Fondatore e direttore
Angelo Maria Perrino

Il mestiere più richiesto a Milano? Il macellaio. L’intervista

C’è ancora chi li chiama “centri di collocamento”. Ma i centri per l'impiego sono molto di più

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di Fabio Massa

C’è ancora chi li chiama “centri di collocamento”. In effetti, adesso, i centri per l’impiego sono solo uno dei “corni” della questione lavoro. C’è la formazione, c’è lo sviluppo, c’è l’orientamento. In pratica, c’è AFOL (Agenzia metropolitana Formazione Orientamento Lavoro), uno dei (pochi) servizi che ancora funzionano nel mare magnum della disfatta della Città Metropolitana. Affaritaliani.it Milano ha intervistato Giuseppe Zingale, il direttore generale, che spiega: “Siamo stati capaci di confrontarci con il mercato e di essere in grado di sopravvivere. I mestieri più richiesti oggi? Sicuramente il macellaio e il pescivendolo per la grande distribuzione…” L’INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT

Direttore Zingale, Afol è ancora qualcosa di sconosciuto. La gente parla ancora di “centri di collocamento”.
Beh, si tratta di una definizione riduttiva. Diciamo che i centri per l’impiego sono una parte di Afol, che si occupa anche di formazione e di orientamento e di politiche attive per il lavoro. Tutto nasce da una riflessione, fatta qualche anno fa, sull’esternalizzazione dei servizi decisa dalla Regione, che aveva dato alla Città Metropolitana la funzione di occuparsi di lavoro. Afol nasce così: per occuparsi di tutto il sistema delle politiche attive e dell’autoimpresa.

Da chi dipende Afol?
Dai soci. In pratica i comuni che aderiscono ad Afol metropolitana, quasi tutti quelli del milanese, e dalla Città Metropolitana che ha una quota. Un po’ come succede con CAP Holding per la parte relativa alla gestione idrica.

Da chi siete finanziati?
Dal mercato. Abbiamo avuto la capacità di costruire una serie di progetti che ci hanno reso una realtà efficiente sul mercato. Le risorse economiche arrivano dal contratto di servizio della città metropolitana più una piccola quota a carico dei comuni. Noi stiamo in equilibrio perché progettiamo politiche del lavoro serie e sostenibili.

E la Regione?
La Regione fa la sua parte, emette bandi: noi siamo una delle strutture che partecipano a quei bandi. 

Una delle competenze che la riforma costituzionale potrebbe riportare a Roma avocandola dalle Regioni è proprio il lavoro e la formazione. Vi tocca? Siete preoccupati?
Assolutamente no. Non c’è nulla di deciso. 

Rischiate di sparire?
No, come AFOL assolutamente no. 

Torniamo al mondo del lavoro: ma c’è lavoro a Milano?
Direi che su Milano abbiamo ottenuto buoni risultati. Se prendo in  esame il programma Garanzia Giovani abbiamo ricollocato il 78 per cento delle persone prese in carico, il 21 per cento a tempo determinato, il 41 per cento a tempo indeterminato  e il restante con tirocini che poi speriamo vengano a stabilizzarsi. Il mercato c’è, le imprese in qualche modo assumono. C’è però un ragionamento da fare.

Prego.
Bisogna andare verso figure di alta specializzazione. Se io penso alla grande distribuzione che chiede i macellai, i pescivendoli, i banconieri gastronomi… Dobbiamo rendere coerente la formazione professionale con i desiderata delle imprese.

Quali sono i mestieri più richiesti?
Il macellaio finito e il pescivendolo. Ne cercano, e non ne trovano. La grande distribuzione ha un turnover molto alto, ma il macellaio e il pescivendolo sono figure ricercatissime.

Diamo qualche numero su AFOL.
Siamo in un processo di fusione, perché stiamo riaggregando le varie Afol. A brevissimo incorporeremo Afol Est, e fuori rimarrebbe solo Afol Sud, che contiamo di inglobare entro i primi sei mesi del prossimo anno. Ad oggi però siamo 350 persone tra collaboratori e dipendenti, e abbiamo un bilancio che tocca i 17 milioni di euro. 

@FabioAMassa
fabio.massa@affaritaliani.it

 

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