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Milano
Expo Spa, problemi di cassa. Due vie contro il fallimento
Expo, lo smantellamento dopo la chiusura dell'esposizione

di Fabio Massa

Alle telefonate seguono le lettere. Apprensione e tensione. Perché i soldi non ci sono, non arrivano. Qualche azienda fallisce e finisce sui giornali. Expo Spa è ancora nel mirino. Certo, ci sono i problemi oggettivi. Poi c’è la politica, quella che - anche usando i giornali - vuole accostare a tutti i costi Milano a Roma, e dire quanto le Olimpiadi scampate dalla capitale siano state un bene a fronte del risultato fallimentare delle Esposizioni di Milano. Tesi da dimostrare, prima di essere confutata. Anche perché, ad oggi, il piano di liquidazione che dovranno stilare i liquidatori, che cuba 23 milioni di euro, non è ancora stato pubblicato. Intanto, secondo quanto può riferire Affaritaliani.it, un primo problema pare essere stato superato. Quei 23 milioni sarebbero completamente finanziati dai soci. Il che non era scontato, visto che in una burrascosa riunione con il Mef, lo Stato aveva fatto presente che ci avrebbe messo i soldi solo dopo averli messi in norma, e quindi nella Legge di Stabilità che andrà ad approvazione a fine mese. Un “ritardo”, questo, che aveva fatto subito scattare Regione Lombardia con un niet bello grosso: se Renzi non ci mette i suoi nove milioni, di certo noi non ci mettiamo i nostri 4,7 milioni. Il Comune, dal canto suo, che esprime anche il commissario straordinario Gianni Confalonieri, già fedelissimo di Pisapia e ora uomo chiave nella squadra di Beppe Sala, aveva già messo da parte i suoi 4,7, chiedendo però di poterli stralciare dal patto di stabilità per versarli immediatamente. Anche i 2 della Camera di Commercio sarebbero coperti. Tuttavia, entro fine mese la questione dovrebbe andare a posto, e si potrà così procedere sul percorso che vede la società andare in liquidazione entro il 31 dicembre 2021. Pare che per fare questo verranno anche assunte una quindicina di persone.

Rimane però l’altro problema, quello ancora da sciogliere. Che è una vera e propria corsa contro il tempo. Quello delle telefonate e delle lettere dei fornitori che vogliono essere pagati. E a volte si tratta di conti salatissimi, da milioni. Conti che determinano la vita o la morte di un’azienda. Il problema deriva dal fatto che Arexpo deve versare a Expo 75 milioni, divisi in due tranches. La prima da 50 milioni, il 31 dicembre, la seconda tranche da 25 milioni è prevista invece per giugno. A questi 75 milioni si aggiungono i 28 milioni di rimborso IVA. Oggi Expo ha un problema di liquidità, pur avendo un bilancio che pare solido. Ovvero, non ha in cassa abbastanza soldi per pagare i fornitori. La situazione si sta surriscaldando  e dovrà essere risolta entro la metà di ottobre. Due, secondo fonti qualificate di Affaritaliani.it, possono essere le soluzioni. La prima passa dalla rinegoziazione del debito di Arexpo, che libererebbe così risorse immediatamente e permetterebbe di versare anticipatamente i 50 milioni. La seconda invece vede Expo Spa, pur in liquidazione, accedere a finanziamenti bancari portando in garanzia appunto i 75 milioni di Arexpo. Due vie simili, ed entrambe complesse. Intanto i creditori pressano. 

@FabioAMassa
fabio.massa@affaritaliani.it

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