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Milano

Il reddito disponibile pro capite della Lombardia cresce del (+2,2%) rispetto al + 0,8 dell’anno precedente. Lo afferma la 23esima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli in Lombardia, presentato oggi a Milano presso Spazio Chiossetto.

Per quanto riguarda la spesa complessiva per i beni durevoli c’è stato un incremento del 6,9%: dato superiore alla media nazionale. Grande prestazione del comparto della mobilità, con il settore dell’auto nuova aumenta del 15,5%, la più ampia crescita tra le regioni del Nord. Trend molto positivo anche per la spesa per gli elettrodomestici (+5,7%): dato tra i migliori sul panorama nazionale; segue il comparto dei mobili (+2,1%). A livello provinciale è Milano a far segnare i volumi maggiori in tutti i settori di spesa aiutata da un reddito per abitante pari a 29.929 euro, il più elevato in Italia. Milano, Mantova e Pavia sono le province in cui è maggiore la spesa per mobili, Cremona, Milano e Sondrio si segnalano per gli acquisti di elettrodomestici, mentre per le auto Milano, Sondrio e Brescia.

Nel 2016, prosegue l'indagine dell'osservatorio, la spesa complessiva per beni durevoli in Lombardia ha raggiunto i 12.176 milioni di euro, riportando un incremento del +6,9% sull’anno precedente: si tratta di una crescita superiore a quella media nazionale, che si è attestata a +6,4%.

Auto e moto – Ottimi risultati per il comparto delle auto nuove, che cresce di +15,5% punti rispetto al 2015 (con 3.941 milioni di euro di spesa): la Lombardia è la regione del Nord-ovest ad evidenziare la più ampia crescita in questo settore. Bene anche il segmento dell’usato, che cresce del +4,2%, con una spesa di 3.415 milioni di euro. Percentuali positive anche per i motoveicoli, che fanno registrare una crescita del +8,0% rispetto al 2015 (con 284 milioni di euro di spesa).

Mobili – I lombardi nel 2016 hanno speso 2.726 milioni di euro per acquistare mobili e complementi di arredo. La percentuale di crescita è più alta in Lombardia (+2,1%) rispetto al resto del Paese (+2,0%).

Elettrodomestici ed elettronica di consumo – Ottimo rendimento per il comparto degli elettrodomestici, che fa registrare uno dei migliori risultati sul panorama nazionale. Con un miglioramento del +5,7% e 990 milioni di euro di spesa supera di molto la media italiana, ferma a +3,2%. Bene anche l’elettronica di consumo, che si riprende dopo la flessione del 2015: passa dal -4,1% al +0,8% con una spesa di 443 milioni di euro.

Prodotti Informatici – La spesa per quanto riguarda il comparto dell’Information Technology è stata pari a 377 milioni di euro, con una flessione di -2,7% rispetto al 2015.

La differenza di reddito pro capite nelle diverse province lombarde resta ancora molto alta, a cominciare dai 29.929 euro di Milano che distanzia Sondrio, seconda provincia con 19.881 euro. Lodi, la provincia con il reddito più basso, si attesta intorno ai 14.386 euro, un valore inferiore alla media del Paese di 18.658 euro. Cremona è terza in classifica, con un reddito pari a 18.195 euro, seguita da Pavia con 17.696 euro, Mantova con 17.623 euro, Varese con 17.082 euro, Bergamo con 17.006 euro, Lecco con 17.002 euro, Brescia con 16.607 euro e Como con 16.012 euro.

In tutti i settori di spesa il capoluogo regionale fa segnare i volumi maggiori, come del resto è avvenuto anche negli anni precedenti.

Alcune tendenze generali che si riscontrano anche in Lombardia: la sostenibilità, un valore sempre più discriminante e premiante. Anche in questa Regione, come nel resto d’Italia i consumatori hanno giorno un atteggiamento molto selettivo ed esigente: ben sette su dieci sono disponibili a premiare le aziende che investono in sostenibilità, pagando di più i loro prodotti. Per contro, qualora un’azienda si dimostrasse evidentemente non sostenibile, sono disposti a boicottarla astenendosi dall’acquisto (nel 64% dei casi), oppure sconsigliandolo a parenti ed amici (nel 45%). In effetti la qualità intesa in senso lato (61%) è oggi il valore guida degli italiani quando fanno acquisti davanti al prezzo (58%) e alle promozioni (40%), capovolgendo un paradigma che spesso vedeva il fattore economico come elemento discriminante; l’indagine rileva poi come ben l’87% degli intervistati sceglie marchi di fiducia, possibilmente italiani, meglio se con una buona reputazione. Per il 53% degli intervistati il concetto di sostenibilità è intrinsecamente connesso alla variabile ambientale: l’attenzione alle risorse limitate è notevole, mentre la sostenibilità ormai non è più una dichiarazione, ma uno stile di vita sempre più diffuso (87%).

I settori considerati più virtuosi sono quelli alimentari, energetico e automobilistico, anche grazie alla ingente comunicazione di prodotto che è stata effettuata, facendo cardine sui temi della sostenibilità. Per quanto concerne il terziario, e più in particolare banche e assicurazioni, la sostenibilità viene misurata dalla vicinanza ai clienti che attraversano momenti di difficoltà (40%), da una comunicazione chiara e trasparente (35%), dall’offerta di prodotti e servizi adeguati e non sovradimensionati (33%). Sul versante aziendale gli investimenti in sostenibilità vertono principalmente sulla governance, sulla sostenibilità sociale ed ambientale. L’80% delle società intervistate dichiara che l’impegno nella sostenibilità si traduce in una migliore performance economica finanziaria nel medio/lungo periodo. Tuttavia la mancanza di ritorno immediato unita a quella di incentivi di mercato, sono elementi che rallentano lo sviluppo della sostenibilità all’interno delle aziende, secondo circa un’azienda su quattro tra quelle intervistate.

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