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Milano
Il M5s spera nel Tribunale. "In Lombardia si vince solo se..."

di Fabio Massa

Calma e sangue freddo. Pare questa la strategia del Movimento 5 Stelle in Regione Lombardia. Eugenio Casalino spiega ad Affaritaliani.it Milano: "Ora concludiamo il programma. Per il candidato c'è tempo, faremo le primarie, come per i consiglieri regionali. La Lombardia è contendibile? Dipende se avviene qualcosa di grosso, se Maroni viene condannato ad esempio..." L'INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT MILANO

Consigliere Casalino, iniziamo dalla road map pentastellata.

Come si sa, la nostra priorità è davvero il programma. Quindi, stiamo finendo il nostro giro per la Lombardia per l'elaborazione di una piattaforma condivisa di priorità. Il 16 settembre lo finiremo. Poi sarà pubblicato. Solo dopo pensaremo alle candidature. Prima per le liste, e dunque i consiglieri regionali, e poi per il candidato presidente.

Tempistiche?

Difficile fare una previsione.

Proviamoci.

Diciamo che molto probabilmente le faremo assai prima rispetto a cinque anni fa. Di certo non le faremo due mesi prima della data delle elezioni. Il problema è che non sappiamo quando saranno, quindi ne discende una incertezza globale. E poi avete visto la Sicilia? Là è contendibile e sono state fatte quattro mesi prima...

La Sicilia è contendibile. E la Lombardia?

Diciamo che se fosse oggi, sarebbe assai dura spuntarla. Io credo che in Lombardia, per una serie di motivi, la competizione sia complicata. Uno di questi motivi è la presenza forte della Lega Nord, che in una certa misura pesca nel nostro stesso bacino elettorale. Poi c'è il centrodestra ancora forte e noi siamo il terzo polo, secondo i sondaggi. Però...

C'è sempre un però.

Esatto. Però potrebbe essere contendibile se avvenissero fatti importanti, come una condanna a Roberto Maroni. Allora potrebbe cambiare la situazione.

Diamo un giudizio su Giorgio Gori.

Ho qui davanti un articolo del Corriere con foto di Alfieri e Gori. E se devo essere onesto Gori non riesco ancora a definirlo. E' un renziano, sindaco di Bergamo. Detto questo, il metodo che stanno adottando non mi pare ottimo. Continuano a fare un sacco di conciliaboli di partito quando basterebbe fare le primarie. Di che cosa hanno paura? Detto questo, di certo la battuta su Formigoni è stato un epic fail, che peraltro denota una certa inesperienza politica.

Maroni.

Maroni non è il mio presidente, perché è la tipica espressione di un certo modo di gestire il potere. Si è visto come si è comportato in occasione di arresti e processi nel suo entourage. Non ci piace la solita propaganda che fanno su tante cose, su immigrazione e sicurezza. E adesso anche sul referendum. Sta giocando sporco. E piantiamola pure di dire che la sanità è una eccellenza: le cose funzionano bene da 500 anni malgrado i politici e non grazie a loro.

Parlava di strumentalizzazione del referendum. Però voi l'avete voluto. Un errore?

Ogni tanto qualcuno dei nostri ce lo viene a dire, che abbiamo fatto un errore... Però io dico che politicamente assolutamente no, non è così. E' una cosa giusta. Inizialmente ci hanno contestato al nostro interno, ma oggi siamo passati a fare la propaganda per il sì. Il problema è che Maroni come al solito sta gestendo male tutto. Ma la nostra scelta non è un errore: abbiamo fatto quel che era giusto per la Lombardia. A febbraio 2015 la nostra scelta è stata sul merito, non sul metodo che due anni e mezzo dopo Maroni sta adottando.

fabio.massa@affaritaliani.it

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