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Lombardia: più condannati che scontano la pena fuori dal carcere che in cella

Lombardia: più condannati che scontano pena fuori dal carcere che in cella

In Lombardia il numero di condannati che stanno scontando la pena fuori dal carcere supera quello di chi si trova in cella. Questo grazie all'utilizzo di misure alternative e sanzioni di comunità. Sono 11.700 in Lombardia i condannati fuori dal carcere, pari al 19,6% nazionale. Lo studio è stato redatto a partire da dati del Dipartimento 'Giustizia minorile e di comunità', dalla Sesta Opera San Fedele, associazione di volontariato penitenziario, che da sabato 12 ottobre promuove un ciclo di incontri di formazione per chi vuole diventare volontario nelle carceri, dedicato al “Riconoscere e sostenere le fragilità psichiche negli autori di reato” (piazza San Fedele, 4 - Milano). 

“Il ricorso alle Misure alternative conferma il grande impegno della magistratura lombarda – spiega il Presidente di Sesta Opera, Guido Chiaretti-. L'altro lato della medaglia chiama, però, società civile e volontari a una grande responsabilità e impegno: accompagnare e sostenere tali condannati nell'esecuzione della pena fuori dal carcere, lontano dalle tante attività di rieducazione fornite negli istituti di pena lombardi. Noi li chiamiamo i condannati invisibili”. 

Come riporta Redattoresociale.it, in Lombardia a fine agosto in carcere c'erano 8.618 detenuti, mentre 11.754 persone stavano scontando la pena fuori, con un rapporto di 100 a 136. Nella sola città di Milano si contavano 4.556 condannati alle varie misure e sanzioni di comunità, contro 3.738 detenuti nei suoi tre istituti di pena. Per quanto riguarda la distribuzione delle pene scontate sul territorio nelle province lombarde, sede degli Uffici esecuzione penale esterna (Uepe), Bergamo registra 1.250 casi, Brescia 2.158, Como 1.363, Mantova 693, Pavia 687 e Varese 1.047. 

A livello nazionale, il 30% dei condannati sono in affidamento in prova ai servizi sociali e altrettanti sono messi alla Prova, mentre il 18% sconta la pena con la detenzione domiciliare. Si tratta soprattutto di uomini di nazionalità italiana (82%). Circa il 50% hanno una età compresa tra i 30 e i 49 anni. Gli stranieri ammessi alle misure alternative e in carico agli Uepe sono circa il 18% del totale, di cui poco meno di metà provengono dall’Europa (UE e altri Paesi europei) e circa un terzo dall'Africa (circa il 6% del totale nazionale).

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