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Milano
Fase 2: primi fedeli alla messa in Duomo a Milano
(fonte Lapresse)

Fase 2: primi fedeli alla messa in Duomo a Milano

Una trentina di fedeli sono entrati nel Duomo di Milano per assistere alla prima Messa "con concorso di pubblico" della fase 2 post Covid. Le persone vengono fatte entrare dall'ingresso laterale, quello di fronte all'arcivescovado, e i controlli sono un po' macchinosi: prima la misurazione della temperatura, poi il controllo delle borse - che c'era gia' prima della pandemia - quindi il metal detector. La funzione si svolge nella cappella feriale della cattedrale, che si trova esattamente dietro l'altare e ospita anche il grande coro in legno scuro. La Messa comincia in modo solenne con l'organo che risuona dopo oltre due mesi di assenza di fedeli. A celebrare e' il capo della Veneranda Fabbrica, Monsignor Gianantonio Borgonovo.

C'e' emozione nelle parole di una fedele: "Ho pregato molto di piu' a casa, ascoltando la Messa tutte le sere e mi sentivo di piu' legata a Dio, ma adesso avevo voglia di riprendere perche' il contatto fisico serve. Mi mancava casa del Signore: la chiesa. Essere di nuovo presente con tutte precauzioni e' giusto: bisogna vivere nella positivita'". All'interno e' possibile sedersi sui banchi solo a scacchiera e un paio di volontari aiutano i fedeli a disporsi e ricordano loro di tenere la mascherina sul volto. "Carissimi vi abbiamo aspettato tanto: da quel 9 marzo non ci vedevamo piu', potevamo incontrarci solo con lo streaming e la tecnologia, ma la nostra realta' e' vivere la Pasqua di Gesu' come persone umane e vive", ha introdotto la funzione il sacerdote. "Ci ritroviamo qui nel giorno del centenario della nascita di San Giovanni Paolo II, con gioia chiediamo la sua intercessione per il cammino delle nostre comunita', che si ritrovano in Duomo dove convergono tante persone da piu' parti. Che il nostro cammino sia davvero fecondo di spirito, per noi, per coloro che incontreremo e aiuteremo, per tutti", ha aggiunto monsignor Borgonovo. La prima lettura scelta per questa Messa parla proprio di guarigione; il Vangelo scelto invece e' quello in cui Gesu' lascia - poco prima di morire - a ai suoi discepoli il comandamento piu' importante: "Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi; da questo si riconoscera' che siete miei discepoli". Nella sua omelia il sacerdote ricorda l'episodio in cui San Paolo viene morso da una vipera ma non muore: "Non abbiamo piu' il carisma delle guarigioni ma quello di far diventare la pandemia un momento di vita positiva - prosegue - Nelle nostre comunita' abbiamo bisogno di guarire il nostro cuore per vivere questo lascito di Gesu': se non ci amiamo gli uni altri e non viviamo questo carisma non siamo nessuno".

Al momento della distribuzione della Comunione i celebranti si sono disinfettati le mani, prendendo il gel da un dispenser posto vicino all'altare; hanno indossato i guanti e la mascherina e hanno distribuito le ostie consacrate tra i banchi per evitare che i fedeli si mettessero in coda. A loro volta i partecipanti alla celebrazione hanno preso la Comunione in mano prima di metterla in bocca. 

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