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Milano
Il 3 dicembre? "Fermate il motore". L'appello di Cornelli, Gentili, Tosoni

di Roberto Cornelli, David Gentili, Natascia Tosoni

Qualche mese fa decidemmo di uscire dal Pd perché percepivamo la rigidità del suo gruppo dirigente a ripensare ad alcune delle scelte politiche degli ultimi anni e sentivamo l'urgenza di provare a rigenerare il centrosinistra con proposte di valore che spostassero l'asse anche del Pd all'interno di una coalizione più ampia. Non era contemplata per noi l'adesione a un progetto che non vedesse come prioritaria la ricostruzione su nuove basi del centrosinistra.

In questi giorni leggo di tentativi di ricostruire il centrosinistra, di disponibilità a scrivere insieme programmi, di richieste di segnali concreti subito su lavoro, diritti, politiche migratorie e di chiusure sotto forma di “abbiamo fatto bene e non serve cambiare nulla”, da parte di alcuni e “arrivederci a dopo le elezioni” da parte di altri. 
Non penso siamo ancora arrivati a mettere un punto definitivo. Se così fosse, si starebbe deliberatamente dichiarando l’irrilevanza del centrosinistra per le sorti dell’Italia nel prossimo futuro. D’altra parte, la sensazione che non si voglia fare sul serio, rimettendo in gioco da subito alcune scelte politiche, rischia di far apparire aliena, o in alcuni casi addirittura strumentale, ogni richiesta di unità. 

L’appello che rivolgiamo a tutti, in un momento difficile e delicato, è di riprendere quella lunga tradizione di sinistra che, in ogni fase storica, ha cercato alleanze, intese, condivisioni, portando al Governo persone che ancora oggi ricordiamo con ammirazione per la loro lungimiranza. Quella sinistra che a livello locale, nei primi anni Novanta, uscì dal proprio recinto creando le Giunte rosso-verdi e rosso-bianche. Quella sinistra che ha costruito alleanze con la Margherita, che ha fatto l’Ulivo e che ha guardato al Pd come a un progetto di unità nelle diversità (malamente interpretato). Quella sinistra che a Milano ha trovato le ragioni dello stare insieme per liberare la città dalle destre e, poi, per non lasciare che le destre tornassero a governare. Quella sinistra che, proprio in questi giorni, sa vedere la differenza tra Gori e Maroni e intende provare sul serio a cambiare rotta rispetto alle politiche delle destre. 

Un appello che, per evitare la genericità, si rivolge direttamente agli uni e agli altri: si eviti di considerare la coalizione come un insieme di liste a supporto del progetto politico del Pd ma si apra sul serio e da subito una riflessione sulle lacune di questi anni dando segnali immediati, in queste settimane, di una nuova politica contro le precarietà, per i diritti e sul lavoro; nel contempo, si fermino i motori di progetti politici che rischiano di allontanarci da quella storia di apertura e di alleanze che ha contraddistinto buona parte della sinistra nell’ultimo quarto di secolo. 

 
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