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Milano
Majo-Sala, scommessa vinta: ora si apre la partita rimpasto
Beppe Sala e Pierfrancesco Majorino

Majo-Sala, scommessa vinta: ora si apre la partita rimpasto

Beppe Sala ha fatto una scommessa. Anche Pierfrancesco Majorino ha fatto una scommessa. Legate, le due scommesse, dallo stesso destino. Majorino perché correva malgrado la presenza di Giuliano Pisapia, che "pestava" la stessa sua mattonella elettorale. Beppe Sala perché sceglieva di misurarsi proprio sul suo assessore più definito, di sinistra, connotato. Avesse perso Majorino, avrebbe perso anche Sala. Così non è stato. Anzi, il risultato di Milano è a suo modo straordinario:  36 per cento contro il 45 di cinque anni fa (dove però c'era l'onda Renzi). Milano tiene, e tiene fortissimo. Altro dato: metà dei voti di Pisapia capolista sono della sua ex città. Ma Majorino prende un terzo del suo corpus elettorale. Segno che quella che sembrava una candidatura solo milanese aveva invece un seguito più ampio. Sfida vinta, quella di Majorino. Sfida vinta quella di Sala.

Adesso che cosa succede? Succede che avverrà la sostituzione, con almeno due coppie di scelte da prendere. La prima è ovvia: sostituzione diretta o rimpasto complessivo. In effetti, Beppe Sala potrebbe sfruttare le Europee per fare una sorta di rimpasto di fine mandato. Una cosa ampia, ragionata. Dove Majorino è solo il primo di una serie di spostamenti e sostituzioni. Ci sono assessorati che corrono, altri che corrono assai meno. Nel mirino ci potrebbero essere Cocco, ma anche Lipparini. Praticamente assenti dal dibattito pubblico, potrebbero essere soggetti "deboli" in caso di rimpasto. Oppure - e questa pare la strada più percorribile - Beppe Sala potrebbe decidere di sostituire Majorino e stop. Un cambio, così come avvenne con Carmela Rozza. Senza spostare equilibri e senza aprire dibattiti. Questa è la prima scelta. Poi c'è la seconda: cambiare subito, oppure cambiare in un lasso di tempo privo di fretta. Il cambio immediato, con Beppe Sala che chiede a Pierfrancesco Majorino di fare immediatamente un passo indietro, eviterebbe l'insorgere di discussioni partitiche. Ma dovrebbe prevedere un ragionamento già compiuto e un nome già individuato da parte del sindaco, cosa che non è trapelata assolutamente. Oppure un cambio sul medio periodo, qualche settimana, così da permettere a Majorino di completare le ultime cose e poi lasciare via libera al successore. Con qualche discussione e qualche polemica in più.

Infine, la questione degli equilibri. Chi entra al posto di Majorino? Il Pd rivendica il posto per l'ottimo risultato in città. La sinistra, invece, per il fatto di non aver un rappresentante dall'inizio dell'avventura di Sala (non sentono cosa loro Del Corno), e per il risultato di Pisapia, che giudica come un proprio successo. Idem i civici: si ritengono non rappresentati. Se Beppe Sala aprirà il rimpasto, ci sarà da divertirsi.

fabio.massa@affaritaliani.it

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