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Milano
Lombardia, il piano di Maroni: "Cantoni come in Svizzera". La mappa
Roberto Maroni

Un comitato di riforme, formato da esperti, tra cui professori universitari, rappresentanti degli enti locali, delle Camere di commercio e di altri stakeholder, presieduto dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, con l'obiettivo di definire i criteri da proporre a Roma in vista della legge che il Parlamento dovra' adottare in attuazione della riforma costituzionale. E' quanto si e' deciso nella Giunta di oggi in Regione Lombardia. Come ha spiegato il governatore lo scopo e' arrivare alla definizione di quell'area vasta che sostituira' le province. "Partiamo gia' da un modello: quello delle otto aree omogenee stabilite nell'evoluzione del sistema socio-sanitario". "Li chiamerei - aggiunge - gli otto cantoni della Regione Lombardia". "Faremo una consultazione con i sindaci, con il territorio e con tutti gli stakeholder, ma entro giugno voglio definire una nostra proposta da mandare a Governo e Parlamento". La prima riunione sara' il 20 gennaio.

"La Lombardia anticipa sempre tutti - commenta Maroni - e anche questa volta, vogliamo essere noi ad avanzare una proposta al Governo per la definizione dell'assetto istituzionale della Regione in vista della possibile approvazione della riforma costituzionale". Il comitato, iniziera' ad affrontare la questione relativa al futuro delle Province. "Nella nostra Regione - ha spiegato il Governatore - ci sono 12 Province, che verranno sostituite dalle zona di area vasta, quindi dovremo ridefinirne i confini. Dovremo verificare questo aspetto, ridefinire le competenze che verranno date al nuovo Ente, eliminando tutti i livelli intermedi in un'ottica di semplificazione per i cittadini. Oggi ci sono Regione, Province e Comuni e molti Enti intermedi (Comunita' montane, parchi, ato, ecc). Io voglio lasciare le strutture, ma concentrare le competenze nei tre livelli di governo per rendere piu' semplice la vita ai lombardi". Il Presidente lombardo ha comunque ribadito anche le sue critiche nei confronti della riforma della costituzione, che "accentra poteri a Roma e li toglie alle Regioni. Noi contrastiamo questa riforma, ma nell'ipotesi di una sua approvazione al referendum di ottobre, vogliamo essere comunque pronti ad attuarla nel modo migliore per i nostri cittadini, altrimenti oltre al danno ci sarebbe la beffa".

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