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Milano
Maltempo, Coldiretti: il livello del Po salito di 2,5 metri in 24 ore

Maltempo: Coldiretti, livello Po salito di 2,5 metri in 24 ore

Il livello idrometrico del fiume Po e' gia' salito di quasi 2,5 metri nelle ultime 24 ore per effetto delle intense precipitazioni che hanno accompagnato la nuova ondata di maltempo. E' quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti nella mattina del 2 novembre al Ponte della Becca (Pavia), dove il livello del grande fiume e' di 3,5 metri sopra lo zero idrometrico, ossia oltre sei metri superiore rispetto allo stesso giorno dello scorso anno. Il passaggio della piena del Po potrebbe determinare l'allagamento delle aree golenali non difese da argini. Lo stato del principale fiume italiano e' significativo - sottolinea la Coldiretti - delle difficolta' in cui si trovano anche altri fiumi e torrenti lungo la Penisola. Anche per i corsi d'acqua minori e' alto il livello di attenzione nelle campagne lungo gli argini per esondazioni e allagamenti. Nubifragi, raffiche di vento, esondazioni, trombe d'aria e grandinate hanno colpito pesantemente l'agricoltura con danni, secondo un primo bilancio Coldiretti, che superano i 150 milioni di euro tra ulivi secolari sradicati, boschi decimati, coltivazioni distrutte, semine perdute, campi allagati, muri crollati, serre distrutte, stalle ed edifici rurali scoperchiati, ma anche problemi alla viabilita' provocati da frane e smottamenti.

Il maltempo ha colpito violentemente le campagne lungo tutta la Penisola dal Veneto al Lazio fino alla Puglia e alla Sicilia dove in certe zone non si riesce a seminare. Il tutto dopo un autunno asciutto in cui a settembre sono cadute addirittura il 61% in meno di precipitazioni rispetto alla media storica, con i terreni secchi che - precisa la l'associazione degli agricoltori - hanno amplificato il rischio idrogeologico. L'eccezionalita' degli eventi atmosferici e' ormai diventata la norma. L'andamento anomalo di quest'anno - continua la Coldiretti - conferma i cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la piu' elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo. La tendenza alla tropicalizzazione si abbatte su un territorio reso piu' fragile dall'abbandono forzato dell'attivita' agricola in molte aree interne, con la presenza in Italia di 7.275 comuni complessivamente a rischio frane e alluvioni, il 91,3% del totale, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ispra. Un risultato provocato da un modello di sviluppo sbagliato che negli ultimi 25 anni - conclude l'associazione - ha ridotto di le aree agricole presenti in Italia, a vantaggio dell'abbandono e della cementificazione che hanno aumento di fatto il rischio idrogeologico.

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