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Milano
Liste d'attesa et alia: la rimozione dopo l'elezione ai tempi delle primarie

Liste d'attesa et alia: la rimozione dopo l'elezione ai tempi delle primarie. Il commento

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Il nuovo tema di discussione è se la Milano riformista avrà ancora oppure no la sua rappresentanza nel Partito Democratico. La questione, ovviamente, è di come voteranno alle primarie gli elettori tra Bonaccini e Schlein. Il primo definito "più a destra", la seconda definita "più a sinistra". Per adesso ha vinto la seconda, sia a Milano che nella metropoli, ma votavano solo gli iscritti, e a guardare i numeri direi che siamo più numerosi nella mia assemblea di condominio. Prima però di passare a quello che per la sinistra è una scelta di non poco conto, perché influenzerà ovviamente la scelta dei segretari regionale e metropolitano, che decideranno poi gli iter e le candidature per il prossimo sindaco di Milano (sembra tra una vita, ma i giochi si fanno già oggi), occorre spiegare per quale motivo la sinistra ha perso le elezioni regionali.

Le liste d'attesa infinite ci sono ancora, i treni arrivano ancora in ritardo

La ragione è plasticamente sotto gli occhi di tutti. E se qualcuno non vuole andare in edicola a comprare un giornale, basta farsi un giro sulle bacheche del variegato mondo di tutto quello che non è centrodestra in Regione, che è sicuramente ampio. Fino a dieci giorni fa era tutto un fiorire di scandali per le liste d'attesa, ritardi dei treni, cose che non andavano qui e là, appelli per la sanità pubblica. Dopo 10 giorni è letteralmente sparito tutto. Ci sono i candidati che fanno ancora qualche evento, qualche aperitivo, c'è addirittura chi festeggia il fine campagna e mancata elezione. Ma di tutta quella emergenza, quella tensione, non c'è più niente. E questo è il problema, invece.

Perché le liste d'attesa sono ancora là, i treni vanno esattamente come prima e oggi i Nas hanno accertato che ci sono carenze igieniche nel 65 per cento degli studi medici in Italia, il che vuol dire - come ho scritto più volte - che i medici di base dovrebbero iniziare a decidere se vogliono essere liberi professionisti, e dunque mettersi a ramazzare lo studio perché sia pulito, almeno. Oppure dipendenti, e allora sottostare un orario ma le pulizie gliele fa lo Stato. Insomma, il tema è che i temi della campagna elettorale sono già scomparsi.

Treni e liste d'attesa possono attendere: ora importa decidere i capigruppo

E' il segno che venivano usati surrettiziamente, per sostenere una ipotesi di cambiamento, una candidatura. Per il bene della democrazia e per essere pungolo, ci si aspetterebbe che invece quei temi di campagna andassero avanti, trovassero una declinazione fattuale. Zero. Sapete di che cosa stanno parlando, ora? Ve lo dico io, perché lo so come funzionano queste cose. Stanno parlando di chi deve andare a fare il capogruppo del gruppo democratico al Pirellone, e di chi farà il vicepresidente del consiglio regionale. Di questo si sta parlando. Per i treni e per le liste d'attesa amen. Tanto le prossime elezioni arrivano presto.

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