A- A+
Milano
Le strade sono finite ma non aprono. Tutta colpa della Città M. Il caso
di Fabio Massa
 
“Il solito pasticcio all’italiana”. Vito Bellomo, sindaco di Melegnano, riassume con Affari così una storia che ha davvero dell’incredibile, e che nessuno ha ancora raccontato. E’ la storia delle strade progettate, realizzate e completate. E ancora chiuse. Come direbbe Striscia La Notizia, ferme con le quattro frecce.
 
La vicenda riguarda la Tangenziale Est Esterna, l’opera autostradale che è andata a completare “l’anello” nella zona a est della città, sgravando di parte del traffico la tangenziale est di Milano. Quando venne elaborato il progetto vennero anche concordate con i vari Comuni e gli altri enti coinvolti, una serie di compensazioni: bretelle, varianti, nuove provinciali, collegamenti. Ma anche parchetti e campi da calcio. Barriere antirumore. Tutte opere che la società (privata) che ha realizzato Tem si è impegnata a costruire cedendole poi agli enti pubblici. Il problema è che queste opere, che in gran parte sono di natura viabilistica - ovvero vanno a risolvere annosi problemi di traffico nelle varie zone - non se le vuole prendere in carico nessuno. E quindi restano chiuse: ferme con le quattro frecce.
 
Nel Nord di Milano, ad esempio, ci sono due strade, costate 11 milioni di euro complessivi, la variante alla SP176 di Cambiago e la strada provinciale a Caleppio di Settala, finite a ottobre. Mai aperte. Il motivo? La Città Metropolitana non se le è mai prese in carico. Rimangono là, chiuse, ottime per essere vandalizzate o utilizzate per prostituzione o spaccio. Chi se ne deve occupare? L’ente che ha come sindaco Giuliano Pisapia, praticamente al collasso non solo di soldi, ma anche - a questo punto - di competenze.
 
Ma se a nord si tratta di sole due strade per 11 milioni parcheggiati, nel sud Milano il rischio è decisamente più grande. “Nel melegnanese - racconta il primo cittadino di Melegnano Vito Bellomo ad Affari - ci sono tre opere connesse per un valore di circa 100 milioni di euro. Stiamo parlando del collegamento SP39/SP40, un chilometro e mezzo per 25 milioni di costo. Del collegamento SP40/SP17, 3 km e mezzo per 16 milioni di costo e del collegamento SS9/SP17 (40 milioni). A queste, tutta un’altra serie di piccole e grandi varianti”. Totale, appunto: 100 milioni di euro. 
 
Il problema è che queste strade stanno per essere consegnate. Alcune già a marzo, altre un mese e mezzo dopo. Comunque, a brevissimo. Ma nessuno se le sta prendendo in carico. “Il problema è questo - spiega Bellomo - Semplicemente la Città Metropolitana da una parte deve prendersi in carico queste strade, dall’altra, nel processo di classificazione e declassificazione, deve fare in modo che i Comuni si prendano in carico altre strade in una generale risistemazione. Il problema è che questa opera di coordinamento e spiegazione, questi tavoli, con i Comuni non ci sono mai stati”. Quindi, i Comuni non si stanno prendendo in carico le piccole strade, e se questo non accade la Regione non può classificare e declassificare formalmente. E le strade restano chiuse. “Ottimo risultato, no? - si chiede ironico Bellomo - Tipica storia all’italiana. Con la variante che questa volta le strade ci sarebbero anche e sarebbero state realizzate nei tempi giusti. Ma tra Città Metropolitana latitante e Comuni che vogliono fare marcia indietro sulle prese in carico, alla fine i cittadini si trovano di fronte a una cosa inaccettabile: strade nuove di pacca chiuse per eccesso di burocrazia e mancanza di coordinamento”. Una storia all’italiana, certo. Come al solito, senza nessun lieto fine.
 
@FabioAMassa
Tags:
stradecittà






Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.