I Hate Milano

di Mister Milano

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I Hate Milano
In Italia è vietato ridere: proprio come nell'Isis

Non si può scherzare sulle "minoranze", nessuna, sennò ti vengono a prendere sotto casa, anche se spesso le minoranze stesse ridono della loro parodia perché molto più evolute di noi (vedi quando già nel 1998 gli Albanesi erano pazzi di "Striscia la Berisha" e da noi invece infuriavano le polemiche).

Ma non si può scherzare o riflettere neppure su di "Noi" (abbiate pazienza, si fa per semplificare) perché sennò viene Forza Nuova o chi per lei a picchiarti negli androni dei palazzi lasciandoti agonizzante.

Non si può scherzare di Brunetta che è basso o Ferrara che è grasso, perché altrimenti ti becchi la reprimenda degli intellettuali che ti dicono che fai umorismo becero e sei sottosviluppato. Niente umorismo sui vegani o sui vegetariani o rischi di finire come Saviano.

Quando accadono le cose serie, ovvero quei momenti in cui la satira sarebbe necessaria, basta telefonare a Charlie Hebdo e chiedere di leggervi le 35 mila minacce di morte ricevute dall'Italia.

E il black humor, beh, quello in Italia lo farebbe solo un pazzo incapace di intendere e di volere.

Poi arriva una dipendente del San Paolo - non proprio una vittima sociale, tipo migrante del Congo: la direttrice di una filiale di banca - che fa quello che alla medie si chiamava, semplicemente, una figura di merda storica. Una figura di merda talmente grande da entrare di diritto nei libri di Storia.

E così per un giorno, uno soltanto, la gente ride, fa battute, e il giorno dopo si passa tutti ad altro. Magari grossolane, magari adolescenziali, magari alla lunga stucchevoli: ma sono parole, santo Cielo, parole non proiettili di cui il giorno dopo nessuno nemmeno se ne ricorda, proprio come lo spot del Buondì.

Eppure niente, non va bene nemmeno questo.

Bisogna leggersi gli hashtag a difesa di "una donna offesa", quando in Italia le donne vengono offese non per scherzo e per un giorno solo, ma sempre e in modo molto serio - a cominciare dai colloqui di lavoro.

Bisogna leggere gli Ayatollah del politicamente corretto in maniche di camicia che partono in analisi sociologiche quelle sì, violente, per spiegarci che persone di merda siamo noi che ci siamo fatti una risata di fronte a un video che se lo vede David Lynch ci fa una serie TV.

Ma una domanda: ma invece di voler trasformare l'Occidente in Isis, perché non vi trasferite voi, nell'Isis? Li dove non esiste satira, umorismo, parodia, dove non si può dire un cazzo e quindi non si corre alcun rischio.

Per molti di voi il posto ideale.

Un tempo si diceva "una risata vi seppellirà": oggi se ti azzardi a ridere, ti seppelliscono.

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