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Milano
La Galleria, il business e i diritti. Se Milano rischia di perdersi
Galleria Vittorio Emanuele

di Daniele Bonecchi per www.imprese-lavoro.com

La domanda è semplice: Milano può sacrificare la sua natura per alimentare il business? Non è una domanda d’altri tempi, o peggio frutto di una visione luddista (chi vuole distruggere le forze produttive), è un quesito di grande attualità. Perché se è vero che la città moderna, quella che conosciamo, è nata e cresciuta attorno al lavoro e agli affari, è altrettanto vero che una grande metropoli deve saper temperare le spinte alla crescita con gli interessi della sua gente. Sono migliaia i rider che, in bicicletta o in motorino, solcano le strade cittadine per consegnare di tutto, dalla pizza ai pacchi più o meno urgenti, acquistati via web. Chiedono (ieri si sono radunati a Bologna ma il 1 Maggio saranno anche qui a Milano) lo straccio di un contratto di lavoro, dopo che il Tribunale di Torino li ha rubricati come “professionisti” delle consegne e le varie aziende per cui operano (Foodora, Uber ecc.) hanno deciso di pagarli quattro danari per ogni consegna. Fino ad oggi sono state le organizzazioni sindacali, a partire dalla Cgil di Milano, a sollevare il problema, ottenendo anche qualche parziale successo. Ma è arrivato il momento che anche la civica amministrazione metta le carte in tavola, se necessario, alzando la voce col governo. Perché modernità non può voler dire sfruttamento selvaggio. Ma c’è un altro fronte che chiama in causa direttamente il comune. La Galleria, il salotto dei milanesi che una volta ospitava le botteghe del saper fare ambrosiano e oggi rischia di diventare, come tante altre città d’Europa, la vetrina delle griffe. I vecchi operatori non reggono la competizione con le multinazionali della moda al massimo rialzo. E il comune, in debito di ossigeno (bilancio), favorisce lo snaturamento della Galleria. E qui è la saggezza del primo cittadino, di Beppe Sala, che deve entrare in campo, perché la Galleria non è il grande evento (Expo) ma uno dei centri commerciali che Milano ci ha regalato, il più ambito, il più frequentato in assoluto. Cambiarne radicalmente la natura sarebbe una grave responsabilità.

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