I Radicali "devono" 12mila euro al Pd. "Almeno usateli per cannabis e fine v

di Fabio Massa

Mentre a livello nazionale il Partito Democratico sta cercando una mediazione con Pisapia e la sinistra "radicale" per tramite dei Radicali, a Milano pare proprio che regni grande confusione tra i Dem e gli eredi di Pannella. La prima parte della vicenda è nota: Cappato fa ricorso per farsi assegnare un seggio in consiglio comunale ai danni di Laura Specchio, consigliera del Pd. Il ricorso dà ragione al Pd, e ai Radicali restano le spese da pagare. Per la precisione 12688 euro. A denunciare la situazione è l'Associazione per l’Iniziativa Radicale ‘Myriam Cazzavillan’, che attacca: "Siamo il paese dove mentre non risulta che Formigoni stia pagando quanto gli ha chiesto il tribunale per la vicenda delle firme false, in quanto nullatenente, nel silenzio generale Marco Cappato ha versato al Partito Democratico milanese (molti dei cui esponenti lo applaudono per il suo processo su DJ Fabo) i primi 3000 euro dei 12688 che lui e l'assessore Lipparini gli devono".

"Tutto nasce dall'apparentamento della lista di Cappato, che si è chiamata "Radicali" ma è stata sconfessata dal Partito Radicale, con Sala al secondo turno. Secondo quanto ha scritto la Associazione Enzo Tortora - Radicali Milano il 10 aprile scorso. "La partecipazione al gruppo di liste che ha appoggiato il candidato sindaco eletto è stata - ed è - ritenuta dai presentatori della lista radicale condizione sufficiente per l’assegnazione di un seggio in Consiglio comunale. Lo stesso parere ha espresso Matteo Bianchi, il rappresentante del Partito Democratico alle operazioni dell’Ufficio elettorale centrale, il quale ha dichiarato a verbale: "si precisa che la coalizione ha proceduto all'apparentamento tra il candidato Sindaco e la lista n.3 sull'attesa che la stessa partecipasse alla ripartizione dei seggi in forza del collegamento con il candidato Sindaco Beppe Sala". Ciononostante, alla lista radicale non è stato assegnato alcun seggio". Fin qui, rivendicazioni già note e sulle quali è già stata fatta chiarezza dal giudice. Rimane per il problema dei soldi da pagare per le spese legali. "Tali spese ammontano a €12.688,00 e il PD  ne pretende il pagamento. La somma non è nella immediata disponibilità di Marco Cappato e di Lorenzo Lipparini, i quali, tuttavia non intendono sottrarsi all’obbligazione in obbedienza alle due sentenze." Essendo Marco Cappato iscritto al Partito Radicale (Lipparini non ci risulta lo sia più) mesi fa abbiamo dato come associazione Cazzavillan 50 euro simbolici - fanno sapere - Pochissimi ma tutt'altro che pochi per le nostre magre finanze impegnate a raggiungere i 3000 iscritti senza i quali il Partito Radicale a fine anno chiude.
Non abbiamo poi più avuto più notizie della colletta per Cappato e Lipparini".

La conclusione è tutta politica: "Credo che sia il caso che gli esponenti del Partito Democratico milanese applaudano un po' meno Cappato per il processo su DJ Fabo e usino perlomeno parte dei soldi che hanno ricevuto per battaglie del Partito Radicale e facciamo appello a loro e agli esponenti del centrosinistra perché si rivolgano al segretario metropolitano Pietro Bussolati per chiederglielo". E ancora: " Serve qualche idea su quali battaglie appoggiare? Potrebbero per esempio offrirsi di pagare la cannabis terapeutica a qualche malato che ne abbia bisogno ma non se la possa permettere come Fabrizio Pellegrini, difeso dall'iscritto al Partito Radicale Vincenzo di Nanna. Potrebbero offrirsi di pagare l'assistenza legale a chi, come fece Mario Riccio con Piero Welby, assistesse (in Italia) un malato che vuole fermare le cure mediche applicando un principio costituzionale. Potrebbero finanziare il Global Committee for the Rule of Law “Marco Pannella” nella sua battaglia per il diritto alla conoscenze per la transizione allo stato di diritto su cui abbiamo tenuto un convegno alla università Statale di Milano proprio lunedì scorso". Chissà come finirà.

fabio.massa@affaritaliani.it