' anche il procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano, titolare del processo Cappato/Dj Fabo, la quale non nasconde invece "c'e' un po' di dispiacere per il fatto che il Parlamento non abbia trovato il tempo o la volonta' di affrontare un tema per il quale la sede naturale, giusta e auspicata e' quella parlamentare".

E dal mondo politico sono giunte subito dichiarazioni per un impegno a fare una legge in materia: "Ora si riparta in Parlamento. Dopo la pronuncia della Consulta, e con la nuova maggioranza politica, spero davvero che troveremo la serenita' per fare una legge equilibrata, rispettosa di tutti gli orientamenti culturali e che tenda una mano a chi si trovi nella drammatica condizione di decidere della propria vita", dichiara la presidente della commissione Giustizia di Montecitorio, Francesca Businarolo (M5s). "Dalla Corte si leva una parola chiara in favore della liberta' di scegliere e della protezione della dignita' personale - afferma Monica Cirinna', senatrice Pd - adesso e' il momento di agire, leggeremo con attenzione la sentenza e lavoreremo per dare risposta alla domanda di riconoscimento che proviene dal corpo dei malati".

Sui temi del fine vita, "si tratti di suicidio assistito o di Eutanasia - osserva poi Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia - spetta al Parlamento trovare una soluzione equilibrata, ed e' dovere preciso delle forze politiche, anche alla luce della pronuncia di stasera, considerare la questione come assolutamente prioritaria".

Eutanasia e suicidio assistito: il fronte del no

Netto il giudizio del leader della Lega, Matteo Salvini: "Sono contrario al suicidio di Stato imposto per legge. Parliamo con le famiglie, con i medici, pero' la vita e' sacra, da questo principio non tornero' mai indietro". Per il professor Alberto Gambino, presidente di Scienza & Vita (Cei) e prorettore dell'Universita' Europea di Roma, infine, la Corte costituzionale "cede ad una visione utilitaristica della vita umana ribaltando la lettura dell'articolo 2 della nostra Carta che mette al centro la persona umana e non la sua mera volonta', richiedendo a tutti i consociati doveri inderogabili di solidarieta': da oggi non sara' piu' un dovere sociale impedire sempre e ovunque l'uccisione di un essere umano".

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