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Milano
La Cgil e l’irrilevanza elettorale. Nessun incontro pro Sala (per ora). Inside

di Fabio Massa

Una volta era la “cinghia di trasmissione”. Dal Pci ai lavoratori. In mezzo la Cgil. Poi arrivò il tempo dei Ds, e ancora la Cgil era una cinghia di trasmissione, seppur meno diretta. C’è stato un tempo, ancora una decina d’anni fa, che il sindacato eleggeva, per dirne, una un paio di rappresentanti in consiglio regionale. Segno che le preferenze c’erano. Eccome. Poi ha iniziato ad eleggerne uno. L’ultimo a entrare in consiglio regionale schiettamente ed esplicitamente proveniente della Cgil è stato il segretario della Camera del Lavoro, Onorio Rosati. Ma non c’era solo questo. Ad ogni elezione il sindacato organizzava incontro, faceva stringere mani. Tesseva reti e relazioni. Era esso stesso una fonte di reti e relazioni. Alla festa di Natale, tra anziani e lavoratori a mangiare i migliori risotti delle varie feste, anche rispetto a cucine più blasonate, se era anno di elezioni non mancava mai il giro del candidato o dei candidati di turno. L’ultimo “padrone di casa” è stato Graziano Gorla, che ha finito la sua esperienza alla guida della Camera del Lavoro. Adesso c’è una nuova generazione, e pare proprio che le cose siano cambiate. Massimo Bonini, 41 anni, diploma magistrale, arriva direttamente dalle categorie. E’ stato scelto dopo lunghi mesi di travaglio interno. Deve essere il rinnovamento. E infatti sta rinnovando, in una operazione che i detrattori definiscono “di rottamazione”. Si sa, i renziani non sono apprezzatissimi dalle parti di Corso di Porta Vittoria. Però lui procede, ma le critiche non mancano. Per esempio, secondo quanto può riferire Affaritaliani.it, sulla questione delle elezioni ci sono in giro veri e propri mal di pancia. “Perché non organizzano più cene e dibattiti?”, si chiedono in molti. In realtà, secondo quanto risulta ad Affari, Bonini a fare un incontro con Sala e le tre sigle sindacali ci ha pure provato. Pare però che l’incontro non sia andato benissimo. Che alla fine l’incontro ha registrato un nulla di fatto. E Bonini ha ripiegato sul secondo turno. Forse ci sarà qualcosa prima del ballottaggio. Forse. E i candidati e le preferenze? Amen. Del resto, forse per la prima volta il mantra “qui parliamo di lavoro, non di partiti”, almeno per metà della frase, pare proprio rispondere a verità.

@FabioAMassa
fabio.massa@affaritaliani.it

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