A- A+
Milano
Il volo in picchiata del Passera: accordo con Parisi o corsa solitaria?
Corrado Passera

di Fabio Massa

Due grandi correnti di pensiero. La prima è quella del: “Andiamo fino in fondo, costi quel che costi” (e non sta costando poco). La seconda è quella del: “Accordiamoci subito altrimenti rischiamo di rimanere fuori dalla partita”. Corrado Passera è a un bivio, e anche chi gli sta vicino si divide in due grandi gruppi: gli attendisti e gli interventisti. Di certo, da qualche tempo a questa parte, la campagna si è fatta più “riflessiva”. Per dirla con un eufemismo. Per dirla invece con il politichese: “più democristiana”. Del resto, Corrado Passera ha una scelta, davanti: scegliere subito Parisi o scegliere Parisi dopo il ballottaggio. O non scegliere nessuno, ma sicuramente di allearsi con la sinistra non ci può essere verso, anche dopo il claim reiterato nelle metropolitane e sui manifesti: “Basta con la sinistra”. Un valore, il manager, ce l’ha: essendo partito presto ha tante idee, e soprattutto una fotografia precisa della città. Ma i sondaggi sono abbastanza impietosi, e per lui le porte del ballottaggio, di riffa o di raffa, sono strablindate. Quindi? Quindi bisogna fare movimento. O attaccare a destra e a manca, ma specialmente a destra, nella propria “casa”, per dividere a tal punto da rendersi indispensabile per il secondo turno, e quindi passare al ritiro dei dividendi a giugno. Oppure accordarsi subito e accomodarsi in un angolino di prestigio, ma pur sempre angolino. Uno strapuntino d’alta classe.

Del resto, e questa è la teoria di chi vorrebbe l’accordo, Parisi è stato molto intelligente. Mai attacchi diretti, mai parole troppo feroci. Intelligentemente, fin dall’inizio ha lasciato aperta la porta. Sta a Corrado passarci. E poi, in questo modo eviterebbe a Passera di incassare magari un risultato elettorale tanto brutto da mettere in difficoltà la vita stessa del suo partito, Italia Unica, così appoggiato ai destini del fondatore. C’è poi l’altra teoria, quella ottimista. Quella che - secondo quanto risulta ad Affari - Passera stesso porta avanti per caricare i suoi: una terza via è possibile. E’ possibile riuscire a imporre le proprie idee senza scendere a patti. Almeno per adesso. E comunque, come nelle trattative più importanti, meglio farsi la guerra prima per trovare un accordo sul programma poi, quando l’interlocutore sarà estremamente più debole e fragile, bisognoso di quel 3 per cento per toccare con mano la vittoria. Il problema è di prospettiva. E di operatività. Ad oggi Passera continua ad attaccare Sala. Peccato che non sia lui il suo avversario, se vuole rimanere in campo. Trattasi di strabismo da idee confuse, che farà bene a chiarirsi il più velocemente possibile se intende continuare a correre e non caracollare neanche troppo convincentemente, trascinando verso il basso idee e programmi che non sono affatto da buttare.

@FabioAMassa
fabio.massa@affaritaliani.it

Tags:
corrado passerastefano parisi







Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.