Il costo salato delle Regionali
Di Walter Marossi
Tra pochi mesi voteremo per le elezioni regionali, mentre il centrodestra da il via al solito rituale di trattative interne tese a ridurre il governatore lombardo ad un semplice esecutore delle volontà bosso berlusconiane, il centro sinistra con curiosa strategia non ha ancora deciso come scegliere il candidato, scelta che presumibilmente farà come al solito troppo tardi. Poiché però già molti si esercitano a tracciare l’identikit del candidato, facciamo una cosa diversa: parliamo dei costi della campagna elettorale. Tema non nobile, scarsamente frequentato dagli strateghi, ma di non piccola rilevanza, se si vuole partecipare con qualche speranza alla competizione. Il titolo di questo articolo è un po’ criptico ma se avrete la costanza di leggerlo tutto ne scoprirete che le ragioni.
PREMESSA
La legge 43 del 23 2 1995 disciplina nel dettaglio la campagna elettorale regionale sia dettando norme apposite sia rinviando alla disciplina delle campagne elettorali per Camera e Senato. In pratica per quanto riguarda i costi vengono fissati dei limiti di spesa di campagna elettorale per quanto riguarda i singoli candidati e per le liste. Il controllo, obbligatorio si limita alla verifica della documentazione prodotta dai soggetti obbligati. Le sanzioni previste per le violazioni commesse dalle liste sono amministrative, graduate secondo un criterio di gravità; le sanzioni commesse da un partito/lista che abbia diritto al contributo dello stato vengono recuperate attraverso una decurtazione del contributo. La sanzione (della sospensione dei contributi) è di competenza dei Presidenti delle Camere.Il controllo si applica esclusivamente sulle spese di campagna elettorale svoltesi nei termini di apertura formale della stessa, gli ultimi 30 giorni, tutte le spese sostenute precedentemente sono “libere” da controlli.
I RIMBORSI ELETTORALI
Questo per quanto le spese, per quanto riguarda i rimborsi occorre fare sommariamente un po’ di storia:
Nel 1993 un referendum popolare aveva abolito il finanziamento pubblico ai partiti. Nel 1999 viene istituito il rimborso delle spese elettorali . Nel 2002 il rimborso viene fissato in 1 euro per voto, per le elezioni europee, del senato, della camera, regionali. Il rimborso viene erogato annualmente e non una tantum. Il rimborso non è relazionato con i voti effettivamente espressi ma con gli aventi diritto. Nel 2006 si decide che il rimborso viene “erogato anche nel caso di scioglimento delle camere” , cioè a dire che nel caso di scioglimento anticipato delle camere un partito parlamentarmente scomparso continua a percepire il rimborso per tutta la durata teorica della legislatura .
l’ordine di grandezza dei rimborsi elettorali per le elezioni politiche dello scorso anno al netto dei contributi che i partiti/liste percepiranno per la legislatura precedente interrotta, è di circa 407 milioni di euro nell’arco dei 5 anni. I rimborsi del 2006 per Camera e senato, verranno percepiti fino al 2011, in questo caso però i danari andranno alle vecchie sigle, che quindi si suppone almeno formalmente continuano ad esistere ed ad avere un proprio bilancio. La somma complessiva che finanzia i partiti è presto fatta grossomodo, 1 euro a elettore per 4 elezioni (camera, senato, europee, regionali) fa un assegno da oltre 200 milioni anno per 5 anni.
Bush e Kerry hanno raccolto, tra primarie e presidenziali, rispettivamente 345 e 310 milioni di dollari, entrambi i candidati, nel 2004, hanno fatto ricorso nella fase delle presidenziali al finanziamento pubblico. McCain ha speso 345 milioni con 85 di contributi federali, Obamha 735 milioni senza contributi federali perché aveva scelto di superare i limiti di spesa avendo raccolto da contributi individuali 656 milioni. Insomma il sistema politico elettorale italiano costa quasi quanto quello statunitense.
Non è previsto alcun rapporto tra la rendicontazione delle spese sostenute e i rimborsi elettorali: quindi vi sono partiti che hanno investito somme trascurabili e che in virtù di circostanze favorevoli godono di significativi rimborso. Un esempio: Il Movimento politico LISTA CONSUMATORI ha partecipato alle elezioni del 2006 per il rinnovo delle Camere in alcune circoscrizioni. Sulla base dei risultati elettorali conseguiti dal movimento è stato assegnato il contributo dello Stato di euro 113.676,43 per le elezioni del Senato della Repubblica da corrispondere annualmente dal 2006 al 2010. Il legale rappresentante ha dichiarato di non aver sostenuto spese e di non aver ricevuto nessun finanziamento.
La legge per le elezioni politiche fissa dei limiti di spesa per i singoli e le liste, la legge per le elezioni regionali segue questo stesso schema. Curiosamente non sono invece previsti limiti di spesa e neppure rimborsi per le elezioni comunali.



Commenti
Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui
Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.