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Milano
La Svizzera frena i frontalieri. Regione Lombardia pronta alle contromisure
La Svizzera frena il flusso dei frontalieri. La Regione Lombardia risponde

Svizzera, Canton Ticino: pioggia di si al referendum per bloccare l'ingresso ai lavoratori frontalieri. La regione Lombardia la più penalizzata.

Ecco cosa risponde la regione Lombardia al "No ai frontalieri" della Svizzera.

No ai frontalieri, il commento di MARONI  - Il Canton Ticino ha votato per bloccare l'ingresso a decine di migliaia di lavoratori lombardi (LAVORATORI, non immigrati clandestini) che ogni giorno attraversano il confine per lavorare (regolarmente) in Svizzera.  L'esito del referendum e' chiaro: il popolo sovrano si e' espresso, viva la democrazia diretta. Accettiamo l'esito del referendum, naturalmente, ma vigileremo perche' cio' non si traduca in una lesione dei diritti dei nostri concittadini lombardi o (peggio) nella introduzione di discriminazioni o violazioni delle norme che tutelano i nostri lavoratori. A partire da domani, dunque, la Regione Lombardia predisporra' le adeguate contromisure per difendere i diritti dei nostri concittadini LAVORATORI".  Lo scrive sulla pagina Facebook il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, commentando il recente voto referendario in Canton Ticino.

Frenato il flusso dei frontalieri, il commento di SALVINI  - "I frontalieri sono vittime di un governo italiano che dorme e che li rapina. Gli svizzeri fanno il loro interesse, gli inglesi fanno il loro interesse, gli ungheresi fanno il loro interesse, e noi invece facciamo gli interessi del resto del mondo e questo non va". Lo ha detto il segretario della Lega Nord Matteo Salvini a margine di un comizio della Lega Nord a Magenta (Milano). "Il voto va sempre rispettato, gli svizzeri, i Ticinesi difendono i loro lavoratori, mi sembrerebbe normale che il governo italiano facesse altrettanto. - ha aggiunto Salvini - A parità di requisiti loro dicono prima gli svizzeri e io dico prima gli italiani. Loro fanno bene e noi dobbiamo difendere i frontalieri lombardi, ma prima gli italiani è un principio che anche il governo italiano dovrebbe portare avanti”.

La Svizzera blocca il fusso dei frontalieri, il commento di GRIMOLDI - "La Lega Nord è dalla parte dei nostri lavoratori frontalieri e faremo di tutto per fare in modo che nessuno dei nostri lavoratori possa avere un danno o una discriminazione dall'esito del referendum svoltosi oggi in Svizzera. Detto questo dobbiamo ragionare sulla lezione che ci arriva oggi dal Canton Ticino, dobbiamo rispettare il risultato di questa consultazione, consultazione che ci penalizza ovviamente, perché è doveroso, sempre, rispettare quello che decide il popolo, popolo che in questo caso si è espresso per tutelare le proprie condizioni di lavoro, e ragionare sul fatto che, in una fase di crisi, tutti gli Stati europei stanno cercando di proteggere i propri lavoratori e le proprie imprese, mentre gli unici a non farlo siamo noi, perché in Italia abbiamo i Renzi e le Boldrini che preferiscono riempirci di immigrati che poi tolgono i posti di lavoro agli italiani con la stessa tecnica di accettare salari inferiori o peggior condizioni di lavoro a scapito appunto dei nostri lavoratori.  E se oggi i cittadini elvetici votano un referendum che penalizza i lavoratori italiani è anche per colpa del pessimo messaggio negativo fatto arrivare in questi due anni dal Governo Renzi, che aprendo le porte ad un'invasione incontrollata di immigrati, ha portato alla chiusura delle frontiere da parte degli Stati a noi confinanti, con tutte le conseguenze negative del caso, a cominciare da questo referendum di oggi". Lo dichiara Paolo Grimoldi, deputato della Lega Nord e Segretario della Lega Lombarda.

Referendum in Svizzera anti-frontalieri: Canton Ticino "Prima i nostri". Il commento di ALFIERI - "Quello che preoccupa di questo referendum è il clima generale di insofferenza nei confronti dei lavoratori italiani che contribuiscono alla ricchezza del Canton Ticino. E preoccupa ancor di più che la Lega nord che si riempie la bocca di appelli demagogici in difesa del Nord, va a braccetto con la Lega dei ticinesi promotori del referendum. Se ci saranno conseguenze per i nostri lavoratori di certo la Lega di Maroni e Salvini non sarà esente da colpe". Lo dichiara il segretario e consigliere regionale del Pd Alessandro Alfieri in merito al risultato del referendum anti- frontalieri promosso in Canton Ticino.

Maroni: "Incontrerò il presidente del Canton Ticino" - Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, annuncia un incontro con il presidente del Canton Ticino sulla questione dei frontalieri e chiede al premier Matteo Renzi di istituire, con la prossime legge di stabilita', una Zes (Zona a Economia Speciale) per i territori lombardi confinanti con la Svizzera. "Questa mattina ho parlato con il presidente della Repubblica del Cantone Ticino Paolo Beltraminelli circa l'esito del referendum: ci incontreremo la prossima settimana, per capire che cosa succede e, soprattutto, da parte nostra, per definire, anche con l'assessore Brianza, le iniziative necessarie a difendere i diritti dei lavoratori lombardi, che ogni giorno vanno a lavorare in Cantone Ticino". Ha spiegato Maroni, questa mattina, durante la conferenza stampa, tenuta con l'assessore al Reddito di autonomia, Inclusione sociale e Post Expo Francesca Brianza, dopo la seduta di Giunta regionale. "Parliamo di lavoratori - ha precisato Maroni - non di immigrati clandestini". "Da parte sua c'e' stata la massima disponibilita' a collaborare per rafforzare i rapporti di buon vicinato tra Lombardia e Ticino. E' interesse di entrambe le regioni".

"Da qui ad allora non cambiera' nulla - ha assicurato Maroni -. Non c'e' alcun impatto immediato del referendum, cosi' come non ci fu dopo il referendum del 6 febbraio 2014, che coinvolse tutta la Confederazione". "In ogni caso - ha aggiunto -, per evitare che succeda qualche cosa di imprevisto, ci incontreremo e definiremo le iniziative piu' opportune, per garantire la libera circolazione dei lavoratori e i diritti dei lavoratori frontalieri lombardi" "Domani a Renzi, a Milano, - ha concluso Maroni - consegnero' la Proposta di legge che il Consiglio regionale ha approvato il 28 febbraio 2014, per l'istituzione di una Zes-Zona a Economia speciale nelle aree territoriali della Lombardia confinanti con la Svizzera. Venne approvata come risposta al referendum del 2014, per consentire in quelle zone, a 20 chilometri dal confine svizzero, delle agevolazioni fiscali e tributarie per gli imprenditori, per contenere il flusso dei lavoratori verso la Svizzera. E' ancora di attualita': l'avevamo mandata in Parlamento, ma giace nei cassetti di qualche Commissione, e domani chiedero' a Renzi di inserirla nella prossima Legge di stabilita'".

Sala: "Non si può solo difendere strenuamente lo status quo" - Così il sindaco Beppe Sala su facebook: "L'esito del referendum svizzero dimostra che la mancanza di gestione politica a livello europeo del rapporto tra i popoli, arriva a mettere in discussione i rapporti tra il Canton Ticino e la Lombardia. Dobbiamo prendere atto del fatto che questo tema non è più un'emergenza, bensì un problema epocale che richiede risposte e soluzioni politiche ampie e condivise. Una cosa è chiara. Non si può affrontare una situazione del genere solo sulla base della strenua difesa dello status quo: la logica perversa dei muri, che ha qualche tifoso anche dalle nostre parti, genera mostri. Di muro in muro, finisce che ti puoi anche trovare dalla parte sbagliata"

Comi (Fi): "Renzi dia un segnale forte" - “Dopo il voto della Svizzera contro i frontalieri italiani, politica ed Istituzioni devono dare, subito, un segnale forte ed inequivocabile per tutelare dignità e futuro dei nostri lavoratori. Per questo rinnovo l'invito già espresso ieri: il Governo preveda rapidamente zone tax free nelle aree di confine con la Svizzera in modo da favorire il rientro e la nascita di nuove imprese sul nostro territorio. Questa proposta, che trova anche l'autorevole sostegno del Presidente Maroni, può rappresentare davvero un punto di svolta e certamente potrà raccogliere il sostegno di tutte le forze politiche locali e nazionali”. Così dichiara Lara Comi, eurodeputato al Parlamento Europeo di Forza Italia e vicepresidente del Partito Popolare Europeo.
 

 

 

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