I Hate Milano

di Mister Milano

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Attenzione! E' tornato #poernano. Fenomeni del web e uffici stampa. I HATE
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Ocio, che questa è bella per davvero.

Rosanna Santonocito è una giornalista del Sole 24 Ore. Forse questo nome ai nostri lettori di vecchia data dice qualcosa, ma questo lo vedremo poi. Adesso parliamo di lei perché l'altro giorno, la Santonocito, sul suo profilo Facebook è stata protagonista di un episodio sgradevole, all'apparenza banale e che però, secondo noi, diventa un simbolo, un momento rivelatore addirittura di un intero sentimento nazionale.

I fatti: una ragazza che lavora in un ufficio stampa contatta la Santonocito perché la giornalista, nel suo blog dedicato al mondo del lavoro legato al Sole 24 Ore, si occupi dell'azienda per cui lei lavora, azienda che - a dire dell'ufficio stampa - negli ultimi tempi si è contraddistinta in modo positivo, dando opportunità a parecchi giovani.

Si sa come funzionano le cose nel 2017: gli uffici stampa fanno il loro lavoro, mandano email di questo tipo a decine di contatti sperando che a qualcuno interessi. Normale amministrazione.

Non per la Santonocito. La verace giornalista, che evidentemente vive su Marte ed email di questo tipo non ne ha mai ricevute, va su tutte le furie. Si indigna per essere stata contattata da un ufficio stampa, decide di pubblicare l'intera conversazione sul suo profilo. La "giornalista professionista" che "scrive gli articoli da sola, su dati di prima mano" senza mai ricorrere a quelli "elaborati dagli uffici stampa" colpevoli di volerle dettare "idee e scalette" risponde per le rime a quello che considera un affronto. Evabbé, direte voi, forse si è semplicemente alzata male. Può darsi, ma la cosa davvero sgradevole è che l'invettiva continua con una serie  di accuse alle "nuove leve", ovvero ai giovani giornalisti "di bocca buona", una massa indistinta di rincoglioniti "imbeccati dalle moderne teorie in cui uno vale uno" (già, perché i giovani sono tutti i grillini. Ma che razza di giovani frequenta? Mah).

L'anatema si conclude con un trionfale quanto oscuro riferimento al "Wall Street Journal" che secondo la Santonocito ha appena cambiato la testata aggiungendo la frase "democracy dies in darkness" - la democrazia muore nell'oscurità. Ora: che cosa c'entri la morte della democrazia con la timida richiesta di un ufficio stampa è un bel mistero. Ma un mistero ancora più fitto è che cosa c'entri il Wall Street Journal: già, perché quella veterana del giornalismo della Santocito, così veterana da essere "prossima alla pensione", colei che usa solo "dati di prima mano", ha scritto una solenne vaccata: il giornale che ha scritto "democracy dies in darkness" è il Washington Post per protestare contro Donald Trump. Il Wall Street Journal - giornale conservatore - non c'entra assolutamente niente. Alla faccia del professionismo!

Ma è ora di placare la vostra sete di curiosità, e rinfrescarvi la memoria. Rosanna Santonocito, chi era costei? Correva l'anno 2013 e il Sole-24 ore aveva un blog dedicato al mondo del lavoro chiamato 24job, con un occhio di riguardo per i giovani. A gestirlo, proprio lei, Rosanna Santonocito - che ai tempi si definiva "esperta di internet e nuove tecnologie". Un bel giorno un utente cita su Twitter la Santonocito, in un tweet in cui - coincidenza - linka un nostro articolo in cui perculavamo uno dei tanti fenomeni scoperti da quella inesauribile fonte di risate che era il blog del Corriere "Solferino 28".

A quel punto la Santonocito, con sorpresa di tutti, risponde dicendo che lei non accetta "l'uso di questa bacheca" per promuovere blog di alcun tipo. Sorpresi, molti utenti  le fanno presente - in modo molto civile - che Twitter funziona in modo diverso da Facebook: la citazione di una persona non prevede che tutti i followers di quella persona vedano il tweet in oggetto. Invece che ringraziare, la Santonocito se la prende senza ragione con un ragazzo, scrivendo - testuale: "Grazie per la lezioncina impartita dall'alto dei tuoi 700 followers: meno della metà dei miei!"

E' la stessa risposta che ai tempi era solito dare Gasparri quando discuteva online, l'argomento usato dagli adolescenti in età prepuberale quando con il righello misurano la lunghezza della propria virtù e sulla base di quella pretendono di imporsi nel branco.

Una simile sbruffonata non passa però inosservata - altri utenti accorrono a far notare l'assurdità della situazione: la giornalista del primo quotidiano economico italiano, che si definisce "esperta di internet", ignora come funziona Twitter, e coloro che glielo fanno notare (tra cui molti lettori della testata - e dio solo sa quanto ha bisogno di lettori quella testata!) vengono presi a male parole.

A quel punto la Santonocito esplode: spara una serie di insulti che culminano in un'offesa agli abitanti della città di Brescia, una di quelle porcate piene di stereotipi sul livello di quello che Salvini diceva in gioventù sui napoletani. Accortasi della figuraccia, invece che chiedere scusa, la Santonocito prima fa la vittima - dicendo di "essere stata provocata", poi prova a far sparire le prove, cancellando tutti i tweet.

Ma la frittata è fatta: per la prima volta nella sua vita, la Santonocito assurge agli onori della cronaca, e un hashtag collegato alla figuraccia ("#poernano, qualcuno lo ricorderà) entra nei trend topic; poche ore dopo il Sole 24 Ore stesso interviene a scusarsi (cercando di recuperare quei lettori che nel frattempo si sono comunque volatilizzati). (il resoconto originale della storia è qui: http://www.ihatemilano.com/?p=3235).

Da quella storiaccia virale sono passati anni, ma come si vede la Santonocito non è cambiata: ogni pretesto è buono per randellare in testa le cosiddette "giovani generazioni" che ormai veleggiano verso i 40 anni. Ma è proprio per questo che noi la Santonocito la stimiamo tantissimo, e anzi, la consideriamo una grande giornalista italiana (si badi bene, non una grande giornalista: una grande giornalista italiana). Perché in lei ritroviamo in modo cristallino tutti quei comportamenti che in filigrana troviamo ovunque, non solo nel giornalismo ma proprio nell'intera società italiana:

1) C'è la repulsione per tutto ciò che è nuovo, giovane, diverso da quello che esisteva negli anni '70 - gli anni in cui erano giovani quelli che da 30 anni comandano in questo Paese. Una vera e propria juvenofobia per cui la gioventù non è una ricchezza, una risorsa - come in tutti gli altri Paesi della Terra, e probabilmente anche nei 7 pianeti appena scoperti - ma una colpa che va espiata con anni di sputi in faccia, precariato e umiliazioni.

2) C'è l'arroganza di chi non si mette in discussione mai, neppure di un millimetro, neppure davanti all'evidenza dei propri errori e anzi, gode a mettere alla berlina la poveraccia che di mestiere - per uno stipendio probabilmente da fame - è costretta a scrivere alla Santonocito. Esattamente la stessa arroganza di chi si definiva "esperta di internet" e quando le facevano notare che Twitter non funzionava in quel modo, reagiva insultando gli abitanti di Brescia.

3) C'è la totale impunità di una generazione, quella della Santonocito, che qualunque cosa faccia o dica sa che resterà sempre al suo posto, perché tanto le generazioni successive sono completamente tagliate fuori. Intoccabili, così intoccabili da rendere pubbliche conversazioni private, con quella inarrivabile ciliegina sulla torta della citazione sbagliata del Wall Street Journal che farebbe capottare dalle risate se il contesto non fosse drammatico. (seriamente, ma come fai a confondere il Washington Post con il Wall Street Journal? La dignità, dov'é la dignità (sto citando uno dei tuoi tempi)?)

4) Dulcis in fundo, c'è la politica, che invece di dar seguito alle chiacchiere sui giovani e le opportunità, si schiera sempre contro. Già, perché la Santonocito pochi mesi dopo la storia del #poernano e le pedate virtuali in faccia ai giovani venne addirittura candidata alle elezioni regionali dalla Lista Civica Ambrosoli  - racimolando, lei fenomeno pieno di followers, la bellezza di 146 preferenze (a proposito: le messi di followers erano sul suo profilo pubblico, quello legato al Sole. Sul suo profilo personale ne aveva 102, meno del ragazzo che insultava).

Noi, onestamente, speriamo che la Santonocito resista al richiamo della pensione, e continui a fare il suo lavoro ancora per dieci, venti, trent'anni e oltre! Ma insomma: questo Paese, a causa del mancato ricambio generazionale, della mancanza di opportunità, della fuga verso l'estero delle sue risorse migliori è finito a un passo dal precipizio.  Cara Rosanna, non ci si vorrà mica fermare adesso?

E diamogliela 'sta ultima spintarella no?

milano@affaritaliani.it

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