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Milano
Invece del gender il dialetto. La sinistra al caviale può tremare
cristina cappellini

Ieri Regione Lombardia ha approvato la “Riforma Cappellini”, la nuova legge in materia di politiche culturali fatta dall’Assessore Cristina Cappellini, già nota alle cronache e ai cuori del popolo identitario per la sonora battaglia in difesa della famiglia culminata con la scritta “Family Day” sul Pirellone.

La Riforma Cappellini ha diversi meriti che vanno dalla grande opera di semplificazione normativa all’aggiornamento e adeguamento di leggi che ormai avevano la muffa fino all’introduzione di un nuovo modo di interpretare la cultura, intesa non come passatempo da orario del thè ma come strumento per rivitalizzare i territori e le loro popolazioni.

Ma la Riforma Cappellini ha combinato un bel casino per un altro motivo: perché, per dirla con le parole degli esponenti PD (che pure non se la sono sentita di esprimere voto contrario), è fortemente improntata sulla conservazione, sull’identità e sulla tradizione della cultura lombarda.

Insomma, il miglior spot per questa riforma è arrivato dal PD, che improvvisamente si è reso conto di essersi dimenticato che cosa significa Cultura. Che ha aperto la porta del salotto nel quale da molto tempo si è rinchiuso e si è improvvisamente reso conto di essersi dimenticato che cosa significa Cultura, sentendosi dire persino dal proprio elettorato (leggere, ad esempio, commenti sul blog del consigliere regionale Pizzul) che restituire dignità alle lingue locali – volgarmente definiti dialetti – è una politica culturale sacrosanta, non un atto di ignoranza.

La sinistra al caviale ha trasformato pian piano la Cultura da conoscenza a spettacolo, abolendone il ruolo di educazione per usarla esclusivamente come propaganda. E ora sobbalza un po’ schifata dalla sedia a sentire che nelle scuole è bene che i bambini vegano a conoscenza della lingua della propria terra e del patrimonio culturale che essa contiene… quando pensava, la sinistra, che le scuole servissero solo per propagandare il gender. 

E sobbalzata un po’ terrorizzata a sentire che si smetterà di consumare risorse per tenere in vita un anacronistico e inutile Istituto lombardo per la storia del Movimento di Liberazione… quando pensava, la sinistra, che l’istituzione di comitati elettorali permanenti a carico dei contribuenti fosse un suo diritto.

E sobbalzata un po’ sorpresa a sentire, la sinistra, che turismo culturale non è soltanto fare il Cammino di Santiago per mostrarsi i più radical chic della comitiva, ma valorizzare cammini religiosi, feste tradizionali, ricorrenze e rievocazioni storiche per far riemergere lo spirito profondo di una terra e farne motivo di meta turistica.

E sobbalzata imbarazzata, la sinistra, ad accorgersi che questa è una riforma che avrebbe dovuto promuovere lei, la sinistra. Che però era troppo distratta a fare cocktail party alle Piscine Caimi con Del Corno e la Shammah.

 

Vincenzo Sofo

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sinistra milano genderdialetto al posto del genere sinistra







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