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Milano
Inversione a U di Giuliano Pisapia: addio Renzi, tentazione D’Alema. Inside
Matteo Renzi, Giuliano Pisapia, Massimo D'Alema

Giuliano Pisapia attirato dall'ipotesi di scissione dal Pd annunciata da Massimo D'Alema

 

di Paola Bacchiddu

Nuova direzione per il nuovo progetto politico di Giuliano Pisapia, “Campo Progressista”. Più volte annunciato, e poi smentito quanto a leadership, il movimento dell'ex sindaco di Milano risente dei rapidi cambiamenti degli scenari della politica nazionale. Da una prima posizione di dialogo con il Pd governativo e renziano, infatti - poco prima del referendum, ma anche dopo l'esito disastroso delle urne - Campo Progressista sembra ora interessato a quello che si muove a sinistra di Renzi. L'annuncio di Massimo D'Alema su un'ipotesi scissione del Partito democratico, non ha infatti lasciato indifferente l'avvocato. Quella quota del 10 per cento agitata dal lider maximo, con l'ex premier di Rignano sempre più in difficoltà, sembra aver intercettato l'interesse di molti scontenti del Pd a sola trazione renziana.

Il calcolo di D'Alema non sembra essere solo una provocazione nei confronti di un segretario che non ha mai amato. Se nel progetto ventilato due giorni fa entrassero anche altri big di sinistra - da Emiliano in Puglia, a De Luca in Campania, a Pigliaru e Crocetta in Sardegna e Sicilia, fino a De Magistris, che proprio due giorni fa ha annunciato la nascita di un movimento “arancione” di nuovo conio – quel 10 per cento potrebbe risultare realistico.

Proprio per questo Pisapia parrebbe ora aver fissato in agenda una serie di incontri romani – previsti per la prossima settimana – per valutare se esistano i margini per collaborare con questa nuova area, profilata da D'Alema: molto più vicina, in realtà, alla formazione dell'avvocato, eletto dentro alla vecchia Sel di Vendola.

Del resto -  come raccontano persone vicine all'ex sindaco - molte notizie approdate sulla stampa di recente, su un Pisapia sempre più vicino a Renzi, sarebbero state create ad arte dal portavoce dell'ex premier, Filippo Sensi, per forzare un po' il progetto politico dell'ex sindaco, ancora in fase di riflessione sul da farsi.

Perfino l'annuncio della presidente della Camera Laura Boldrini, come futura leader di Campo Progressista, rientrerebbe dentro l'operazione di tirare un po' troppo per la giacchetta Pisapia. Il quale, per il momento, continua il suo tour nazionale con amministratori, sindaci e big romani per comprendere quali forze vi siano in campo.

E se l'ipotesi di un listone unico con Alfano, in vista delle prossime politiche, è irricevibile, ora non se ne esclude uno dentro la proposta di D'Alema. Ma tutto è ancora in fase interlocutoria e in via di definizione.

Sembra essere invece smentita definitivamente  la voce che lo avrebbe visto tentato da una candidatura al congresso di Sinistra Italiana, previsto per il prossimo 17, 18 e 19 febbraio a Rimini.

Dentro il partito, infatti, si starebbe consumando una violenta guerra tra la corrente del deputato ed ex coordinatore di Sel Nicola Fratoianni e quella che fa capo al capogruppo alla Camera Arturo Scotto.

Il primo, quasi certo di vincere il Congresso con una mozione di rifiuto del dialogo con il resto del centro-sinistra, sembra essere ora in difficoltà. L'area dialogante che fa capo a Scotto, infatti, sembra avere i numeri per giocarsi fino in fondo la partita, e molti non vogliono vedersi condannati al solito partito da due per cento che ha poca voce in capitolo nelle decisioni parlamentari importanti.

Lo scontro è acceso. Tanto che qualcuno di ben informato racconta che si sta pensando di non far votare tutti gli iscritti di SI, appellandosi a cavilli del regolamento, per frenare la corsa di Scotto. Un trucchetto che avrebbe esasperato così tanto gli animi che, nelle riunioni interne pre-congressuali che si tengono in questi giorni,  si parla addirittura di rischio rottura e scissione, prima dell'appuntamento ufficiale di Rimini. 

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