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Milano
Famiglia adotta senegalese: secondo raid con scritte razziste e svastica
Melegnano, scritta razzista

Famiglia adotta senegalese: secondo raid con scritte razziste e svastica

"Ammazza el negher": e' la seconda scritta razzista comparsa nell'androne del palazzo di Paolo Pozzi e Angela Bedoni, i due coniugi che hanno adottato un ragazzo senegalese di 22 anni a Melegnano, grosso Comune del Sud Milano. La segnalazione e' arrivata stamattina ai carabinieri: ad andare in caserma e' stata proprio la coppia. Questa volta la scritta era accompagnata da una svastica. Il primo episodio denunciato dai coniugi si era verificato la scorsa settimana, quando sullo stesso muro era comparsa la scritta "Pagate per questi negri di m...' e 'Italiani=m...", rivolta contro il figlio adottivo dei due, Bakary Dandio. 

Angela Bedoni, madre adottiva di Bakary, non si arrende e precisa: "L'immigrazione non è un problema, qualcuno però l'ha resa un problema. Il decreto sicurezza non aiuta di certo questa situazione". Salvini dovrebbe condannare? "Sì, vorrei una condanna rispetto a quanto è successo", risponde senza esitazione ai giornalisti.

"Stiamo organizzando una manifestazione per dimostrare la nostra solidarieta' a Bakary Dandio e alla sua famiglia". Lo ha annunciato all'AGI il sindaco di Melegnano (Milano), Rodolfo Bertoli, nel corso di un'intervista in cui ha sottolineato che il Comune "non ha niente a che fare" con il gesto razzista che ha colpito la famiglia del ragazzo di origine senegalese: scritte razziste apparse nell'androne del loro palazzo, una settimana fa e poi stamattina. L'amministrazione ha gia' preso "contatti con associazioni del posto e con i Comuni vicini" che vorranno partecipare, e "presto saranno stabiliti i dettagli dell'iniziativa". All'appello del primo cittadino, che guida una giunta di centrosinistra, hanno gia' aderito alcuni partiti come il Pd metropolitano. Ieri sera la coppia di genitori adottivi e' stata invitata e ha partecipato al Consiglio Comunale, e la solidarieta' e' arrivata anche dal prefetto di Milano, Renato Saccone. "Tutte le rappresentanze politiche hanno condannato il fatto - ha ancora segnalato Bertoli - anche Fratelli d'Italia, che pure non e' rappresentata in consiglio; mentre il Movimento 5 Stelle non lo ha fatto a livello locale ma da Milano". Bertoli si dice sinceramente "arrabbiato" per quello che e' accaduto nella comunita' che guida e che "ha sempre dimostrato di essere accogliente e pronta ad integrare": proprio un paio d'anni fa, quando Bakary e' arrivato per la prima volta in Italia, la citta' apriva le porte ad "alcuni cittadini siriani arrivati tramite i corridoi umanitari". Nessun segnale dunque che nel tessuto sociale si sia creata insofferenza nei confronti di questo 22enne o di chiunque "venisse da fuori": "Io stesso non sono originario di questo Comune e non sono neanche lombardo, bensi' originario di Volterra", aggiunge ironicamente tradendo una 'c' aspirata tipica della Toscana. E spiega: "Sono arrivato qui anni fa per il mio lavoro da libero professionista, eppure mi hanno voluto ed eletto sindaco: anche io ho dovuto integrarmi e sono arrivato poi addirittura a ricoprire questo ruolo, insomma sono un esempio lampante di quanto Melegnano sia aperta".

"A una settimana di distanza, nuove disgustose e impronunciabili minacce razziste hanno sporcato i muri della casa della famiglia Pozzi che ha adottato Bakary, un ragazzo di origini senegalesi. Le frasi potrebbero avere lo stesso autore, ma di sicuro il nuovo gravissimo episodio e' figlio dello stesso odio e intolleranza, che non possono in alcun modo essere tollerati. Questa spirale di razzismo va fermata, la societa' civile e l'amministrazione comunale di Melegnano si stanno mobilitando per lanciare una grande manifestazione: noi ci saremo". Cosi' la segretaria metropolitana, Silvia Roggiani, commenta le nuove minacce comparse sui muri di casa della famiglia di Melegnano che ha adottato un ragazzo di origini senegalesi, e annuncia l'adesione del Pd Milano Metropolitana alla manifestazione in solidarieta' di Bakary promossa dalle forze politiche e il mondo associativo di Melegnano.

Sulla vicenda la procura di Lodi ha avviato un fascicolo per "minacce". Il lavoro dei militari dovra' ora concentrarsi sul comprendere se si tratti della stessa mano e sul rilevare eventuali immagini di telecamere che possano aver registrato movimenti sospetti intorno all'edificio.

Milano, Salvini: rispetto dolore madre anche richiesta sicurezza

"Io rispetto il dolore di una mamma, abbraccio suo figlio e condanno ogni episodio di razzismo. E la signora rispetti la richiesta di sicurezza e legalità che arriva dagli italiani, che io concretizzo da ministro. Bloccare gli scafisti e i loro complici, fermare l'immigrazione clandestina, assumere poliziotti, installare telecamere ed espellere i criminali è semplicemente giustizia, non è razzismo o tantomeno fascismo". Così il vicepremier e ministro dell'interno Matteo Salvini sulle scritte razziste comparse a Melegnano. Ammazza el negher" ("Uccidi il negro", ndr): è la nuova, violenta, minaccia razzista firmata con una svastica comparsa su un muro dello stabile di Melegnano (Milano) dove vive un 22enne atleta senegalese adottato da una coppia di coniugi italiani. E la madre del giovane in un'intervista ha chiamato in causa anche le politiche del minsistro dell'Interno.

 

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