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Milano
Il referendum non sfonda in città. Analisi voto, csx fermo al 2013
SCHIAFFO 5 - Roberto Maroni, governatore della Regione Lombardia. Caos voto elettronico. Un mezzo disastro annunciato. Computer in tilt, scrutatori bloccati dentro ai seggi e dubbi sulla sicurezza delle operazioni. Curare maggiormente certi dettagli, no?

di Fabio Massa


IL CASO DI MILANO/ Chi ha detto che la città metropolitana ha premiato il centrosinistra che professava il non voto? In effetti, il voto medio è di gran lunga sotto il 38 per cento di affluenza finale, dato che si attesta al 31,20. Ovviamente la città di Milano trascina verso il basso: 26,34 per cento finale.  Insieme a Milano non vanno a votare storiche roccaforti del centrosinistra (anche recentemente espugnate come Sesto San Giovanni). Nell'ex Stalingrado si arriva al 28,45%. A Rozzano, la Stalingrado del Sud, 29,03. Il 27,23 di Cinisello Balsamo (a guida Pd con Siria Trezzi) è superato in negativo solo dal 25 per cento di Pieve Emanuele. E tutto il resto? La gran parte della città metropolitana vota, e vota sì. Risultati in gran parte sopra il 30 per cento, e frequentemente sopra il 40 per cento di affluenza. Nessuno al 50 per cento, ma a Nosate si arriva al 49 per cento.

LA BERGAMASCA E IL BRESCIANO/ Bergamo ha tirato fortissimo. La percentuale della provincia, finale, è del 47,37 per cento. In molti luoghil oltre il 50. La città di Bergamo, dove sia centrodestra che centrosinistra che Movimento 5 Stelle avevano dato indicazione di votare sì, sotto performa di 12 punti circa, attestandosi al 35,97. Uno dei peggiori dati della provincia. Non esistono grandi differenze tra valli e bassa, di fatto Bergamo si conferma una roccaforte, tranne la città. A Brescia invece la media è del 44,14 per cento. Anche qui, il capoluogo registra uno dei valori più bassi, con il 33 per cento.

COMO, SONDRIO E PAVIA/ A Como la percentuale media è del 41,64. A Como città del 31 per cento circa. A Sondrio la Lega non va benissimo, considerata la forza del Carroccio in Valtellina. La media è del 42,31 per cento. Anche qui, la città sottoperforma nettamente: 36,16 per cento. A Pavia si potrebbe parlare di debacle. Media del 33,55 per cento, in città addirittura sotto al 30 per cento (29,72%).

VARESE/ A Varese, città del governatore e del presidente del consiglio regionale, la percentuale media sfiora il 40 per cento, ferma al 39,44. Il capoluogo è in linea: 37,07. 

QUESTIONE DI CENTRI E CAMPAGNE/ In conclusione, tutte le grandi città hanno sotto performato in modo netto, con scarti anche oltre i 10 punti rispetto alla media. Piccolo spunto di riflessione per il Partito Democratico. Se si sovrappongono i risultati del referendum a quelli delle regionali del 2013, si capisce che il messaggio di centrosinistra (in questo caso, astensionista) ha gli stessi punti di forza e gli stessi punti di debolezza. Sfonda in città, non ha alcuna presa in provincia. Cinque anni dopo, la stessa storia.

fabio.massa@affaritaliani.it

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