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Milano
Giochi, l'allarme della Cgil di Milano. ”Bisogna vigilare sul lavoro nero"
Massimo Bonini

 

Giochi, l'allarme della Cgil di Milano. ”Bisogna vigilare sul lavoro nero"

di Daniele Bonecchi 

Si parla di 3 miliardi di investimenti più altri 1,2 d’indotto per le Olimpiadi di Milano e 22mila posti di lavoro da qui al 2026. Dopo l’esperienza di Expo i sindacati confermano il modello organizzativo. Massimo Bonini, segretario della Camera del Lavoro è soddisfatto ma invita, in una intervista ad Affaritaliani.it, a vigilare “sulla tutela dell’ambiente e contro il lavoro nero”.

Come giudicate questo risultato dal punto di vista della città e della Regione?

“E’ un grande risultato anche per la città ed è un riconoscimento internazionale, di fatto. Va dato atto al sindaco Sala che ci ha creduto, caparbiamente, fino in fondo. Anche quando ci fu la polemica con Torino e le divisioni nel governo, lui ha sempre tenuto la barra dritta. Ha convinto anche il mondo dello sport che il brand Milano poteva essere vincente”.

Si parla di forti investimenti e di grandi opportunità per la crescita del territorio e per l’occupazione, come pensate di gestire l’evento, dal vostro punto di vista?

“Per noi grandi aspettative, si va avanti in continuità dopo l’esperienza di Expo. Fortunatamente non ci sono a Milano, grandi lavori da fare, crediamo nel tema della sicurezza nel lavoro, auspichiamo che gli accordi fatti con Expo possano essere ripristinati. Ma che si pensi soprattutto alla sostenibilità ambientale. Lo dico per Milano ma anche per le montagne della Lombardia, perché se riusciamo a dare questa impronta, così come Expo aveva dato il segno nella sostenibilità nell’alimentazione, così le Olimpiadi potranno dare l’impronta di una complessiva sostenibilità ambientale, perché le cose si possano fare senza distruggere ciò che di bello la natura ci ha dato”.

Senza grandi opere, perché le infrastrutture ci sono, ma in alcuni settori si può annidare lavoro nero. Qual è l’antidoto?

“Ora rifletteremo per capire le caratteristiche dell’evento. Ci confronteremo con Torino, che ha già avuto l’esperienza del 2006. Sul fronte del commercio, i ristoranti e i pubblici esercizi, all’epoca di Expo, non avevano brillato per grandi intese. Anche perché la legge ha liberalizzato tutto. Noi cercheremo di fare la nostra parte, la priorità è e resta la legalità e soprattutto la correttezza nell’applicazione dei contratti di lavoro. Quello è un settore falcidiato, nei giorni scorsi anche la guardia di finanza ha registrato tantissime irregolarità (nei locali etnici ndr)”.

Contate di avere un ruolo nel comitato organizzativo delle Olimpiadi?

“Forse è un po’ troppo. La particolarità è che qui si intrecciano più territori, quindi dovremo governarlo non solo da Milano, ma anche da Sondrio E dal Veneto. Vedremo come sarà costituito il comitato per l’organizzazione dell’evento, sarebbe interessante, come esperienza, poterci essere. A noi interessa gestire insieme l’evento. C’è stato il modello Expo, ora avremo il modello Olimpiadi Milano-Cortina 2026”.

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