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Inchiesta Procura di Milano: pacchi esplosivi a pm, arrestati 3 anarchici

Inchiesta Procura di Milano: pacchi esplosivi a pm, arrestati 3 anarchici

Operazione dei carabinieri del Ros contro gli anarco-insurrezionalisti. Sono stati arrestati i presunti autori degli attentati esplosivi contro i pubblici ministeri di Torino e il Direttore Dipartimento della Amministrazione penitenziaria. Dalle prime ore di oggi, i carabinieri del Ros stanno eseguendo una misura cautelare nei confronti di tre anarco-insurrezionalisti, ritenuti gli autori di attentati esplosivi inseriti nella campagna di lotta contro la repressione del giugno 2017. Dalle indagini, coordinate dalla procura della Repubblica di Milano, è emerso come gli autori si fossero riuniti a Genova per la spedizione di tre pacchi esplosivi. Perquisizioni sono in corso in Italia e all'estero.

Un plico esplosivo, con all'interno fili elettrici, una batteria e della polvere da sparo, spedito da Genova e recapitato a Roma, venne intercettato il 12 giugno del 2017: destinatario, Santi Consolo, allora capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Furono gli artificieri a disinnescarlo e a confermarne la pericolosita'. La lettera-bomba portava provocatoriamente come nome del mittente quello del direttore del penitenziario di massima sicurezza di Milano Opera. Il plico era del tutto simile ai due recapitati qualche giorno prima a Torino - anch'essi spediti da Genova, con mittenti i nomi di due avvocati e di uno studio legale completamente estranei alla vicenda - e indirizzati ai pm Roberto Sparagna ed Antonio Rinaudo, titolari di inchieste anche su episodi di eversione. Non ci furono rivendicazioni, ma su un sito d'area gli investigatori trovarono un documento dove si leggeva, tra l'altro, "e' una vera gioia vedere saltare in aria caserme, tribunali, rappresentanti del potere".

Sono ritenuti responsabili di attentato per finalità terroristiche o di eversione in relazione all'invio di tre ordigni esplosivi i tre militanti anarco-insurrezionalisti arrestati stamattina dai carabinieri del Ros che hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Milano su richiesta della procura. "Nel corso dell'operazione antiterrorismo sono stati arrestati - fa sapere in una nota il Ros - Giuseppe Bruna, 49enne, agrigentino trapiantato a Ferrara, Robert Firozpoor, 23enne di origine iraniana, infermiere nel modenese ed attivo nel laboratorio libertario Ligera di Modena, e Natascia Savio, 35enne, torinese, localizzata in Francia nei pressi di Bordeaux, dove stava svolgendo lavori stagionali nel campo della viticoltura". Il provvedimento scaturisce da un'attività investigativa avviata nel 2017 dal Ros dopo l'arrivo di tre plichi esplosivi, il 7 giugno 2017, a Roberto Maria Sparagna e ad Antonio Rinaudo, magistrati della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino impegnati in indagini sugli anarchici, e il 12 giugno 2017 a Santi Consolo, all'epoca direttore del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria di Roma. Gli ordigni, composti da un meccanismo di attivazione a strappo, per le loro potenzialità costruttive potevano attentare anche alla vita dei destinatari. 

I procedimenti penali inizialmente instaurati presso le Procure di Roma e Milano sono stati successivamente unificati presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano e affidati al sostituto procuratore Piero Basilone e al coordinatore del Gruppo Antiterrorismo Alberto Nobili. Dagli accertamenti è emerso che i tre si erano incontrati a Genova il 27 maggio 2017 per attuare il progetto eversivo. Secondo la ricostruzione del Ros "dal capoluogo ligure, dove allora Giuseppe Bruna abitava prima di trasferirsi a Ferrara per svolgere attività di assistenza presso una struttura per anziani, i tre hanno acquistato i componenti per il confezionamento degli ordigni". Giuseppe Bruna e Natascia Savio, infatti, sono stati "individuati dalle immagini di videosorveglianza della chiesa di San Luca, che li riprendeva mentre acquistavano presso un negozio gestito da cinesi le buste multiball all'interno delle quali venivano occultati gli ordigni", spiega il Ros. "Nello stesso orario, in un adiacente internet point di Genova, venivano ricercati in rete gli indirizzi dei destinatari a cui sarebbero stati inviati i pacchi esplosivi - prosegue - Analoga ricerca veniva effettuata sul sito degli avvocati, da cui venivano scaricati mittenti fittizi". I tre arrestati si sono riuniti poco dopo e sono stati immortalati mentre passeggiavano camminando distanti. I tre, come ricostruito dal Ros, hanno avuto un "modus operandi utilizzato anche in altri attentati anarchici" ossia hanno spento i telefoni "proprio nell'orario a cavallo dell'acquisto dei componenti e delle ricerche web". 

In un'intercettazione captata dai Ros e dalla Procura di Milano, Natascia Savio, la 35enne arrestata per avere inviato, assieme ad altre due persone, dei pacchi esplosivi ai pm di Torino, esprime la sua volonta' di passare all'azione, mettendo delle bombe: "Ho detto porco D.. io sono stufa di tutta sta roba...son stufa...io voglio mettere le bombe". Poi, scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare, "chiosa di non credere piu' alle illusioni ricavate dai dibattiti". Questa la sua riflessione: "Un anarchico quando diventa vecchio che cazzo fa? ...perche' all'inizio si illude di tutto...il dibattito...la cosa...sei tutto illuso quando capisci che non serve a un cazzo cosa ti resta?

I plichi esplosivi inviati ai pm torinesi Antonio Rinaudo e Roberto Maria Sparagna, oltre che al direttore del Dap di Roma Santi Consolo, erano "idonei a uccidere". A dimostrarlo una consulenza, citata dal pm Piero Basilone nella conferenza stampa che si e' svolta in Procura a Milano: "Una consulenza medico-legale ha accertato l'idoneita' a ledere dell'esplosivo. La forza d'urto pari a mille metri al secondo poteva provocare la morte di chiunque avesse aperto la busta".

"E' una modalita' vigliacca, con questo tipo di attacchi spesso vengono feriti gli impiegati addetti alla ricezione della posta, tanto che noi abbiamo allertato anche il nostro addetto". Lo ha affermato procuratore di Milano Francesco Greco nella conferenza stampa sull'arresto di tre anarco-insurrezionalisti per l'invio nel 2017 di 3 buste esplosive, a due pm torinesi e al direttore del Dap.

L'indicazione di Giacinto Siciliano come possibile obiettivo emerge da un volantino agli atti dell'indagine in cui si legge che "i diretti responsabili" dell'"accanimento nei confronti di Maurizio Alfieri sono da individuare nel direttore del carcere di Opera, Giacinto Siciliano, che ha deciso, sono parole sue, di farlo murare vivo trasferendolo a Poggioreale con il benestare del direttore del carcere napoletano, Antonio Fullone". Il foglio si conclude con una dichiarazione di 'guerra': "Noi, che vogliamo la distruzione di questo mondo di sbarre e chiavistelli, non possiamo permettere che Maurizio subisca tutto questo senza reagire".

 

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