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Milano
Fondazione Fiera, caos totale. Prende quota un rinvio. Inside
Fiera Milano

di Fabio Massa

Solo ieri Roberto Maroni aveva annunciato che nel giro di 48 ore ci sarebbe stato un nuovo presidente di Fondazione Fiera Milano. Ma, secondo quanto risulta da rumors di Affaritaliani.it, la partita si è enormemente complicata. L’intersezione infatti della battaglia per il nuovo assessore regionale alla Sanità, che Maroni vorrebbe fosse Viviana Beccalossi e che invece Berlusconi vorrebbe fosse un azzurro, va a scompaginare e a impedire che gli incastri vadano a posto su Fondazione Fiera, da sempre una delle camere di compensazione del potere lombardo. Attualmente al vertice c’è Benito Benedini, frutto di una “triplice” alleanza tra Camera di Commercio, Confindustria e - appunto - potere regionale. Una alleanza che però è finita, giacché in Confindustria sono cambiate le maggioranze. Tanto che in un primo momento, nel malumore generale di Forza Italia e con l’arrabbiatura di Stefano Parisi che non vuole tensioni prima del voto alle Comunali, pareva che Squinzi fosse il candidato numero uno per guidare la Fondazione. Un ruolo ritagliato su di lui, che però pare abbia rifiutato per motivi personali. Insomma, Squinzi non c’è. Così come pare proprio che non ci sia Licia Ronzulli, la vicepresidente di Fiera Spa, che avrebbe potuto aspirare a una promozione in Fondazione, ma che non è mai stata (né ha mai voluto lei personalmente) un posto nella controllante. Nomi buttati sul tavolo per confondere le acque, pare. Su Attilio Fontana c’è stato un fuoco di sbarramento incredibile. Sull’ex sindaco di Varese, leghista, vicino a Maroni, sarebbero stati fatti pareri e contropareri per una presunta incompatibilità prima e poi per una inopportunità a livello professionale poi. I siluri, a volte, hanno la forma di carte bollate. Eppure Fontana è ancora in campo, seppur in difficoltà. Quello che è certo è che Arcore è molto irritata. Avrebbe infatti fatto un nome credibile per la presidenza di Fondazione. Un nome che però è stato osteggiato dalla Camera di Commercio e in particolare da Carluccio Sangalli, che vuole ancora dire la sua sul tema nomine in Fondazione, come già fu per Benedini. A questo punto, nella confusione imperante, si fa così avanti l’unica soluzione possibile, salvo colpi di scena: il rinvio di tutto. Il che, semplicemente, è come buttare la palla in tribuna. Esattamente quello che si aspettava Pisapia, che si è seduto sulla riva del fiume ad aspettare. Con una incognita però: la testardaggine di Maroni che potrebbe procedere ugualmente anche solo per salvare la faccia dopo l’annuncio di ieri.

@FabioAMassa
fabio.massa@affaritaliani.it

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